di
Viviana Mazza, inviata
Ora dovrà rispondere dell’accusa di omicidio aggravato. Gli audio depositati dall’accusa: «Ne avevo abbastanza del suo odio», ha scritto il 22enne
Tyler Robinson ha lasciato una serie di messaggi al suo fidanzato, auto-implicandosi nell’omicidio dell’attivista conservatore Charlie Kirk, secondo i documenti depositati ieri in tribunale dal procuratore dello Utah Jeffrey Gray.
Gray lo ha annunciato in conferenza stampa poco prima dell’incriminazione di Robinson, che è apparso per la prima volta in tribunale (in collegamento remoto dal carcere) e rischia la pena di morte per sette capi di imputazione tra cui omicidio aggravato. Nel testo di 10 pagine presentato dall’accusa, oltre al fatto che il dna di Robinson è stato trovato sul grilletto e sui proiettili, si legge che il giorno dell’assassinio di Kirk, il 10 settembre, il fidanzato di Robinson, che sta facendo la transizione di genere per diventare donna, ricevette da lui un messaggio: «Lascia quello che stai facendo, guarda sotto la mia tastiera». Sotto la tastiera c’era un biglietto: «Ho avuto l’opportunità di eliminare Charlie Kirk e la userò».
Il fidanzato — continua l’accusa — replicò: «Cosa??????????????» (con 14 punti interrogativi). «Stai scherzando, vero????». Robinson: «Sto bene, amore mio, ma sono bloccato a Orem (la cittadina dove si trova il campus in cui Kirk è stato ucciso ndr) ancora per un po’. Non dovrebbe volerci molto perché io possa tornare a casa, ma devo recuperare il mio fucile. Ad essere sincero, speravo di tenerlo segreto fino alla mia morte da vecchio. Mi dispiace coinvolgerti».
Il fidanzato chiede esplicitamente se sia stato lui a «farlo». «Sì, mi dispiace», replica Robinson. E alla domanda «Perché?», risponde: «Perché l’ho fatto? Ne avevo abbastanza del suo odio. C’è un odio con cui non si può negoziare. Se sono in grado di recuperare il fucile senza essere visto, non avrò lasciato prove…». Il compagno gli chiede da quanto tempo l’avesse pianificato. «Da poco più di una settimana, credo», risponde Robinson, e poi continua a parlare di come può recuperare il fucile «del nonno», che «ha fatto il suo lavoro» e di quanto sarà difficile spiegare a suo padre dove è finita l’arma.
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Robinson aggiunge: «Ti ricordi che stavo facendo iscrizioni nei proiettili? Quei fottuti messaggi sono più che altro un meme, se vedo “notices bulge uwu” (il messaggio scritto sul proiettile che ha ucciso Kirk ndr) su Fox News potrebbe venirmi un infarto…». Lo scambio di messaggi sembra protrarsi per due giorni: verso la fine Robinson chiede al fidanzato di cancellare i messaggi, e quando gli dice che ha deciso di consegnarsi alle autorità conclude: «È per te che mi preoccupo, amore… Non parlare con i media per favore, non fare interviste o commenti… se la polizia ti fa domande, chiedi un avvocato e resta in silenzio».
Il fidanzato non l’ha fatto: ha consegnato i messaggi alle autorità, che hanno avuto anche una foto della nota lasciata sotto la tastiera. Il procuratore dello Utah Jeffrey Gray ha chiesto la pena di morte (indipendentemente dalle autorità federali) per due motivi: è stata attaccata la libertà di espressione politica e l’omicidio si è svolto in presenza di bambini. Nel testo si specifica che Robinson ha sparato mentre Kirk parlava di sparatorie di massa commesse da persone transgender.
È stata la madre di Tyler a riconoscere il figlio nelle immagini diffuse dall’Fbi e a contattarlo chiedendogli dove si trovasse; lui disse: malato a casa. Poi il padre gli ha chiesto di mandare una foto del fucile del nonno. Alla fine Robinson ha «implicitamente ammesso» ai genitori di aver ucciso Kirk «perché diffonde troppo odio», ha minacciato di togliersi la vita prima di consegnarsi. La madre ha spiegato che nell’ultimo anno Robinson era «diventato più pro-gay e orientato ai diritti trans», che aveva iniziato una relazione romantica con il compagno di casa che questo aveva creato tensioni con il padre, di «idee politiche molto diverse». In un messaggio al fidanzato Robinson scrive che «da quando Trump è stato eletto» suo padre è un Maga duro e puro». Alla domanda se questa sia una vera e propria confessione, il procuratore ha risposto che «sarà il giudice a deciderlo».
16 settembre 2025 ( modifica il 16 settembre 2025 | 22:32)
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