di
Matteo Castagnoli e Cesare Giuzzi
Doveva essere un presidio n piazza della Scala, poi i 4mila manifestanti si sono messi in marcia, tentando di sfondare il cordone di polizia e carabinieri in antisommossa
«Corteo, corteo, corteo». Gli attivisti non smettono di ripeterlo. Sono arrivati in corso Buenos Aires, a Milano, dietro uno striscione bianco a scritte rosse: «Blocchiamo tutto». Nelle prime file sventolano bandiere della Palestina. Doveva essere un presidio, annunciato in piazza della Scala per il pomeriggio di martedì 16 settembre, poi i 4mila manifestanti si sono messi in marcia. In Porta Venezia, nella serata, hanno provato a sfondare il cordone di polizia e carabinieri in antisommossa per proseguire la loro marcia. Ed è lì che si è registrato qualche momento di tensione con gli attivisti a cui si sono opposte le cariche delle forze dell’ordine.
Dopo qualche parapiglia, i manifestanti hanno proseguito il corteo verso piazzale Loreto, continuando a marciare lungo corso Buenos Aires. Al momento i 4mila sono ancora in movimento ma non si sarebbero registrate altre tensioni. Il volantino del presidio, dopo che l’esercito israeliano ha avviato una massiccia invasione di Gaza City – diceva: «Gaza sta bruciando. Scendi in piazza». Da piazza Scala gli attivisti erano partiti proseguendo in via Case rotte, corso Matteotti, San Babbila, poi lungo corso Monforte (dove avevano provato a sfondare verso la prefettura ma s’erano arresi davanti alle camionette delle forze dell’ordine). E ancora: via Mascagni, piazza Tricolore, viale Majno, Porta Venezia e corso Buenos Aires dove sono si sono verificate le cariche.
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16 settembre 2025 ( modifica il 16 settembre 2025 | 23:24)
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