di
Giulio De Santis

Le parole pronunciate dall’attore davanti al pm ripercorrono il dramma personale per non rivelare la relazione con Cerretti: «Quando ho ricevuto la prima telefonata, ho subito capito quale fosse lo scopo di chi mi chiamava»

«Sono rimasto sconvolto, perché le minacce sono diventate realtà». È lo snodo centrale della deposizione di Raoul Bova che, martedì mattina, ha raccontato, come parte offesa, al pm il dramma personale del ricatto subito per non rendere nota la sua relazione con Martina Cerretti. «Quando ho ricevuto la prima telefonata, ho subito capito quale fosse lo scopo di chi mi chiamava – ha ricordato l’attore, accompagnato in procura dal suo legale, David Leggi – Chi fosse al telefono, non lo so. Ma non mi sono intimidito neanche per un secondo». 

Le parole di Bova in procura

Per un’ora ha ripercorso le tappe della vicenda: «Che fosse una situazione seria, mi è apparso chiaro immediatamente. Ho detto che non mi sarei piegato. Mi sono illuso per qualche attimo che sarebbe finita lì. Però ho subito denunciato. Non avevo nulla da nascondere» ha tenuto a sottolineare l’attore. Che ha chiuso la sua deposizione, rimarcando come: «Mi ha sconvolta vedere che dalle parole sono passati ai fatti. È stata scioccante».



















































Bova tuttavia ha voluto ricordare come lui non sia in grado di indicare con precisione chi sia stato a chiamarlo. Per ora le indagini si concentrano su Martina Cerretti e Federico Monzino. Lui- denunciato dalla polizia postale alla procura- avrebbe passato audio e sms a Fabrizio Corona perché li pubblicasse in cambio di un regalino. Ancora nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati.

Monzino indagato per tentata estorsione

Federico Monzino è stato iscritto dalla procura nel registro degli indagati con l’accusa di tentata estorsione. Secondo gli inquirenti, Monzino, verso la fine dello scorso luglio, ha architettato un piano per trarre un profitto da Bova, spaventando l’attore dicendogli di essere pronto a rivelare la relazione avuta con Martina Cerretti.

Sarebbe stato Monzino a impossessarsi degli messaggi e dei vocali scambiati dalla Cerretti con l’attore e poi a girarli a Fabrizio Corona, autore della rivelazione della liaison.

Due tasselli mancano ancora per avere un quadro preciso del tentato ricatto. Per ora è ignota la persona che ha chiamato Bova, avvertendolo che senza un “regalino” la sua storia sarebbe stata resa pubblica. La telefonata è stata fatta con un’utenza spagnola e al momento non è possibile accostarla a uno dei protagonisti dell’inchiesta.

L’altra zona d’ombra è il ruolo svolto da Martina Cerretti. La sua posizione è oggetto di approfondimenti per chiarire se ha rappresentato una figura centrale nel ricatto, oppure se la sua relazione con Bova è stata resa nota a Corona, senza che lei ne abbia saputo alcunché. Per il momento l’inchiesta non permette di avere un’idea definita sulle scelte fatte da Cerretti. La 22enne influencer, sparita da social dopo lo scoppio dello scandalo, non è ancora stata sentita dagli inquirenti, né come persona informata sui fatti, né come indagata. Rimane in un angolo pure la posizione di Corona. Il fotografo non è (ancora) indagato per la pubblicazioni inerenti la relazione.


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16 settembre 2025 ( modifica il 16 settembre 2025 | 16:47)