«Si voterà il 23 e 24 novembre». Lo ha confermato il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca dopo che oggi non ha firmato il provvedimento necessario per andare al voto il 16 e 17 novembre. Il mancato adempimento ha di fatto aperto la strada alle elezioni la settimana successiva. E’ attesa a breve la firma del decreto. «Tra qualche giorno» ha detto De Luca a margine dell’incontro sul suo libro “La sfida” in corso al Tc Napoli «usciranno contemporaneamente i decreti della Campania, del Veneto e della Puglia, le tre regioni che andranno al voto il 23 novembre». Uno spoiler che accelera i tempi: domenica c’è il raduno della Lega a Pontida e nel Carroccio si spinge per l’investitura di Alberto Stefani come candidato a sfidare Giovanni Manildo (candidato del centrosinistra, già in campagna elettorale da fine luglio).
«Il problema minore è fissare la data del voto: qualcuno vuol far passar l’idea che non si va a votare in Veneto dato che ancora si sa quando si andrà ai seggi, ma non è così» così aveva detto il presidente uscente della Regione, Luca Zaia, ribadendo che l’ultima finestra domenica utile era appunto quella del 23-24 novembre. Quanto al nome del candidato del centrodestra non ha novità. «No e non mi occupo di questo: stanno discutendo a livello nazionale. So che ci sono più regioni in ballo, la Puglia, la partita della Campania e il Veneto. Il tavolo di centrodestra ne discute ne discute e a breve giro di posta ci diranno quale sarà la scelta o la persona indicata». In serata l’annuncio del presidente della Campania
Oggi, sull’ipotesi della data delle elezioni, la capogruppo del Pd in Regione, Vanessa Camani era intervenuta con queste parole: «Ricordiamo pochi precedenti di figure istituzionali che abbiano deciso di uscire di scena in modo così livoroso, rendendo problematico il futuro della Regione, limitando gli spazi di agibilità politica e amministrativa della giunta e del Consiglio regionale della legislatura successiva. Il ricorso all’esercizio provvisorio è una conseguenza diretta della volontà del presidente di spostare le elezioni all’ultima data disponibile: è frutto di una precisa volontà, legata solamente al destino personale del presidente uscente, che noi riteniamo irresponsabile. Costringere il Veneto a mesi di esercizio provvisorio vuol dire non avere a cuore il futuro dei cittadini, delle famiglie e delle imprese, che attendono risposte ai loro bisogni».
La Regione, continua, «da qui ai prossimi mesi, dovrà affrontare profonde emergenze sociali e la voragine dei conti della Pedemontana. L’esercizio provvisorio non consentirà l’adozione di diverse politiche fiscali rispetto a quelle attuali. Avremo a disposizione al massimo 40 milioni di euro di risorse libere, con le mani legate da debiti pregressi e da mutui contratti». In questo quadro, le forze di opposizione chiedono al presidente della Regione Luca Zaia di presentarsi in aula, quando voteremo l’esercizio provvisorio «per un confronto e un’assunzione di responsabilità politica che noi riteniamo indispensabili”. Questa richiesta, dice Elena Ostanel (Veneto che vogliamo), serve a dire a Zaia e alla sua maggioranza che «le Istituzioni non sono di vostra proprietà».