Infarto, aumenta il rischio in gravidanza


Una ricerca americana, presentata a un convegno a Salerno, accende i riflettori sulla fragilità del cuore della donna sottoposto a stress e superlavoro durante i nove mesi

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 Il rischio di infarto e complicanze cardiache in gravidanza è un problema da considerare. A segnalarlo è uno studio condotto dalla NYU School of Medicine e pubblicato sulla rivista scientifica Mayo Clinic Proceedings. Secondo la ricerca le donne incinte vivono un rischio fino a 5 volte più alto della norma se hanno tra i 35 e i 39 anni, che diventa di dieci volte maggiore, quando hanno oltre 40 anni.

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Il cuore lavora per due

Il cuore delle donne è fragile in tutte le fasi della vita e nei nove mesi della gestazione viene messo alla prova. Come mai? Perché dal terzo trimestre, il volume di sangue in circolo aumenta fino al 60% e il cuore si trova costretto a pompare di più e a battere più velocemente. Un cambio di passo che in genere viene gestito senza problemi, ma che può creare difficoltà alle donne che hanno patologie preesistenti o predisposizioni genetiche.

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La ricerca americana

L’indagine condotta dalla NYU School of Medicine ha analizzato quasi 50 milioni di nascite negli Stati Uniti tra il 2002 e il 2014 e i risultati hanno messo in luce i pericoli della gravidanza, soprattutto se avviene in età avanzata. Secondo gli esperti la gravidanza rappresenta un banco di prova che può svelare patologie latenti o peggiorare quelle già presenti. Un monito significativo, soprattutto oggi che si tende a posticipare la maternità e quindi si corrono rischi maggiori.

I dati italiani: ogni 5 minuti un infarto

La ricerca è stata presentata durante il GISE Women, il convegno organizzato dalla Società Italiana di Cardiologia Interventistica che si è aperto a Salerno nei giorni scorsi. In base ai dati raccolti, emerge che in Italia le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte per le donne, con circa 124mila casi all’anno e un caso ogni cinque minuti. La malattia coronarica colpisce una donna su nove tra i 45 e i 64 anni e addirittura una su tre dopo i 65. La mortalità è alta, persino superiore a quella del tumore al seno. 

Una fragilità complessa

Ma la fragilità del cuore femminile non si limita alla gravidanza. Ci sono forme di sofferenza invisibili, difficili da diagnosticare con i test tradizionali: ischemia senza coronaropatia ostruttiva, infarto senza lesioni evidenti, dissezioni spontanee delle arterie coronarie. Molte donne presentano dolore toracico o affaticamento, ma l’angiografia non rivela ostruzioni significative. In realtà si tratta di disfunzioni dei piccoli vasi, spasmi coronarici, anomalie sottili che spesso non vengono riconosciute in tempo. 

Nei nove mesi i campanelli d’allarme

Anche la storia da madri, al di là del parto, può diventare un campanello d’allarme per il futuro. Uno studio norvegese pubblicato lo scorso anno ha mostrato che complicanze come preeclampsia, parti prematuri o neonati di basso peso possono annunciare un rischio cardiovascolare più alto anche decenni successivi. In altre parole, ciò che accade in gravidanza lascia tracce durature sul cuore e sui vasi sanguigni della madre.

Caterina Belloni 

Conosci qualche amica che ha avuto problemi di cuore in gravidanza?