di
Cesare Giuzzi

In una consulenza di 300 pagine effettuata con nuove tecniche i Ris di Cagliari hanno rianalizzato le tracce di sangue nella villetta di via Pascoli. L’indagine prosegue sull’analisi del Dna sulle unghie della vittima: per i pm è di Sempio

Trecento pagine, una ricostruzione ritenuta «completa» di tutte le tracce di sangue isolate in casa Poggi. Anche di quelle che finora non erano state prese in considerazione nella precedente relazione firmata il 12 dicembre 2007 dall’allora comandante del Ris di Parma Luciano Garofano (oggi consulente della difesa Sempio). Tanto che, secondo quanto trapelato, la consulenza sulla Bpa (Bloodstain pattern analysis) depositata ieri a Pavia dal tenente colonnello del Ris di Cagliari Andrea Berti sarebbe arrivata a risultati «diversi» da quella dell’epoca e, in sostanza, dalla ricostruzione della dinamica del delitto di Chiara Poggi riportata nelle sentenze che hanno portato alla condanna di Alberto Stasi a 16 anni per omicidio. Nella consulenza si analizza, ad esempio, l’impronta di una mano, mai evidenziata nei precedenti accertamenti tecnici. Si tratta di una traccia rimasta impressa in una chiazza di sangue alla base delle scale che portano al primo piano della villetta di via Pascoli. 

La stessa di cui aveva parlato il professor Francesco Maria Avato in una consulenza per l’allora difesa di Stasi. Tuttavia, lavorando solo su immagini, non sarebbe possibile attribuire oggi quell’impronta di una mano sinistra alla vittima, all’assassino o a una eventuale contaminazione della scena. Visto che uno dei primi carabinieri intervenuti sulla scena del crimine scivolò nel sangue della vittima. I contenuti della consulenza però — nonostante alcune indiscrezioni emerse ieri ma ritenute dagli inquirenti «non aderenti a quanto riportato nella relazione» — sono stati secretati e non verranno messi a disposizione delle parti fino alla chiusura delle indagini. Il consulente della Procura di Pavia non sarebbe entrato nel merito sulla presenza di una sola o più persone nel delitto o nelle fasi successive. 



















































Né dà una indicazione sulla responsabilità nel delitto di Stasi o di Andrea Sempio, il nuovo indagato. Così come non parla della possibile arma utilizzata, rimasta non definita con certezza nemmeno nelle sentenze. Su questo dovrà esprimersi nei prossimi mesi l’anatomopatologa Cristina Cattaneo incaricata dal procuratore Fabio Napoleone e dall’aggiunto Stefano Civardi di «rianalizzare» tutti gli aspetti medico legali. Entrambe le relazioni dovranno poi essere inserite nel contesto delle indagini insieme agli altri elementi raccolti dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano.

 L’indagine sul caso Garlasco prosegue sul punto principale della nuova inchiesta: l’analisi del Dna sulle unghie della vittima che per la Procura di Pavia apparterrebbe a Sempio. La perita Denise Albani è al lavoro sui dati grezzi dal Ris che all’epoca del delitto aveva compiuto analisi genetiche sulle unghie. Le stesse rianalizzate nel processo d’appello dal professor Francesco De Stefano che però ritenne il Dna inutilizzabile.


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17 settembre 2025