L’attesa per i prossimi Mondiali di ciclismo in Ruanda cresce di giorno in giorno. Sarà un’edizione particolare e affascinante, con un percorso esigente che promette spettacolo e selezione tra i grandi campioni del gruppo. L’Italia si presenterà con una squadra giovane, guidata da Giulio Ciccone e da un talento emergente come Giulio Pellizzari. Per analizzare i possibili scenari della rassegna iridata, abbiamo parlato con Alessandro Ballan, campione del mondo 2008 e oggi voce tecnica della RAI, che sarà al commento anche per la prossima rassegna iridata. Con lui abbiamo discusso dei grandi favoriti, delle ambizioni azzurre, ma anche del percorso di crescita dei giovani italiani più promettenti come Pellizzari, Tiberi e Finn. Non è mancato uno sguardo al movimento femminile e alle possibilità di Elisa Longo Borghini contro una campionessa come Pauline Ferrand-Prévot.
Chi sono per te i favoriti per i Mondiali?
“Il nome su tutti è sicuramente quello di Tadej Pogacar. Lo sloveno ha dimostrato più volte di essere il corridore più completo e in questo momento anche il più difficile da battere. Subito dietro vedo Remco Evenepoel, che ha già vinto un Mondiale e sa come muoversi in una corsa di un giorno, e poi Isaac Del Toro, che è stato una delle rivelazioni dell’ultima stagione. Sarà comunque una gara dura e selettiva, quindi i grandi campioni verranno fuori”.
Qual è la tua idea sulle vittorie “regalate”, come quella di Pogacar a McNulty a Montréal?
“Quella è stata una pagina molto bella di ciclismo. Pogacar ci ha abituato a vincere tanto e in tutte le maniere, ma vederlo lavorare per un compagno e regalargli una vittoria importante è stato un gesto significativo. Ha dimostrato di avere non solo talento, ma anche spirito di squadra. Episodi così rafforzano i gruppi e danno morale”.
L’Italia, con Ciccone e Pellizzari, può davvero ambire a una medaglia al Mondiale?
“Sulla carta sì. C’è un buon umore all’interno del gruppo e i ragazzi stanno recuperando energie dopo la Vuelta. Pellizzari è molto giovane e probabilmente dovrà ancora fare esperienza, mentre Ciccone ha già dimostrato di sapersi muovere bene in corse dure e di avere uno spunto veloce. Se riuscisse a rimanere con i migliori, potrebbe davvero giocarsi una medaglia. Non sarà semplice, perché credo che la corsa la farà Pogacar e diventerà durissima, ma proprio per questo chi salirà sul podio se lo sarà meritato”.
Pellizzari è pronto per puntare ai podi nei Grandi Giri? Su cosa deve ancora lavorare?
“Ha fatto passi da gigante quest’anno. È migliorato anche a cronometro, anche se lì c’è ancora margine per crescere. Sotto tutti gli altri aspetti mi sembra ormai pronto: ha dimostrato solidità, resistenza e una mentalità vincente. È un corridore destinato a farsi strada”.
In una squadra con Evenepoel, Lipowitz, Hindley e Roglic rischia di trovare poco spazio?
“Il rischio c’è, ma bisogna anche vedere l’evoluzione interna al team. Roglic è ormai nella fase finale della carriera e penso che la squadra voglia puntare sempre di più sui giovani. Per questo credo che anche per Pellizzari si apriranno occasioni importanti”.
Che idea ti sei fatto invece di Antonio Tiberi?
“Antonio è un corridore molto forte, anche se quest’anno non ha reso come ci aspettavamo. È stato un po’ sottotono, ma ci sta: non si può sempre crescere in modo lineare, capita di avere una stagione meno brillante. Resta un giovane interessante, con qualità in salita e un’ottima cronometro. Credo che l’anno prossimo potrà tornare a farsi vedere”.
Ti aspettavi di più da Lorenzo Finn tra Giro NextGen e Tour de l’Avenir?
“Dopo i numeri dell’anno scorso, sì, mi aspettavo qualcosa in più. Però bisogna sempre essere cauti con i giovani. Finn è un corridore interessante, ma va lasciato crescere. Non tutti riescono a fare subito il salto di qualità quando passano tra i professionisti. Vedremo se riuscirà a confermarsi quando arriverà quel momento”.
Elisa Longo Borghini può vincere i Mondiali o Ferrand-Prévot è fuori portata?
“Il percorso è molto duro e questo lo renderà più aperto. Ferrand-Prévot resta la grande favorita, soprattutto se avrà la condizione che ha mostrato al Tour. Ma Elisa è un’atleta completa, con grande esperienza e determinazione. Penso che sarà una sfida interessante e più incerta rispetto a quella maschile, sicuramente da seguire con attenzione”.