Una vittoria dominante, quella nel Gran Premio d’Italia, e una Red Bull che – pur con il solo Verstappen alla guida – sembra aver ritrovato quella competitività che allontana i quattro GP consecutivi fuori dal podio dell’olandese prima di Zandvoort. Che sia cambiato qualcosa all’interno della scuderia? Pare proprio di sì. E al netto dell’addio di Horner – passaggio obbligato per riavere serenità all’interno del gruppo – la sensazione è che lo stesso Verstappen si senta ancor più coinvolto del progetto. Una circostanza da non sottovalutare per chi – fino a qualche mese fa – sembrava destinato a cambiare aria.
VERSTAPPEN E IL NUOVO METODO RED BULL
In questo senso, e specie considerando lo scarso appeal che gli eventi extra pista hanno sul campione del mondo, la visita di Verstappen alla fabbrica di Milton Keynes, dove sono in fase di ultimazione i motori marchiati “Red Bull Powertrain”, non è roba da poco. Suona, in effetti, come un “io ci sono”, messaggio che probabilmente qualche mese fa il vincitore del GP di Monza non avrebbe condiviso con altrettanto piacere. Ma le cose sono cambiate, come detto, e nel ritrovato coinvolgimento di Verstappen non è da sottovalutare il lavoro di Laurent Mekies. Un team principal ingegnere, un ruolo diverso a quanto Red Bull era abituata con Horner ma più affine alla F1 moderna. Del resto, la McLaren vince anche grazie al tandem Brown – Stella al comando.
E a proposito di coinvolgimento, pensate che Verstappen dopo il successo di Monza si sia rifugiato nella sua Monaco? Niente affatto. Martedì l’olandese era di nuovo al volante della sua RB21, sempre al Tempio della Velocità, in occasione dei test Pirelli. La pista. Per il campione del mondo conta solo questo. E Mekies la pensa come lui. Quindi meno simulatore e più esperimenti nel corso delle sessioni, fidandosi delle sensazioni dei piloti. Insomma, un vero e proprio nuovo metodo di lavoro in casa Red Bull, che finora pare proprio aver dato i suoi frutti. L’ala di Monza – tra i segreti dietro al dominante successo – ne è un chiaro esempio: limata e affinata al millimetro durante le prove libere grazie alle indicazioni di Verstappen prima di sbaragliare la concorrenza in gara.
IL PILOTA PERFETTO E IL MESSAGGIO ALLA FERRARI: “MAGARI…”
Ma non è tutto. Dopo il successo italiano, Verstappen si è cimentato in un quiz organizzato dai colleghi di El Mundo Deportivo nel tentativo di delineare l’identikit del pilota perfetto. Vietato inserirsi nella lista, chiaramente. E così: “Il migliore in qualifica? Direi Leclerc. In gara? Alonso. Il suo atteggiamento mi è sempre piaciuto, Fernando è un vero lottatore e lo scelgo anche quanto ad intelligenza in gara, per la sua esperienza”. Carisma? “No quello non conta davvero nulla, sicuramente non nel momento in cui devi guidare una Formula Uno”. Chi probabilmente in questa lista ci avrebbe volentieri inserito proprio Verstappen è Toto Wolff. Il Team Principal di casa Mercedes ha inseguito Max, lo avrebbe voluto presto su una delle sue monoposto, magari già nel 2026, e ancora non demorde: “A Monza ha fatto sembrare tutti gli altri come degli stupidi, è stato semplicemente perfetto”.
E a Verstappen ci pensano anche i tifosi della Ferrari. I fischi di Monza del 2022 hanno lasciato il posto a cori per celebrare l’olandese, che già prima del GP ci ha messo del suo per accendere le speranze del tifo rosso. “La Ferrari è un marchio straordinario, qualunque pilota vorrebbe correrci”. E poi il solito Max: “Ma non bisogna farsi trasportare dalla passione. Io non ci andrei solo per guidare vestito di rosso, ma solamente se sapessi che c’è l’opportunità di vincere. Farlo con la Ferrari sarebbe ancora meglio”. Tradotto: se a Maranello dovessero progettare una monoposto di vertice il prossimo anno allora potrebbe pensarci, altrimenti niente da fare, lui vuole vincere.
RIPRODUZIONE VIETATA. I trasgressori saranno perseguibili a norma di legge