Un nuovo caso di suicidio medicalmente assistito scuote la Liguria. Un uomo di 79 anni, affetto da una malattia degenerativa irreversibile e dipendente da trattamenti di sostegno vitale, ha visto rifiutata la sua richiesta di aiuto medico alla morte volontaria da parte dell’ASL, nonostante – secondo quanto riportato – rientri nei criteri stabiliti dalla Corte Costituzionale.

A dare notizia del caso è stato Marco Cappato (nella foto), esponente dell’Associazione Luca Coscioni e attivista da anni sul tema del fine vita. Cappato ha annunciato pubblicamente la sua decisione di accompagnare l’uomo in Svizzera, dove potrà legalmente accedere al suicidio assistito.

In un post sui social, l’ex europarlamentare ha lanciato un appello alla disobbedienza civile collettiva, invitando volontari e cittadini a unirsi per garantire un diritto che, secondo lui, in Italia viene sistematicamente negato. “Occorre rispondere con un’azione sistematica di disobbedienza civile – scrive Cappato – per consentire a ‘Fabrizio’ e a tutte le persone come lui di ottenere in Svizzera l’aiuto che dovrebbero ricevere in Italia”.

Secondo quanto riportato, nonostante le condizioni mediche dell’uomo rientrino nei parametri definiti dalla sentenza della Consulta (caso Cappato-Dj Fabo), il Servizio sanitario nazionale ligure avrebbe negato l’autorizzazione, costringendolo a cercare assistenza all’estero. “Questa volta accade in Liguria – si legge nella nota dell’Associazione – ma casi simili si verificano in continuazione in altre regioni italiane”.

Cappato ha anche annunciato l’apertura dell’associazione “Soccorso Civile”, che conta 43 soci e della quale è responsabile legale. L’obiettivo è supportare concretamente chi si vede negare l’accesso alla morte assistita in Italia nonostante la normativa vigente.

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