La Ferrari ambisce al successo a Baku? Idealmente sì. Tuttavia permangono diverse criticità da affrontare, perché le corse si decidono la domenica e, su questo tracciato, la pole position per la Rossa è tutt’altro che sinonimo di vittoria. Basti ricordare Leclerc, che domina le qualifiche da quattro stagioni senza riuscire a convertire il primato in successo. Serve maggiore solidità in gara, riuscendo a superare ancora una volta i limiti della SF-25.

Un dato che deve far riflettere la Rossa

Il Circus della Formula 1 approda a Baku, capitale dell’Azerbaijan, uno dei circuiti cittadini più rapidi e insidiosi di tutto il calendario. Un certo ottimismo attorno al mondo Ferrari, suggerisce che la Rossa potrebbe mettere in mostra le proprie qualità migliori sulle rive del Mar Caspio. Tuttavia, per ottenere un quadro più accurato e meno superficiale, è necessario considerare attentamente diversi fattori.

La fiducia attorno alla storica scuderia italiana è alimentata dal fatto che, negli ultimi quattro anni, tutte le pole position su questo tracciato sono state conquistate da Leclerc. Questo dato, lungi dal rafforzare le aspettative, dovrebbe invece indurre alla cautela, poiché in nessuna delle quattro occasioni citate, purtroppo, il pilota monegasco è riuscito a trasformare la pole in vittoria.

E qui veniamo al tasto dolente. Qualora il ferrarista dovesse centrare la quinta pole position consecutiva a bordo della SF-25, ma non riuscisse a trasformarla in quella che sarebbe la prima vittoria stagionale sulla distanza dei 300 chilometri, scatterebbe un primato amaro per il pilota della Rossa. Superando il britannico Jim Clark, si ritroverebbe infatti a detenere un record assoluto per la massima categoria.

Leclerc si trasformerebbe nel conducente di una Formula 1 che ha realizzato il maggior numero di pole in un determinato circuito senza poi riuscire a vincere. Primato che al momento condivide appunto con la leggendaria icona del motorsport inglese. Parliamo di una aspetto che per altro ci fa già capire lo scarso supporto tecnico della Ferrari nelle 4 occasioni in cui poteva trionfare partendo davanti a tutti. Dati che fanno riflettere.

Il vantaggio che potrebbe venir meno

Torniamo alla pista. Osservando il tracciato da una prospettiva puramente tecnica, Baku si caratterizza per una varietà di tratti. Il primo è prevalentemente costituito da curve a 90°, mentre il quello centrale alterna curve a bassa e media velocità. Mentre l’ultimo segmento è dominato dal lungo rettilineo del traguardo. Già da queste informazioni emerge che la SF-25 si troverà a dover affrontare notevoli compromessi sulla messa a punto.

La gamma di velocità varia dai circa 60 km/h della minima fino a punte superiori ai 370 km/h. In diverse sezioni la trazione risulta cruciale, mentre in altre le velocità di punta sono determinanti: peculiarità, queste, che in certo senso potrebbero facilitare la regolazione del setup da parte del team di Maranello. Negli anni precedenti, la Rossa ha mostrato una caratteristica peculiare su questa pista.

Ci riferiamo alla capacità di trasmettere energia in maniera efficace alle gomme, con un vantaggio particolare nella gestione termica dell’anteriore rispetto ai competitor. Tuttavia, quest’anno la situazione potrebbe essere differente, poiché in più occasioni la Rossa ha evidenziato difficoltà in qualifica dovute alla temperatura delle gomme anteriori. Un grattacapo dal quale sembra impossibile liberarsi.

Il cauto ottimismo è ampiamente necessario per la Rossa

Durante i giri di preparazione, il warm-up degli pneumatici spesso non raggiunge il livello ottimale. Un contesto che genera una marcata asincronia termica all’inizio del giro. Tale elemento ha contribuito a performance molto meno efficaci, sebbene sia comunque importante sottolineare che pure le altre scuderie incontreranno difficoltà analoghe. Ancora: l’asfalto del tracciato ha poca aderenza di base ma è molto liscio.

Un tratto distintivo che di riflesso si incarica di limitare il consumo della mescola. Tuttavia, nei tratti ad alta velocità di percorrenza, la temperatura degli pneumatici tende a calare rapidamente, specie sull’avantreno. Fenomeno che può dar vita alla suddetta asincronia termica che Ferrari ha manifestato a più riprese. Pirelli ha portato in Azerbaijan i compound C6: gomme già utilizzate con risultati positivi a Monaco, Imola e Montreal.

In gara potrebbe manifestarsi del graining, sebbene i team abbiano oramai affinato le strategie per limitare il degrado delle mescole, come dimostrato a Monza. Per concludere: l’ottimismo sul team di Maranello non è immotivato, ma per far si che le due SF-25 possano giocarsi le prime posizioni in Azerbaijan, il team dovrà essere in grado di gestire diversi elementi potenzialmente problematici.