Non chiamatelo artista. Perché è un termine non abusato ma usurpato. Ma, con suo disdoro, mi sento di dire che Ernia un artista lo è. Perché c’è chi fa la campagna acquisti (fallimentare) con i logaritmi, c’è chi legge le carte e c’è chi, in musica e parole allinea i pianeti. Ernia, ovvero Matteo Professione, è un Copernico della musica, racconta di sé e seppur senza binocolo, ci rende partecipi di una via lattea umano-musicale. Per Soldi e Per Amore è il suo nuovo progetto ed è un abbraccio a una famiglia allargata, perché è un gomitolo che avvolge e rassicura. A impreziosire Per Soldi e Per Amore, oltre ad alcuni featuring, c’è la produzione di Charlie Charles.

Mattia oggi sei meno figlio e più papà: siamo al disco della maturità?

L’album della maturità è sempre il prossimo, lo scorso anno avevo un disco pronto non mi è più piaciuto e lo ho rifatto da zero.

 

Perché?

E’ rappresentativo di chi sono e questo è un disco per i fan, come scrittura, reference e mondi che si raccontano, se poi viene qualcuno da fuori meglio. E’ un disco personale, tra famiglia e amicizie, si apre con la disillusione degli ultimi anni, col comprendere di avere raggiunto un certo livello e un discreto successo e guardarmi intorno e vedere che i soldi hanno spesso deciso. Quando invece io ho iniziato dal rap non tirai fuori nulla. Ne parlo nel brano d’apertura Mi Ricordo.

 

Poi arriva Figlio Di con i Club Dogo.

Non ci speravo ma alla fine mi hanno detto sì e aggiungo che se non ci fosse stato Charlie non avremmo questo pezzo.

 

Che mi dici de Il Gioco del Silenzio?

E’ l’unica traccia di amore canonico per la tipa nell’album, parla di una precedente relazione e in particolare del silenzio punitivo che ho avuto come esperienza da uomo abbastanza giovane, è una idea che avevo da un po’.

 

Ci porti nella dolce vita con Fellini?

E’ un brano dissacrante, va a distruggere i punti fermi di tanti rapper odierni: a volte mi sembra che i rapper si sentano intoccabili e che vivano in una gabbia dorata dunque io dico fly down…fai il rapper non sei il presidente della Repubblica. Alcuni faranno cose che segneranno la musica dei prossimi anni ma non facciamoci film perché, appunto, non sei Fellini.

 

So che ora in tracklist c’è un brano per te molto importante.

Per i Loro Occhi è la traccia più significativa: parla del mio rapporto con i miei genitori, mia mamma non è quella canonica, in generale sono stati abbastanza freddi, non mi hanno mai detto bravo, oggi da adulto so che mi sarebbe piaciuto sentirmelo dire e anche in questo momento; ascoltano i dischi ma non hanno mai commentato niente.

 

Mi sa che con Per Te restiamo in quell’ambito.

E’ la conseguenza del brano precedente: ha un senso di solitudine, io non mi sono mai detto bravo, ho sempre guardato al dopo, però a mio gusto è tra le più belle canzoni che abbia mai scritto.

 

Titolo crudo Da Denuncia?

Ha una storia che inizia nel 2021, io ero uscito con l’album Gemelli e Marra Persona un po’ prima, entrambi i dischi erano andati bene. Le domande sono: cosa ho sacrificato per arrivare fino qua? Che ho fatto durante il mio percorso? Quando ho ragionato sul disco lo ho percepito perfetto per Marra, lo ho sentito ed ecco il pezzo.

 

Stiamo arrivando alla fine: Perché è con Madame.

E’ il pezzo più sociale: lei è eccezionale, in origine era un brano solo mio, era pezzo cupo e scuro: lei era il personaggio giusto da inserire, è una artista talentuosa che a volte non ha avuto il riconoscimento che merita.

 

Ora siamo all’origine del progetto.

Non Piangere è il primo brano che ho scritto e nasce in una session a Napoli nel giugno 2023: un amico stava per fare un Erasmus in Francia e invece ha passato un periodo nelle galere francesi e nella canzone racconto cosa mi ha suscitato quella siutazione, è tra i brani meglio riusciti dell’album.

 

Torniamo in famiglia?

Berlino parla di mia sorella, questo disco è molto Noi, nel senso che accoglie la cerchia ristretta con la quale lavoro, gli amici e, appunto la famiglia; lei è andata a vivere in Germania nel 2021, a volte mi manca ma non siamo due che se lo dicono, non siamo troppo amorevoli ma dispiace che viva là; mai ha accettato forme di aiuto da parte mia, fa la fotografa, ha voluto fare il suo percorso e per me è un esempio di dignità è una da farò il mio anche a costo di mangiare pane e cipolle soprattutto in un paese come l’Italia dove si lavora per inserire chiunque nel giusto posto. 

 

Siano alla title track.

Per soldi e Per Amore è tirare le somme: non frequento altri colleghi, frequento Gué, Jake e soprattutto Mirko (Rkomi, ndr) che come me ha proseguito con le sue amicizie, io non faccio network per tessere relazioni: anche i miei amici non mi hanno mai chiesto niente, ho provato a inserirli per le loro professionalità ma non hanno mai accettato, ogni tanto mi accompagnano nei live. Infine c’è Grato che è importante nella mia narrativa perché ho sempre parlato dell’essere deluso, della non realizzazione: qui è lo stesso tema ma da un altro punto di vista, ho 31 anni, ho fatto il lavoro che volevo, ho una compagna e una bambina piccola, ho una capacità economica che mi permette di non avere problemi e quando guardo il mondo non posso non essere grato, questo pezzo farà pochi streaming ma è importantissimo per il mio percorso.

 

Sei un artista?

L’arte diventa giustificazione quando fai stramberie e dici sono un artista che è una parola violentata; oggi me lo sono detto per la prima volta.

 

La risposta?

Io scrivo canzoni, faccio l’autore. Ho visto troppe cafonate fatte da persone che si definiscono artiste.

 

C’è un utilizzo importante del piano

Vero, ci sono tanti pezzi che sono nati piano e voce, Charlie suonava e io scrivevo, abbiamo sperimentato pure con altri strumenti: Berlino è l’unico pezzo con la chitarra. E il tutto ci è piaciuto così.

 

Vincono i soldi o l’amore?

L’amore vince sempre, non i soldi, sono quasi categorico.

 

Tra le collaborazioni mi ha incuriosito quella con Kid Yugi.

Lo ritengo un amico e lo frequento quando possibile, la collaborazione è nata in modo spontaneo, eravamo a tavola, gli ho fatto due proposte…io lo avrei messo su una traccia più trap canonica poi rifacendo l’album ho pensato che della trap non me ne è mai fregato nulla, non volevo nulla di autocelebrativo. L’alternativa era Fellini, non ne ero convinto ma quando la ho sentita sono rimasto stupito, è stato molto bravo a centrare il tema.

 

A proposito, che hai buttato del disco dell’anno scorso?

Soprattutto suoni e produzioni ma anche contenuti.

 

Temi il giudizio?

Non si possono giudicare gli artisti, o chi tale si ritiene, dai pezzi più famosi, le hit non sono rappresentative. Molti non lo capiscono perché ascoltano solo le prime in classifica e si fermano all’apparenza.

 

Infine cosa è cambiato tra il Matteo figlio e il Matteo padre?

E’ una cosa bella la paternità e la vivo da due mesi. Parlo con amici e colleghi e alcuni sono agitati per i cambi di ritmo di vita, io invece serenissimo come lo ero durante la gravidanza. E’ avvenuto tutto al momento giusto, la bambina è bravissima e dire che mia madre mi diceva che rompevo i cog***ni. Per altro sono delice di avere una figlia femmina.

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