Nella gara lunga di domenica ha vinto il solito Marc Marquez, ma Marco Bezzecchi e l’Aprilia sono stati i grandi protagonisti del weekend del Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini. Nonostante la pista di Misano non fosse mai stata troppo nelle corde della RS-GP in passato, il riminese ha firmato la pole position e poi si è imposto nella Sprint. Primo successo in questa stagione che non si potesse ascrivere ad una Ducati o alla famiglia Marquez, quindi quasi una pietra miliare per la MotoGP 2025. Nella gara lunga poi ha venduto carissima la pelle, comandando per 11 giri e tenendo sotto pressione il #93 fino alla bandiera a scacchi. Il bilancio finale del fine settimana romagnolo, dunque, non può che essere estremamente positivo per il CEO di Aprilia Racing, Massimo Rivola.

“Marco ci teneva tantissimo a questa gara e ha fatto qualcosa di speciale, direi che ha guidato anche sopra alle attuali possibilità della nostra moto, vedendo ciò che hanno fatto gli altri piloti, come del resto sta facendo anche Marquez. Dunque, da questo punto di vista, siamo molto orgogliosi che al suo primo anno sia già a questo livello, perché normalmente i piloti hanno bisogno di un po’ di tempo per sfruttare la moto fino all’ultimo decimo. E oggi credo che sia Marc che Marco fossero a due decimi da andare in terra tutti e due, perché erano veramente al limite. Hanno giocato su quel limite e sono stati bravissimi. Fa davvero piacere vedere l’Aprilia crescere così in fretta”, ha detto Rivola dopo la gara di domenica.

Bezzecchi sta facendo grandi cose, ma a volte si dice che il vero valore di una moto lo si può valutare da quello che fa il suo secondo pilota…
“La riflessione è giusta, ma credo che oggi Jorge (Martin) non vada ancora giudicato, perché è ancora in una fase in cui si sta imponendo di non forzare per non andare per terra. Gli dobbiamo dare il suo tempo, anche se con la sua forza, il suo talento e la sua voglia di arrivarci si sente un po’ castrato in questo momento. Ma se guardiamo anche alle moto di Trackhouse, si capisce quanto sia importante dove si parte, perché le volte che Raul (Fernandez) è partito nella top 10 poi è rimasto sempre agganciato al trenino dei migliori. Spesso è capitato di avere tre Aprilia nella top 10, anche nella Sprint di sabato. Poi è chiaro che oggi Marco sta facendo la differenza, perché sono in pocho che dopo un cambio moto riescono ad arrivare lì così in fretta”.

Siete stati i primi a battere la Ducati in una Sprint in questa stagione e Bezzecchi potrebbe essere il primo pilota dell’Aprilia a finire nei primi tre del Mondiale: è un obiettivo che vi date da qui alla fine dell’anno?
“Diciamo che può essere un obiettivo, ma non è uno stress. Personalmente, credo che a livello aziendale sia importante. Ma io torno molto sull’approccio che dobbiamo avere, che è quello che ha Marco nelle gare: lui non molla finchè non c’è la bandiera a scacchi. Se l’azienda lavora alla stessa maniera, crescerà e i risultati arriveranno. Se sarà terzo nel Mondiale, credo che se lo stia meritando. Anzi, viene da pensare a cosa avremmo potuto fare se non avessimo buttato via diversi punti all’inizio dell’anno. Penso all’Argentina dove eravamo fortissimi e non ha fatto neanche la prima curva. Penso alla Germania, quando era secondo ed è caduto, o a Barcellona, dove è stato steso. Diciamo che io credo che il Bez se la possa giocare veramente con tutti e questo dà merito ad Aprilia ed al lavoro che sta facendo lui. Ma l’obiettivo deve essere quello di riuscire a battere il #93, perché Marc sta settando dei target incredibili, alzando l’asticella di volta in volta. Qui credo che avesse visto che Marco aveva qualcosina in più, ma Marc è stato molto bravo a percepire quello che gli mancava e dove invece aveva vantaggio. La vera domanda è dove lo avrebbe passato se Marco non avesse fatto un errorino, perché il sorpasso che è riuscito a fare ieri nella Sprint è stato davvero qualcosa di speciale”.

Marco Bezzecchi, Aprilia Racing

Marco Bezzecchi, Aprilia Racing

Foto di: Gold and Goose Photography / LAT Images / via Getty Images

Nelle ultime tre gare sembra quasi che si sia ribaltato il mondo dell’Aprilia: avete faticato a Barcellona, dove storicamente siete sempre stati fortissimi, e avete invece brillato a Misano, dove in passato avete sempre faticato…
“Non è un caso. A parte che Marco qui va molto forte, la moto è sicuramente cambiata parecchio a livello di set-up meccanico e di mappe. Quest’anno siamo diversi rispetto al passato in questi aspetti ed è il motivo per cui il venerdì ci mettiamo un po’ di tempo ad arrivare, visto che dobbiamo rivedere i parametri precedenti. Se riusciamo a toglierci l’incubo di entrare direttamente in Q2, questo ci fa lavorare più sereni, ma alle volte non ci riusciamo. A Barcellona, Marco non era partito per fare una bella gara, era partito per vincere come approccio, ed è per quello che non voleva perdere tempo per superare Morbidelli. Eravamo a posto, ma siamo riusciti ad arrivarci troppo tardi, quindi quando è così fai sempre più fatica perché ti ritrovi a rincorrere. Sono molto curioso di vedere come andremo in Indonesia o in altri circuiti dove storicamente possiamo essere più forti”.

Tu l’hai scelto, quindi hai sempre creduto in Bezzecchi. Ma c’è qualcosa che ti ha stupito o che è andato oltre le tue aspettative?
“Io sapevo che era un gran talento e che era super veloce. Mi avevano detto che era un uomo squadra ed una persona fantastica, perché sono amico di Matteo Flamigni (era il suo capo tecnico in VR46). Non sapevo che fosse un lavoratore di questo calibro, ma lì secondo me c’è molto della scuola di Valentino (Rossi): la cura per i dettagli, il riuscire a tirare fuori il meglio dal suo gruppo. Nei momenti belli è facile, ma nei momenti meno belli non lo è per niente ed è lì che fai la differenza. Credo che lui sia anche un po’ come una spugna, perché è maturato tantissimo dall’inizio della stagione e lo si vede sia nel comportamento che nei commenti che dà agli ingegneri. Oggi la moto è diventata così forte con lui perché è stato bravo a spiegare cosa gli serviva per andare forte”.

La percezione ora è che l’Aprilia sia arrivata praticamente a prendere la Ducati e che sia soprattutto Marc Marquez a fare la differenza. La vedi così o secondo te la Rossa ha ancora qualcosina in più?
“A me sembra che la Ducati in generale sia ancora una moto più facile della nostra da portare al limite. Mediamente, loro arrivano alla prestazione più facilmente. Sicuramente hanno una montagna di dati molto più grande della nostra, vuoi perché sono competitivi da più tempo o vuoi perché semplicemente avevano più moto in pista. Credo però che Marc la differenza l’abbia fatta con qualsiasi moto con cui ha corso e la sta ancora facendo, quindi non vedo l’ora di batterlo per poter dire che ce l’abbiamo fatta. Non tanto a voi, ma dire a Noale: ‘Vedete che ce l’abbiamo fatta’”.

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