«Ma com’è questo Air?»: rientrando da Cupertino, dove abbiamo potuto avere un assaggio dei nuovi iPhone (tutte le novità e qui il video «primo contatto»), la domanda sul modello sottile è quella che ci siamo sentiti rivolgere più spesso. Tant’è che all’iPhone Air dedichiamo una prova (con video) apposita
iPhone 17 invece (che racconteremo a parte fra qualche giorno) sarà il probabile bestseller, visto che aggiunge a un prezzo più abbordabile, l’unico sotto i 1.000 euro, anche una serie di progressi utili e graditi (su tutti: display Pro Motion, 256 GB di memoria per il “base”). 
E gli iPhone 17 Pro? Restano il laboratorio su cui Apple porta in anteprima i suoi sviluppi hardware più di frontiera, ma quest’anno attirano di più l’occhio grazie ai nuovi colori e a un design modificato. In questa prova ci concentriamo  soprattutto sul top di gamma, il 17 Pro Max: resta quello da scegliere se volete passare a un nuovo modello (e non vi fate troppi problemi di budget)?

Design e materiali: ciao titanio, bentornato alluminio

Dopo anni in sostanziale continuità, iPhone 17 Pro Max è un aggiornamento molto più che incrementale: Apple ha toccato, rispetto al 16 Pro Max, un po ‘ tutti gli aspetti del dispositivo. Che resta molto riconoscibile e tuttavia chiaramente diverso. Diverso ma… migliore? Almeno a livello di materiali, c’è da discutere. iPhone 17 Pro Max abbandona il titanio per una scocca unibody in lega di alluminio serie 7000. Quando Apple ha introdotto il titanio sugli iPhone 15 Pro ha dato enorme enfasi al nuovo materiale, derubricando l’alluminio a scelta meno nobile, confinata non a caso sulla gamma non-Pro. Ora, appena due anni dopo, il passo indietro. Il titanio è molto leggero ma è anche estremamente durevole e resistente. Tanto ai graffi, quanto alle torsioni e ai «bolli» da urto. Magari vi è capitato (purtroppo) di far urtare lo spigolo di un iPhone senza cover, in caduta libera, da altezza tavolo contro un classico pavimento in gres: il titanio non accusa il colpo, l’alluminio lo incassa e mostra un bel bollo, con il metallo che si appiattisce o addirittura perde colore (l’urto con l’asfalto è un disastro, ad esempio).

La «vapor chamber»

Allora perché Apple è tornata all’alluminio? C’è una precisa  necessità tecnica: l’alluminio possiede una conducibilità termica oltre 20 volte superiore, un fattore cruciale per il nuovo sistema di dissipazione del calore. Il titanio, semplicemente, non poteva funzionare allo stesso modo: una caratteristica che è il fulcro del nuovo sistema di gestione termica, progettato per supportare le crescenti richieste computazionali del chip A19 Pro. 
Sul retro, il tradizionale blocco fotografico quadrato lascia il posto a un «altopiano» forgiato direttamente dal metallo, che si estende per quasi tutta la larghezza del dispositivo. Questa soluzione, oltre a ospitare componenti ottici più grandi, serve anche ad alloggiare parte della nuova camera di vapore saldata, via laser, alla scocca stessa. La «vapor chamber», una soluzione tecnica già adottata da molti produttori Android che Apple fa sua e perfeziona, scende poi in giù, per buona parte del dorso del telefono. Questo sistema attira il calore lontano dal processore e lo dissipa attraverso la struttura in alluminio.  

Il titanio era troppo «caldo»

Perché fare tutto ciò? Qualche lamentela su temperature elevate c’era stata sulle generazioni precedenti, ma niente di particolarmente significativo. Apple dichiara che in questo modo «le performance “continuative”  salgono fino al 40% rispetto ai modelli precedenti». Per continuative si intendono soprattutto il gaming con titoli «pesanti», ma anche montaggio video e altri «task» ad uso intensivo dell’hardware. E soprattutto si intendono compiti legati all’AI. Un’intelligenza artificiale legata alla visione di Apple, dove l’«on device», cioè quello che avviene sul dispositivo e non nel cloud (per privacy e non solo), è molto rilevante. Alla WWDC 2025 è stato introdotto il nuovo Foundation Models Framework, cioè un accesso diretto al modello linguistico «on device» di Apple, quello che è il centro di Apple Intelligence.
Con l’addio al titanio e la vapor chamber Apple si prepara sostanzialmente al futuro, a costo di sacrificare un po’ i materiali. Tra l’addio al titanio e la nuova «piastra» della fotocamera, che a quanto pare è già in arrivo su diversi smartphone cinesi, da Xiaomi a Oppo, c’è un costo in termini di portabilità. 
L’iPhone 17 Pro Max è leggermente più ingombrante e pesante del suo predecessore: misura 8,75 mm di spessore e pesa 233 grammi, un leggero ma percettibile aumento rispetto al modello precedente. A proteggere il display Super Retina  XDR da 6,9 pollici c’è il nuovo Ceramic Shield 2, che offre una resistenza ai graffi tre volte superiore. Per la prima volta, anche la parte posteriore è protetta dal Ceramic Shield, garantendo una resistenza alle crepe quattro volte maggiore e creando un particolare effetto bicolore sulla scocca. Un effetto che può piacere o meno (personalissimo parere: «meno») ma che è necessario per garantire la compatibilità con Magsafe. 
La consueta certificazione IP68 per la resistenza ad acqua e polvere rimane. 
I modelli Pro sono disponibili in tre colorazioni, Arancione Cosmico, che abbiamo in prova, è quello che ruba l’occhio. Viene il sospetto che, conduttività termica a parte, il ritorno all’alluminio sia anche motivato dalla necessità di avere colori più vivaci, cosa non realizzabile col titanio. Se l’arancione è un po’ troppo vistoso per i vostri gusti potete optare per il più sobrio blu o per l’argento, anche se qualcuno già lamenta l’assenza del classico nero. 

Processore e display

Il cuore del sistema è il nuovo processore A19 Pro. La sua architettura presenta una CPU a 6 core (due performance, quattro efficiency) e una GPU a 6 core, ma l’innovazione chiave è l’integrazione di
acceleratori neurali (Neural Accelerators) in ciascun core grafico. Questa configurazione, unita a un Neural Engine a 16 core, è stata concepita per accelerare i carichi di lavoro legati all’intelligenza artificiale e per migliorare le prestazioni nel gaming: lo abbiamo provato con titoli che supportano il ray tracing come Destiny: Rising e la fludità è assoluta. 
Il display, pur mantenendo la dimensione extra-large di 6,9 pollici, riceve un aggiornamento: la luminosità di picco all’aperto raggiunge i
3000 nits, un miglioramento rispetto ai 2000 nits della generazione precedente. 
Apple parla anche di un «nuovo strato antiriflesso», ma non aspettavi miracoli. L’effetto è molto distante dal trattamento nanotexture del mondo Mac o dallo schermo del Samsung Galaxy S25 Ultra che, in termini di anti-riflesso, dà una pista a tutti: per altro una  qualità del display davvero utile nel quotidiano, che ci piacerebbe vedere su un maggior numero di smartphone premium.

Autonomia al top, un neo sulla ricarica

L’autonomia trae vantaggio dal nuovo design, che consente di alloggiare batterie più capienti, e dall’efficienza del chip. L’iPhone 17 Pro Max raggiunge fino a 39 ore dichiarate di riproduzione video. Nell’uso concreto, 17 Pro Max ci ha confermato che l’autonomia è il vero valore aggiunto del «maxi-iPhone», la vera caratteristica che per qualcuno, può far pendere l’ago della bilancia verso questo specifico modello più costoso. A fine giornata si arriva sempre, senza problemi, con almeno il 38-40% di batteria in una giornata normale (a meno di non esagerare col gaming o con app che usano modelli AI in locale come Draw Things…). Con un uso più blando si fanno anche due giorni: lo stand-by notturno è a bassissimo consumo, quasi nullo. 
Anche la ricarica è  più veloce, o meglio sarebbe più veloce. C’è il supporto a una ricarica rapida che consente di passare da 0 al 50% in  20 minuti, ma questa funzionalità è accessibile solo tramite caricabatterie compatibili con lo standard USB-PD 3.2 con SPR AVS, una tecnologia avanzata che regola la tensione in modo preciso e riduce il surriscaldamento del dispositivo. Attualmente, l’unico caricabatterie in grado di sfruttare questa tecnologia è il nuovo 40W Dynamic Power Adapter di Apple, capace di erogare fino a 60W di picco. Che in Europa al momento non è venduto e non è neppure (per ora) previsto. Non esistono  al momento neppure alternative compatibili. Le motivazioni dietro questa limitazione sembrano legate a questioni tecniche e normative: la spina attualmente disponibile non è quella delle prese europee, e Apple potrebbe non aver ancora ottenuto le certificazioni CE necessarie o forse teme contestazioni legate al DMA.

Fotocamera: versatilità a 48 Megapixel e nuovo zoom

Il comparto fotografico è stato interamente rinnovato. Per la prima volta, tutti e tre i sensori posteriori del sistema Pro Fusion sono da
48 megapixel. La novità più interessante è il nuovo teleobiettivo. Basato su un design a tetraprisma di nuova generazione con un sensore del 56% più grande, offre uno zoom di qualità ottica 4x, equivalente a un interessante 100 mm, che può risultare molto utile per ritratti da distanze non ravvicinante e per street photography. Questo rappresenta un cambiamento rispetto al 5x del modello precedente, che a nostro avviso era un po’ troppo spinto e ci faceva rimpiangere di un 3x ottico, usato in precedenza da Apple. Inoltre la risoluzione più elevata del sensore da 48MP permette di ottenere foto più dettagliate e abilita uno zoom 8x (200 mm) di qualità definita «ottica» da Apple, ottenuto tramite un ritaglio del sensore che produce un’immagine finale da 12MP. Tutto vero con buona luminosità, un po’ quando la luce cala e il rumore del tele cresce. Un’ottima opzione in più comunque, che unita alla tripletta da 48 Mepapixel garantisce una consistenza senza pari e una versatilità notevole, con ben 8 «lenti» virtuali: macro e 13 mm (ultra-grandangolo), 24-28-35-48 mm (grandangolo cioè il sensore primario), 100 e 200 mm (tele).

Lo zoom digitale massimo è stato esteso da 25x a 40x: Apple non usa l’AI per alterare le immagini come fa, con risultati controversi, Google sui Pixel ma fino a 10x gli scatti sono usabili. Oltre un po’ meno.
La fotocamera frontale è la nuova 18MP Center Stage, con un sensore quadrato 1:1. Questa architettura permette di scattare selfie in orizzontale tenendo il telefono in verticale e di adattare l’inquadratura automaticamente quando più persone entrano nel campo visivo. 
Sul lato video, la modalità Dual Capture consente di registrare simultaneamente con la fotocamera anteriore e una delle posteriori: lo abbiamo già visto da molti anni su modelli Android ma è un’aggiunta gradita. I professionisti del video apprezzeranno il supporto a
ProRes RAW e la funzione genlock per la sincronizzazione multi-camera.

Vetro liquido

I nuovi iPhone arrivano con iOS 26, un aggiornamento che introduce il nuovo linguaggio di design «Liquid Glass», pensato per offrire un’esperienza visiva più fluida ed espressiva su elementi come schermata di blocco e icone. Nel corso delle beta Apple ha ripulito e aggiustato molti dei difetti delle primissime versioni (che sono «beta» non a caso…) e il risultato finale oggi è molto gradevole, con trasparenze ed effetti di luce che forse nessuno ha chiesto ma che sono piacevoli. 
Per Apple Intelligence non ci sono molte novità, ma come abbiamo detto parlando di hardware Apple è un’azienda che preferisce preparare il terreno e poi raccogliere i frutti della semina. La fretta con con l’AI era stata annunciata nel 2024 è stata rimasticata e digerita a Cupertino. Ci aspettiamo novità più sostanziose nel 2026.

Considerazioni Finali, prezzi e disponibilità

iPhone 17 Pro Max si presenta come un solido passo avanti, che giustifica il suo posizionamento premium con miglioramenti tangibili in quasi ogni settore. Il ritorno all’alluminio sembra un downgrade ma, soprattutto ragionando sul futuro in chiave AI, non poteva essere altrimenti.
Se avete un iPhone ormai datato e state valutando un passaggio ai nuovi modelli, il 17 Pro Max è quello da scegliere se date grande peso ad autonomia e fotocamere
I preordini sono già aperti, con disponibilità dal 19 settembre. 
I prezzi di partenza sono allineati con quelli dell’anno scorso:  iPhone 17 Pro da 1.339 euro (256GB) e iPhone 17 Pro Max da 1.489 euro (256GB).

Il dispositivo recensito è stato fornito come esemplare di test dal produttore, che non ha avuto accesso anticipato all’articolo e non ha esercitato alcun controllo editoriale. Tutte le considerazioni e valutazioni sono frutto esclusivo dell’esperienza diretta e del giudizio indipendente dell’autore.

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17 settembre 2025 ( modifica il 17 settembre 2025 | 15:58)