di
Francesca Basso
La sospensione delle preferenze tariffarie colpirebbe il 37% delle esportazioni israeliane di beni verso l’Unione, in prevalenza prodotti agricoli: non è in discussione la sospensione del commercio con Israele. Per dare il via libera serve però l’ok dei Paesi. La replica di Israele: «Le sanzioni riceveranno risposta adeguata»
DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
BRUXELLES – La Commissione europea ha proposto mercoledì agli Stati membri di sospendere parzialmente le disposizioni commerciali dell’accordo di associazione Ue-Israele che prevedono un trattamento di favore a livello di dazi e di sanzionare due ministri estremisti — Smotrich alle Finanze Ben-Gvir alla Sicurezza nazionale —, tre coloni violenti e sei organizzazioni a loro collegate più dieci membri del gruppo direttivo di Hamas.
La Commissione ha anche deciso di sospendere il sostegno bilaterale a Israele, senza compromettere la cooperazione con la società civile israeliana e gli aiuti al centro Yad Vashem.
Gli Stati membri decideranno a maggioranza qualificata la sospensione parziale delle disposizioni commerciali e all’unanimità le sanzioni. Finora non solo non è mai stato possibile avere l’unanimità in Consiglio ma nemmeno la maggioranza qualificata. Sulle sanzioni ai coloni, tuttavia, Germania e Italia sono favorevoli. I Paesi che continuano a difendere Israele sono Germania, Italia, Austria, Ungheria, Repubblica ceca, Bulgaria.
«Gli orribili eventi che si verificano quotidianamente a Gaza devono cessare», ha scritto su X la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. È necessario un cessate il fuoco immediato, un accesso illimitato per tutti gli aiuti umanitari e il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas. L’Ue rimane il principale donatore di aiuti umanitari. Continuiamo inoltre a sostenere con fermezza la soluzione dei due Stati, che è stata compromessa dalle recenti azioni di insediamento del governo israeliano in Cisgiordania».
«Le raccomandazioni della Commissione europea sono perversioni morali e
politiche e si spera che non vengano adottate – è la replica che il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar affida a X – . Qualsiasi azione contro Israele riceverà una risposta adeguata, e speriamo di non dover arrivare a questo».
«Ci rammarichiamo – ha spiegato dal canto suo il commissario europeo per il Commercio, Maros Sefcovic – di dover adottare queste misure. Tuttavia – ha aggiunto -, riteniamo che siano appropriate e proporzionate, data la crisi umanitaria in corso a Gaza».
Le proposte della Commissione, nel dettaglio
La Commissione non sta proponendo di sospendere il commercio con Israele, «gli scambi commerciali continueranno ad avvenire ma a condizioni diverse perché proponiamo di sospendere le preferenze di favore», ha spiegato un funzionario Ue.
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La Commissione propone in pratica di introdurre dei dazi su quei prodotti israeliani che godevano di zero dazi e di applicare il trattamento generale previsto dall’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), che prevede il principio della nazione più favorita, ovvero di applicare a tutti i partner commerciali i vantaggi o i benefici commerciali (come tariffe più basse) concessi a un Paese.
Se la proposta sarà adottata dal Consiglio andrà notificata al cosiddetto Consiglio di associazione, che è l’organismo che gestisce il funzionamento dell’accordo di associazione tra l’Ue e Israele, e le misure entreranno in vigore solo 30 giorni dopo tale notifica. Il periodo di 30 giorni è una prassi standard e ha l’obiettivo di garantire prevedibilità e chiarezza agli operatori economici e ai mercati.
Di quali merci si parla: prodotti agricoli (ma non le armi)
Sul piano commerciale la proposta colpisce le clausole che hanno creato la zona di libero scambio tra Ue e Israele. Nel 2024 Israele ha esportato nell’Unione europea merci per 15,9 miliardi (principalmente macchinari e mezzi di trasporto, prodotti chimici e altri manufatti). Mentre l’Ue ha esportato per 26,7 miliardi.
La sospensione delle preferenze tariffarie riguarda il 37% delle esportazioni israeliane di beni verso l’Unione (merci per un valore di 5,8 miliardi): si tratta principalmente di prodotti agricoli (frutta e verdura, frutta secca). L’altro 63% di scambi commerciali segue il trattamento previsto dalla Wto del principio della nazione più favorita.
Alle armi continueranno a essere applicati dazi zero perché non soggette al trattamento preferenziale previsto nell’accordo di associazione ma seguono le regole Wto.
L’importo aggiuntivo dei dazi che dovrebbero essere pagati dagli importatori europei sarà di circa 227 milioni di euro perché è l’importatore che paga le tariffe.
Le sanzioni
La Commissione propone di sanzionare con il congelamento dei beni e il divieto di ingresso nell’Ue i ministri Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, accusati di incitamento all’odio e di guidare la politica di espansione delle colonie.
Bruxelles propone anche di sanzionare 10 membri del gruppo direttivo di Hamas, distribuiti tra Gaza, Cisgiordania e Paesi terzi, ritenuti responsabili delle decisioni operative sugli attacchi terroristici.
Inoltre sono previste sanzioni contro tre coloni violenti e sei organizzazioni a loro collegate.
Il sostegno bilaterale
Sarà sospeso lo stanziamento annuale per Israele per il 2025, che è di circa 6 milioni di euro e che comprende lo strumento di cooperazione istituzionale e regionale: non sarà sottoposto all’approvazione degli Stati membri.
Per quanto riguarda i progetti e le attività già in corso, la Commissione non procederà ulteriormente. Ciò significa che, a seconda della fase in cui si trovano questi progetti, saranno sospesi i singoli contratti: si tratta di un totale di 14,4 milioni di euro per il periodo dal 2020 al 2024. Di questo importo, 4,3 milioni sono già stati contrattualizzati e circa 9,5 milioni non sono ancora stati contrattualizzati, ma sono in fase avanzata e saranno ora sospesi.
Non saranno sospesi i circa 20 milioni già stanziati a sostegno delle misure di lotta all’antisemitismo e di promozione della vita ebraica attraverso il sostegno a Yad Vashem.
Proseguiranno anche gli aiuti alla società civile, per la quale sono già stati stanziati circa 10 milioni di euro per il periodo dal 2021 al 2024.
Infine, c’è una parte specifica di 5 milioni di euro destinata a sostenere iniziative di costruzione della pace attraverso organizzazioni della società civile israeliana e palestinese. Anche questo programma continuerà a essere finanziato.
17 settembre 2025 ( modifica il 17 settembre 2025 | 16:29)
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