la Slovenia di Fabio Soli vince lo spareggio per gli ottavi e spegne i sogni della Germania, piegata 3-1 al termine di una battaglia di nervi e di talento. Decisivo un terzo set infinito, chiuso sul 33-31, che ha spianato la strada ai vicecampioni d’Europa, trascinati da Štern, Mujanović e dal capitano Urnaut. Per i tedeschi di Winiarski, guidati invano dai 22 punti di Röhrs, resta l’amaro di un’eliminazione che brucia. La Slovenia, invece, vola con merito tra le migliori sedici e conferma di poter recitare un ruolo da mina vagante.

La giornata ha però incoronato anche due potenze già pronte per la seconda fase. La Polonia, dopo aver perso il primo set, ha ribaltato l’Olanda e ha blindato il primato del girone B con tre vittorie su tre, confermando la solidità di una corazzata abituata a vincere. Non da meno la Turchia, spettacolare e implacabile: con un Lagumdzija in versione dominante, ha travolto il Canada e ha chiuso la Pool G senza lasciare per strada nemmeno un set. È così che il Mondiale entra nel vivo: tra qualificazioni sudate, colpi di scena e conferme da grande squadra, il tabellone degli ottavi prende forma e promette scintille. I primi quattro ottavi di finale sono Turchia-Olanda, Polonia-Canada, Bulgaria-Portogallo e Usa-Slovenia.

La Slovenia di Fabio Soli vola agli ottavi di finale del Mondiale battendo la Germania 3-1 (25-17, 17-25, 33-31, 25-22) al termine di un match ricco di tensione e di grande equilibrio. I vicecampioni d’Europa hanno iniziato con autorità, imponendo subito il proprio ritmo grazie a Tonček Štern (18 punti) e al muro di Kozamernik, ma hanno poi subito il ritorno tedesco nel secondo parziale, dominato dagli attacchi di Röhrs (22) e dalla precisione in regia di Zimmermann.

Il momento chiave è arrivato nel terzo set, giocato punto a punto fino all’infinito 33-31 in favore della Slovenia: a decidere ci hanno pensato i colpi di Mujanović (16) e l’esperienza di Urnaut, prezioso anche in seconda linea. La Germania ha accusato il colpo e nel quarto parziale ha provato a reagire, restando in scia fino al 20-20, ma la lucidità slovena nei finali di set ha fatto la differenza. Con questa vittoria la Slovenia accede agli ottavi, confermando la solidità del gruppo e la capacità di soffrire nei momenti cruciali, mentre la Germania di Winiarski esce di scena con più di un rimpianto per le occasioni mancate.

Il Portogallo soffre ma alla fine conquista due punti fondamentali nel girone D del Mondiale: a Pasay City la squadra di João José batte la Colombia 3-2 (23-25, 21-25, 25-23, 25-21, 15-12) dopo oltre due ore di gioco, ribaltando una situazione che sembrava compromessa e conquista l’accesso agli ottavi.

I sudamericani, guidati dall’esperto tecnico Paolo Montagnani, hanno iniziato meglio, imponendosi nei primi due set grazie all’efficacia di Jimenez e Benavides, autori rispettivamente di 18 punti a testa, e alle giocate a muro di Ararat. Sembrava l’inizio di un colpo grosso, ma dal terzo parziale in avanti i lusitani hanno trovato ritmo e continuità, affidandosi alla regia di Violas e alle conclusioni di Marques (19 punti) e Pinto (16).

Decisivo anche il lavoro dei centrali Kelton e Cveticanin, bravi a farsi sentire a muro e a riportare equilibrio. Nel tie-break i portoghesi hanno preso subito qualche punto di margine, resistendo al tentativo di rimonta avversario e chiudendo 15-12. Con questo successo il Portogallo sale a quota 5 punti in classifica e si consolida al secondo posto dietro agli Stati Uniti conquistando una qualificazione storica al secondo turno, mentre la Colombia raccoglie il primo punto del torneo ma resta ultima e ormai fuori dai giochi.

Il Qatar chiude il suo Mondiale con una vittoria che vale soprattutto per l’orgoglio, superando la Romania 3-1 (20-25, 25-22, 25-21, 25-21) al Smart Araneta Coliseum di Quezon City. Una partita senza più implicazioni di classifica, visto che entrambe le squadre erano già matematicamente eliminate, ma che ha comunque regalato momenti intensi e una prova di carattere da parte della formazione di Camilo Andres Soto. I rumeni avevano iniziato meglio, portandosi sull’1-0 grazie ai colpi di Chitigoi (16 punti) e Balean (15), sfruttando la poca lucidità qatariota e gli errori gratuiti nei momenti chiave.

Dal secondo set, però, il match è cambiato: il regista Bobby ha alzato il ritmo, trovando in Yassine Oughlaf (15 punti, top scorer) la bocca da fuoco più affidabile, mentre i centrali Belal (13) e Ibrahim (12) hanno alzato il muro rendendo complicata la vita all’attacco rumeno. La Romania ha cercato di reagire affidandosi anche a Bartha (11), ma non è bastato per fermare la progressione degli avversari. Il Qatar ha chiuso in crescendo gli ultimi tre parziali, imponendosi sempre con un margine di sicurezza e festeggiando l’unico successo del torneo. Una vittoria simbolica che lascia i mediorientali al terzo posto nel girone, mentre la Romania resta a zero punti, costretta a tornare a casa senza sorrisi.

La Bulgaria chiude imbattuta la fase a gironi del Mondiale dominando il Cile 3-0 (25-11, 25-12, 25-20) al Mall of Asia Arena di Pasay City. Una partita a senso unico nei primi due set, con la formazione di Gianlorenzo Blengini che ha imposto ritmo e qualità in ogni fondamentale, sfruttando la superiorità fisica e tecnica. Sugli scudi il giovane Aleksandar Nikolov, top scorer con 17 punti (39% in attacco, 2 muri e 2 ace), supportato da Asparuhov (10 punti) e Atanasov (12), per un attacco che ha chiuso col 44% di efficacia complessiva. A muro i bulgari hanno controllato agevolmente i tentativi sudamericani, accumulando un margine incolmabile già a metà parziale.

Nel terzo set il Cile, spinto da Bonacic (11 punti) e Parraguirre (7), ha trovato più continuità, riuscendo a tenere la scia fino al 16-15, ma l’esperienza dei bulgari ha fatto la differenza nel finale. Con questo successo la Bulgaria sale a 8 punti e si conferma al primo posto della Pool E, staccando il pass per la seconda fase con autorità e due set persi in tutto il girone. Per il Cile, all’opposto, terza sconfitta consecutiva e nessun punto raccolto: la squadra di Daniel Nejamkin chiude così la sua avventura iridata senza vittorie, pagando la differenza di esperienza rispetto agli avversari più quotati.

La Turchia conferma il suo dominio nella Pool G del Mondiale e batte nettamente il Canada 3-0 (25-21, 25-16, 25-25) al Smart Araneta Coliseum di Quezon City, restando imbattuta e chiudendo la prima fase a punteggio pieno. Dopo una partenza equilibrata, i ragazzi di Slobodan Kovac hanno preso in mano la partita grazie alla potenza di Adis Lagumdzija, autore di 15 punti con il 71% in attacco, ben spalleggiato dal fratello Mirza (9) e dallo schiacciatore Mandıracı (12). I turchi hanno dominato a rete (43 punti vincenti in attacco contro i 28 canadesi) e limitato al minimo gli errori diretti, costruendo margini sempre più ampi nei set centrali.

Il Canada, già sicuro della qualificazione, ha provato a resistere affidandosi ai colpi di Heslinga (6) e Hoag (8), ma ha pagato un rendimento troppo discontinuo e la scarsa efficacia in attacco (36% di squadra). Solo nel terzo parziale i nordamericani sono riusciti a restare agganciati fino al 20 pari, prima di cedere di fronte all’ennesimo break turco firmato ancora da Lagumdzija e Mandıracı. Con questo successo la Turchia chiude a quota 9 punti e vola alla seconda fase, con un impressionante bilancio di nove set vinti su nove. Il Canada resta fermo a 6 punti, comunque qualificato, ma dovrà alzare il livello per competere con le big nella fase a eliminazione.

Gli Stati Uniti confermano il loro dominio nel girone D superando una coriacea Cuba con il punteggio di 3-1 (25-22, 25-21, 23-25, 27-25) in poco più di due ore di gioco. Un successo che vale agli americani la terza vittoria consecutiva e il primato solitario nel raggruppamento, mentre i caraibici restano fermi a una sola affermazione e vedono complicarsi la corsa alla qualificazione.

Il match si è acceso sin dalle prime battute: Robinson (18 punti con 14 attacchi vincenti) ed Ewert (12) hanno dato continuità al gioco offensivo orchestrato da Christenson, mentre il muro di Knigge ha portato 6 punti pesanti. Cuba ha risposto affidandosi al talento di Concepcion e Masso (entrambi a quota 12), ben supportati dall’esperienza di Simón al centro. Dopo due set equilibrati ma vinti dagli USA, la reazione cubana è arrivata nel terzo parziale, chiuso con determinazione sul 25-23 grazie al servizio di Gomez e all’efficacia di Yant in attacco.

Nel quarto, però, la squadra di Karch Kiraly ha mostrato tutto il proprio carattere: sotto nel finale, ha rimontato trascinata ancora da Robinson e da un Garcia esplosivo a muro e in battuta. Il 27-25 ha sancito la chiusura di un incontro intenso, che conferma gli USA tra le candidate al titolo e lascia a Cuba il rimpianto di non aver concretizzato le occasioni per portare la sfida al tie-break.

La Polonia vince come da pronostico il girone B superando l’Olanda per 3-1 (22-25, 25-21, 25-22, 25-23) in una sfida intensa e ben giocata da entrambe le squadre. Con questo successo, la nazionale di Nikola Grbić chiude a punteggio pieno il raggruppamento, mentre gli uomini di Joel Banks si fermano a quota due vittorie ma confermano il secondo posto.

Gli olandesi sono partiti forte, sorprendendo i campioni del mondo con un primo set di grande aggressività, trascinati da Nimir Abdel-Aziz assente, ma sostituito alla grande da Maarten Ahyi (23 punti complessivi). Il muro di Korenblek e i colpi di Tuinstra (12) hanno permesso ai “Lupi arancioni” di imporsi 25-22. La reazione polacca non si è fatta attendere: nel secondo parziale Kurek (19 punti) ha preso in mano l’attacco, ben supportato da Fornal (15) e Semeniuk (14).

La partita si è decisa nei dettagli: equilibrio nel terzo e quarto set, con la Polonia più solida nei momenti chiave grazie al servizio e alla compattezza del muro, in cui ha brillato Kochanowski. Il 25-22 e il 25-23 finali hanno suggellato una vittoria di carattere, con i biancorossi capaci di ribaltare un avvio difficile e di chiudere con la miglior differenza set del girone. Per l’Olanda resta una prova incoraggiante, con la certezza di potersi giocare le proprie carte nella seconda fase contro avversarie di livello.

Il Giappone lascia il Mondiale con un piccolo sorriso, conquistando la prima e unica vittoria della sua avventura iridata contro la Libia, superata nettamente per 3-0 (25-20, 25-17, 25-12). Una partita senza implicazioni di classifica, con entrambe le formazioni già eliminate, ma che ha permesso ai nipponici di salutare il torneo con un successo utile almeno per l’orgoglio. La squadra di Philippe Blain ha preso subito il comando delle operazioni, imponendo il proprio ritmo in attacco grazie a Miyaura (15 punti) e al capitano Ishikawa (12), ben supportati da Ran (11) e dal centrale Larry (10). Troppa la differenza di qualità tecnica e fisica per lasciare spazio alle speranze avversarie.

La Libia ha provato a restare in partita con le giocate di Ilkhbayri (11 punti) e di Abulababa (8), oltre ai muri di Alghoul, ma con il passare dei set ha progressivamente ceduto sotto i colpi di una formazione più esperta e organizzata. Il terzo parziale si è trasformato in un monologo giapponese, chiuso con un perentorio 25-12 che ha fotografato la distanza tra le due squadre. Per il Giappone resta un Mondiale da dimenticare, chiuso con un bilancio pesante ma almeno con un ultimo squillo, mentre la Libia termina a sua volta senza vittorie, pagando l’inesperienza e la scarsa abitudine a confrontarsi con avversari di livello internazionale.