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Redazione Economia
L’authority di Internet ha ordinato alle proprie aziende tecnologiche di interrompere gli acquisti di semiconduttori di intelligenza artificiale da Nvidia. Il nuovo prodotto americano sarebbe costoso e i cinesi credono di far meglio
La Cina ordina alle proprie aziende tecnologiche di interrompere gli
acquisti di semiconduttori di intelligenza artificiale da Nvidia nel tentativo di supportare la crescita della propria industria. Secondo quanto riportato dal Financial Times la Cyberspace Administration of China, authority nel campo di internet, ha comunicato a gruppi tech come ByteDance e Alibaba di porre fine ai test e agli ordini dell’RTX Pro 6000D di Nvidia superando quindi l’indicazione che fino a questo momento riguardava il modello H20 utilizzato in Cina per l’AI.
La comparazione con i prodotti cinesi
Secondo quanto ricostruito da Ft, i regolatori cinesi hanno di recente convocato aziende produttrici di chip come Huawei e Cambricon ma anche Alibaba e Baidu per verificare la qualità raggiunta dai chip cinesi rispetto a quelli di produzione americana e hanno valutato che il livello è comparabile o anche migliore dei prodotti Nvidia che possono essere importati dagli Stati Uniti. L’obiettivo dei produttori cinesi è di triplicare nel 2026 la produzione di processori per l’AI.
Il disappunto americano
«Ovviamente abbiamo espresso il nostro disappunto alle controparti cinesi, ma non aveva nulla a che fare con i colloqui in corso o con il loro esito», ha detto il segretario al Tesoro Usa Scott Bessent in un’intervista alla Cnbc, in merito all’Antitrust cinese che ha anche ritenuto Nvidia responsabile della violazione delle regole nazionali sulla concorrenza. Circa un’ora prima dell’annuncio della State Administration for Market Regulation, le delegazioni di Cina e Usa avevano dato il via a Madrid al secondo giorno di colloqui sul commercio.
Il nuovo chip è troppo costoso
Forse a suggerire lo stop anche la domanda di mercato piuttosto tiepida in Cina per il nuovo chip per l’intelligenza artificiale di Nvidia. Il quotidiano «South China Morning Post», edito a Hong Kong, citando fonti vicini alle trattative, ha spiegato come il microchip, pensato principalmente per attività di inferenza Ia, sarebbe considerato troppo costoso rispetto alle sue prestazioni e meno potente del modello RTX5090, vietato dagli Stati Uniti in Cina ma reperibile sul mercato grigio a meno della metà del prezzo dell’Rtx6000d, cioè a circa settemila dollari.
Gli ordini ancora fermi
Giganti della tecnologia cinese come Alibaba, Tencent e ByteDance erano appunto in attesa di chiarimenti sull’evasione degli ordini. L’azienda statunitense aveva ottenuto nuovamente l’autorizzazione a vendere il chip in Cina a luglio, ma le spedizioni non erano ancora riprese. Le aziende cinesi sperano anche che il B30a di Nvidia, un’unità di elaborazione grafica (Gpu) molto più potente dell’H20, venga approvato da Washington. Ora lo stop dell’authority cinese.
La replica di Nvidia
Nvidia, dal canto suo, ha riferito di rispettare tutte le leggi in risposta all’indagine dell’Antitrust cinese. Si tratta solo l’ultimo sviluppo della battaglia tecnologica tra Pechino e Washington. «Rispettiamo la legge sotto ogni aspetto», ha riferito la società in una nota, assicurando che «continueremo a collaborare con tutte le agenzie governative competenti nella valutazione dell’impatto dei controlli sulle esportazioni sulla concorrenza nei mercati commerciali».
La delusione di Huang
Anche il Ceo di Nvidia, Jensen Huang, si è detto «deluso». In risposta a una domanda sull’articolo del Ft, riporta la Cnbc, Huang ha dichiarato che «possiamo essere al servizio di un mercato solo se il Paese lo desidera». «Probabilmente abbiamo contribuito al mercato cinese più di quanto abbia fatto la maggior parte dei Paesi. E sono deluso da quello che vedo», ha detto Huang. «Abbiamo consigliato a tutti gli analisti finanziari di non includere la Cina» nelle previsioni finanziarie, ha dichiarato Huang ai giornalisti, durante una conferenza stampa a Londra. «Il motivo è che questo aspetto sarà in gran parte oggetto di discussioni tra il governo degli Stati Uniti e quello cinese». Dopo una partenza cauta il Nasdaq vira subito in territorio negativo a Wall Street appesantito dal settore tech, con Nvidia in forte calo (-2,6%) sulla scia delle notizie secondo le quali le aziende tecnologiche cinesi potrebbero smettere di acquistare i suoi chip.
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17 settembre 2025 ( modifica il 17 settembre 2025 | 15:54)
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