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Redazione Salute

In occasione del quarantesimo anniversario dalla sua fondazione, l’appello dell’associazione: testarsi anche senza sintomi è essenziale per fermare l’epidemia silenziosa, che registra nell’ultimo anno una preoccupante crescita, in Italia (quasi +10% rispetto al 2022) e in Europa. Per intercettare le infezioni sommerse, servirebbero almeno 2,5 milioni di test in un anno

Su oltre 11.400 test per l’Aids eseguiti dal 2018 al 2024 un caso ogni 130 circa è risultato positivo: grazie all’impegno delle sue sedi regionali, negli anni Anlaids ha infatti promosso in tutta Italia iniziative di testing rapido e counselling fuori dagli ospedali, presso CheckPoint e presidi dell’associazione. Tra chi si è sottoposto al test per la prima volta, stando alle stime di Anlaids, una positività ogni 279 esami effettuati.

I dati italiani

I dati sono stati presentati dall’Associazione al XVII congresso nazionale ICAR – Italian Conference on AIDS and Antiviral Research, quest’anno in cui l’Associazione celebra i 40 anni di attività. Il 43% di coloro che si sono sottoposti al test – di cui il 41,9% salivari, il 58,2% capillari, il 61,1% effettuato su uomini, il 38,9% su donne – aveva età compresa tra i 18 e i 24
anni,
il 28% tra i 25 e i 30 anni, il 16% tra i 31 e i 40. Il 61% ha dichiarato comportamento eterosessuale, il 34% omosessuale. Il 75% era italiano, il 25% straniero. Il test rapido, disponibile anche in versione salivare, anonimo, non invasivo e gratuito, restituisce il risultato in pochi minuti. È uno strumento prezioso per raggiungere chi altrimenti non si sottoporrebbe al test, soprattutto i giovani, che rappresentano il 43% del campione testato da Anlaids, le persone asintomatiche e coloro che non si rivolgono abitualmente ai servizi sanitari.



















































La circolazione dell’Hiv

Luca Butini, presidente di Anlaids, dichiara: «Questi numeri ci dicono che il virus circola anche tra chi non ha sintomi e non si percepisce a rischio. L’Hiv oggi si può prevenire e trattare, ma solo se si conosce il proprio stato sierologico e il test rappresenta il primo passo fondamentale. Per intercettare le infezioni sommerse, servirebbero almeno 2,5 milioni di test in un anno. È un obiettivo ambizioso, ma possibile che ci porterebbe a raggiungere l’obiettivo globale di Unaids, il Programma delle Nazioni Unite per l’Hiv/Aids, di porre fine alla sindrome da immunodeficienza
acquisita come minaccia per la salute pubblica entro il 2030». 

Nuove diagnosi di infezione, ritorno ai livelli pre-Covid

Secondo l’ultimo notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità, nel 2023 il nostro Paese ha registrato un incremento significativo delle nuove diagnosi di infezione da HIV, segnando un ritorno ai livelli precedenti alla pandemia di Covid-19, con 2.349 nuove diagnosi segnalate, pari a un’incidenza di 4,0 casi per 100.000 residenti (+9,8% rispetto al 2022). Stando al Rapporto 2024 di sorveglianza per Hiv/Aids,  pubblicato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), emerge un numero totale di nuove diagnosi di Hiv pari a 113.000 in 47 dei 53 paesi della regione europea dell’Oms, in leggero aumento (+2,4%) rispetto all’anno precedente.

Serve un cambio di paradigma

«Questo dato allarmante impone un cambio di paradigma: il test deve essere portato dove le persone vivono, lavorano e si curano. Investire nei test rapidi significa abbattere le barriere all’accesso, ridurre le diagnosi tardive e costruire una sanità più inclusiva ed efficace. Anlaids auspica che il Piano Nazionale d’Azione per porre fine all’HIV, alle epatiti virali e alle infezioni sessualmente trasmissibili (PNA HIV-EP-IST), ora al vaglio della Conferenza Stato Regioni, conduca a politiche regionali che prevedano fondi
dedicati, formazione del personale e campagne di sensibilizzazione per promuovere l’uso dei test rapidi in tutti i contesti sanitari e comunitari.  Anlaids invita tutti a informarsi, proteggersi e testarsi. La conoscenza è la prima forma di prevenzione: nessuno dovrebbe scoprire troppo tardi di essere positivo», conclude il presidente di Anlaids, Luca Butini.

Chi è Anlaids

Fondata nel 1985,  Anlaids – Associazione Nazionale per la Lotta contro l’Aids ETS è la prima associazione nata in Italia per fermare la diffusione del virus Hiv e dell’Aids. Persegue finalità solidaristiche e di utilità sociale senza scopo di lucro, opera per informare e sensibilizzare su Hiv e infezioni sessualmente trasmissibili, fare prevenzione e rendere accessibili i test Hiv gratuiti. Oggi è presente sul territorio nazionale con 14 sedi in 11 regioni. Presso il Ministero della Salute è componente della Commissione nazionale Aids e della Consulta delle associazioni Aids.

24 luglio 2025 ( modifica il 24 luglio 2025 | 17:01)