Il sostituto procuratore Giorgio Nicola ha chiesto quattro mesi di carcere per il ginecologo torinese Giancarlo Dolfin coinvolto nel processo per interruzione colposa di gravidanza, mentre ha chiesto l’assoluzione per la figlia Elisabetta, anch’essa medico. La coppia è difesa dagli avvocati Luigi Giorno, Franco Camerino e Antonio Gilestro. La vicenda nasce dalla denuncia di una paziente che l’11 gennaio 2019 perse i due gemelli che portava in grembo, concepiti tramite procreazione medicalmente assistita. L’intervento era avvenuto alla clinica Promea. La requisitoria si è svolta davanti al tribunale di Torino.

L’accusa

Durante l’udienza dello scorso dicembre, la donna – assistita dall’avvocato Fulvio Rosari – aveva ripercorso tra le lacrime la propria esperienza. Collega di università della sua ginecologa, aveva scelto di affidarsi a lei per sentirsi garantita su eventuali problematiche genetiche dei bambini e, per questo, si era sottoposta ad amniocentesi. L’esame era stato eseguito presso un centro specializzato, dove lavorava anche il padre della dottoressa.

Un’infezione letale

Pochi giorni dopo l’intervento, la donna aveva sviluppato febbre, ma non le era stata prescritta alcuna terapia antibiotica. L’11 gennaio, con forti dolori e perdite sempre più abbondanti, si era presentata nuovamente in ospedale. Lì le era stato comunicato che il parto era già in corso: i gemelli erano nati morti. Gli accertamenti avevano poi rilevato un’infezione da stafilococco, che avrebbe determinato l’interruzione della gravidanza. La sentenza è attesa il 29 ottobre.

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