Il ministro delle Finanze israeliano di estrema destra Bezalel Smotrich ha definito la Striscia di Gaza un ‘Eldorado immobiliare’, riferendosi al dibattito sul “giorno dopo” la guerra. Intervenendo al vertice sulla rigenerazione urbana organizzato dal Centro immobiliare e dal portale Madlan 2025, ha dichiarato che la ricostruzione della Striscia potrà trasformarsi in un investimento redditizio, rivelando di aver “già iniziato una trattativa con gli americani”. Smotrich ha parlato di una visione “utopica” che circola anche nell’amministrazione Trump, descrivendola come un “business plan” costruito “dalle persone più professionali che ci siano”. Ha aggiunto che il progetto si trova ora sul tavolo del presidente degli Stati Uniti e che si sta verificando “come questa cosa diventa un Eldorado immobiliare, non sto scherzando, e si ripaga da sola”.

“Oggi al Collegio dei Commissari abbiamo discusso della situazione a Gaza, l’operazione a Gaza City rappresenta un’escalation della guerra, oggi presentiamo un robusto pacchetto di sanzioni: l’obiettivo non è punire Israele ma migliorare la situazione a Gaza, tutti gli Stati membri sono d’accordo nel dire che la situazione umanitaria è intollerabile”. Lo ha detto l’alto rappresentante Ue Kaja Kallas in conferenza stampa, precisando che “oltre ai ministri israeliani estremisti” nel pacchetto – che deve essere approvato all’unanimità – “ci sono altri membri di Hamas e coloni violenti”. La proposta inoltre include misure sul commercio .

“La partecipazione alle esercitazioni militari russe e l’acquisto di petrolio russo ostacolano il rafforzamento dei legami, poiché in ultima analisi la nostra partnership non riguarda solo il commercio, ma anche la difesa dell’ordine internazionale basato sulle regole: dovremmo essere dalla stessa parte” ha aggiunto Kallas. “Le opinioni pubbliche stanno cambiando all’interno degli Stati membri perché le persone vogliono che le sofferenze a Gaza si fermino: ora avremo una discussione al Consiglio Affari Esteri ma, allo stesso tempo, le posizioni politiche restano quelle che sono”.

“Sospendiamo il sostegno bilaterale al governo israeliano. Si tratta di un segnale importante, che conferma la nostra politica a favore della pace. In particolare, 14 milioni di euro di fondi già stanziati per il periodo 2020-2024. Di tale importo, 4,3 milioni di euro sono stati contrattualizzati, mentre 9,4 milioni di euro rimangono non contrattualizzati. Fino a nuovo avviso, non procederemo all’identificazione congiunta di nuove azioni né alla firma di contratti”. Lo ha annunciato la commissaria Ue Dubravka Suica sottolineando che in questo caso l’esecutivo comunitario ha potuto prendere una decisione “indipendente”.

“Come annunciato, non sospenderemo lo stanziamento di 20 milioni di euro destinati a misure volte a combattere l’antisemitismo e a promuovere la vita ebraica sostenendo Yad Vashem. Allo stesso modo, rimarranno invariati i 10,2 milioni di euro destinati alla società civile. Continuerà anche il sostegno dell’Ue alle iniziative di costruzione della pace attraverso la società civile israeliana e palestinese, con uno stanziamento medio di 5 milioni di euro all’anno”, ha spiegato Suica.

Al Coreper di questo pomeriggio la Commissione europea ha presentato le proprie proposte per esercitare pressione su Israele a fronte dell’attuale situazione a Gaza. L’Italia è stata tra i Paesi membri che hanno preso la parola nel dibattito. A quanto si apprende, Roma ha preso nota, ⁠ha ricordato il proprio sostegno alla risoluzione Onu per la soluzione a due Stati, ⁠ha ribadito il proprio sostegno all’adozione di sanzioni contro coloni violenti ⁠e si è detta “disponibile a parlare di sanzioni contro i ministri estremisti israeliani”.

“Gli orribili eventi che si verificano quotidianamente a Gaza devono cessare. È necessario un cessate il fuoco immediato, un accesso illimitato per tutti gli aiuti umanitari e il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas. L’Ue rimane il principale donatore di aiuti umanitari. Continuiamo inoltre a sostenere con fermezza la soluzione dei due Stati, che è stata compromessa dalle recenti azioni di insediamento del governo israeliano in Cisgiordania”. Lo scrive su X la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.

“La raccomandazione della Commissione Ue, guidata dalla presidente Ursula von der Leyen, è distorta dal punto di vista morale e politico, e si spera che – come in passato – non venga adottata. Eventuali provvedimenti contro Israele riceveranno una risposta adeguata, anche se speriamo che non si arrivi a quel punto”. Lo scrive su X il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar dopo l’annuncio sulla raccomandazione per la sospensione del sostegno bilaterale al governo israeliano. “Azioni contro Israele danneggerebbero gli stessi interessi dell’Europa. Israele continuerà a lottare, con l’aiuto dei suoi amici in Europa”, ha aggiunto.

   

Fonti Ue: ‘La proposta colpisce il 37% del commercio con Israele’

La proposta della Commissione mira a sospendere una parte – “la più significativa” – del trattato commerciale preferenziale tra l’Ue e Israele, che equivale al 37% del volume totale. Il resto, spiega un alto funzionario europeo, è regolato dai patti presi nel quadro del WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio) e non è soggetto alle misure. In termini pratici, si tratta di circa 227 milioni di euro all’anno, che ora saranno soggetti a dazi maggiorati e quindi applicati agli importatori europei (in tutto nel 2024 l’Ue ha importato beni da Israele per un valore totale di 16 miliardi di euro). Il grosso riguarderà i prodotti agricoli

L’import di armi da Israele non coperto da sanzioni

Il settore delle armi non sarà toccato dalla proposta della Commissione Europea sulla sospensione del trattamento preferenziale delle misure commerciali fra Ue e Israele poiché non rientra nelle specificità dell’accordo di associazione ma è anzi coperto dal quadro generale del Wto. Lo precisa un alto funzionario Ue illustrando i dettagli della proposta dell’esecutivo blustellato, sottolineando che gli armamenti beneficiano spesso della “clausola di confidenzialità” per cui non è dato sapere con certezza quanto pesi sull’interscambio generale tra Ue e Israele.

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