di
Marco Bonarrigo
Il 20enne è cresciuto nella pista dello stadio Guidobaldi di Rieti circondato da una famiglia di sportivi. Ha ottenuto grandi risultati in qualunque disciplina si è cimentato, anche nel salto in alto e sui 100 metri
Quella del salto in lungo per Mattia Furlani è stata una scelta di cuore. Cresciuto sulla pista dello stadio Guidobaldi di Rieti, la città dove la famiglia si era trasferita da Grottaferrata nel 2010 quando lui aveva solo cinque anni, Mattia aveva a disposizione un padre (Marcello) ex saltatore in alto, una madre, Khaty Seck, con un passato di velocista, un fratello e una sorella atleti e una genetica fenomenale. Fino ai 13 anni Mattia si divideva tra atletica e basket, suo grandissimo amore, ma poi ha scelto l’atletica ottenendo risultati favolosi in qualunque disciplina si cimentasse, dalla velocità agli ostacoli, dall’alto ma trascurando il lungo a cui arriverà solo più tardi. Nel 2020 diventa il miglior under 16 italiano di sempre nell’alto (2.10) ma ritocca anche il primato sui 150 metri (16”57).
Nel 2021 è finalista agli Europei U20 prima di salire a 2,17 per diventare il miglior sedicenne italiano di sempre. «Ho cercato tante strade alternative pur sapendo che il mio talento era indirizzato verso i salti: ero irrequieto, volevo esplorare altri possibili futuri» ha spiegato Mattia in un’intervista al Corriere. I suoi primati parlano da soli. A quindici anni Mattia saltava già 2 metri e 10 in alto (poi arriverà a 2 e 17), sui 100 metri ha corso in scioltezza in 10”64, sui 200 ha un eccellente 21”12. Quando Furlani sembra indirizzato verso un futuro da altista (sotto la guida del padre, che aveva un ottimo 2,27 metri) arriva la svolta verso il salto il lungo dove lui giudica di poter esprimere meglio il suo carattere. «Dovevo scegliere tra una specialità dove ti giochi tutto in 10 secondi – ha raccontato – e altre due in cui cerchi il gesto tecnico perfetto in ogni rincorsa. Nel salto in alto hai tre tentativi per misura e a inizio gara sei in zona di comfort. Nel lungo ogni rincorsa è una sfida senza rete: disciplina perfetta per il mio carattere».
Al suo fianco c’è mamma Kathy che decide di seguirlo perché «da atleta non ho mai trovato un allenatore adatto a me e non volevo che Mattia facesse la stessa fine». Quella di Kathy Seck – lo si è visto a bordo pista anche a Tokyo – è una presenza discreta, quella di chi sa usare poche buone parole al momento giusto. «Ci intendiamo con uno sguardo» spiega Mattia. La sua progressione, come si legge nelle schede della Federatletica, è impressionante. Nella stagione invernale 2022 ha rivelato le sue qualità anche nel lungo saltando due volte 7,47 metri e all’aperto arriva a 7,87 strappando a Andrew Howe la migliore prestazione italiana allievi dopo 21 anni. Agli Europei U18 di Gerusalemme vince lungo (8.04) e alto. Poi stabilisce il record europeo Under 18 al coperto nel 2023 con 7,99, quindi nella stagione outdoor atterra ad un 8,44 ventoso (+2.2), miglior misura under 20 della storia in ogni condizione, e raggiunge un 8,24 regolare per battere il record italiano juniores di Howe dopo 19 anni. Successivamente ha vinto il titolo europeo U20 ancora a Gerusalemme con 8.23. Nel 2024 dopo aver ritoccato il suo record europeo U20 indoor (8.08) diventata primatista italiano assoluto al coperto con 8.34 sorpassando Howe (8,30 nel 2007).
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Poi l’esplosione: argento ai Mondiali indoor con la stessa misura del vincitore Tentoglou (8.22) e 8,36 a Savona che gli valgono il record mondiale under 20 che diventano 8,38 a Roma dove conquista l’argento europeo. Nella finale olimpica di Parigi vince il bronzo e diventa la più giovane medaglia dell’atletica azzurra degli ultimi 100 anni. A fine stagione è stato proclamato «Rising Star» a livello mondiale, primo successo della storia per un italiano ai World Athletics Awards. Nel 2025 ha incrementato la sua miglior misura italiana di sempre al coperto prima dell’argento agli Europei indoor di Apeldoorn e dell’oro ai Mondiali indoor di Nanchino.
17 settembre 2025 ( modifica il 18 settembre 2025 | 00:05)
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