di
Claudio Mazzone

Dopo Napoli, Bologna, Palermo e Caserta: tutti in coda per le cover dei telefonini create dall’influencer 27enne. «Ho cominciato nel negozio di elettronica dei miei. Quanto odio che incontro sui social»

«Sui social non ho strategie, sono spontanea e mostro l’amore che ho per il mio lavoro. Questo conta, non le strategie». Per New Martina, all’anagrafe Carmen Fiorito, fenomeno da 10 milioni di follower sulle piattaforme digitali, la spontaneità è il vero punto di forza per il successo. D’altronde la tiktoker napoletana è ormai un’imprenditrice di successo che, tra cover e pellicole, a soli 27 anni e 5 negozi aperti, ha trasformato la personalizzazione dei cellulari in una vera e propria mania. 
L’ultima apertura dello store New Martina in un centro commerciale di Rozzano, a Milano, ha visto una folla da concerto con i clienti che attendevano la Fiorito come i fan fanno con le popstar.

Chi è davvero Carmen Fiorito, prima di essere New Martina?
«Sono una ragazza di 27 anni (scriva bene l’età che me la sbagliano tutti), nata a Napoli centro e cresciuta nel commercio di elettronica. La mia famiglia è in questo settore da sempre, ha iniziato il mio bisnonno».



















































Quando e come è nata invece New Martina?
«È un po’ complicato, perché la mia storia è diversa da quella di molti miei coetanei». 

Ce la racconta?
«In modo immaturo, ho deciso di lasciare gli studi prima di terminarli e, a quel punto, dovevo darmi da fare nell’unica cosa che avevo: il negozio di famiglia. Quindi prima del Covid ho iniziato a lavoricchiare nel negozio di mio padre a Napoli. Sui social ero già presente e mi piaceva utilizzarli per pubblicizzare i nostri prodotti». 

Poi cosa è scattato?
«Ho vissuto un periodo buio, di quelli che tutti i ragazzi attraversano, è durato due anni. Stavo abbandonando il lavoro, non vedevo prospettive, addirittura non spedivo gli ordini che ricevevo. Mi sentivo in crisi e avevo bisogno di qualcosa che mi rigenerasse». 

Cosa l’ha aiutata?
«La creatività. Il mondo dell’elettronica in generale non mi appassionava però mi piaceva “martinizzare” i telefoni. Mi rallegrava l’espressione di soddisfazione che si stampava sulla faccia dei clienti quando riuscivo a dare nuova vita ai loro cellulari con una cover giusta o con una pellicola e ho deciso di focalizzarmi su questo. Nel settembre 2022 ho ricominciato a lavorare con continuità nel negozio di papà e mi sono concentrata sulla crescita del mio profilo TikTok». 

È stata questa la vera svolta?
«Si. Da settembre a febbraio, pubblicando tutti i giorni, ho totalizzato 100 mila follower, le vendite sono aumentate e il negozio stava iniziando a crescere. Proprio quando tutto andava per il verso giusto mi hanno bloccato l’account. Dovevo ricominciare tutto da capo…». 

Ha perso 100 mila follower?
«Sì ed ero scoraggiata, convinta che non avrei mai più raggiunto quei numeri. Feci un video chiedendo di seguire il nuovo profilo, ma senza troppa convinzione». 

E invece?
«I primissimi giorni sono stati un incubo, i video non andavano, avevo totalizzato solo 2mila visualizzazioni e nelle live entravano in appena 50. Invece sono bastati 4 giorni e sono arrivata a 100 mila follower , in un mese sono diventati un milione. Poi ho pubblicato il mio video più famoso, con mezzo miliardo di visualizzazioni, che ha portato una crescita di un milione di follower a settimana e un traffico medio di 300 milioni per ogni contenuto. Un video in cui metto una pellicola e una cover, qualcosa che per me era normale, ma che è diventato virale oltre ogni mia aspettativa».

Cosa è cambiato?
«A Napoli avevamo la fila fuori al negozio ogni giorno. La folla bloccava la strada e la gente veniva a chiedermi le foto. Io non ero abituata e all’inizio rifiutavo. Perché volevano una foto con me che non ero nessuno?». 

E a livello di vendite?
«Ho dovuto chiudere il sito per un mese perché erano arrivati così tanti ordini che non riuscivo a smaltirli. Avevo un’enciclopedia di ordini che non potevo evadere, ma tutti hanno aspettato, nessuno ha rifiutato. Lì ho avuto la prima conferma sul prodotto». 

La seconda?
«A dicembre del 2023 con l’apertura del primo store a Bologna». 

Perché?
«Il negozio è in pieno centro, in via dell’Indipendenza, in una zona pedonale. Il giorno dell’inaugurazione la gente ha bloccato tutto dalla mattina presto, eppure l’apertura era prevista per le 17». 

New Martina ha bloccato Bologna?
«Pazzesco. Mi sono resa conto di cosa era davvero la New Martina». 

Il prodotto regge senza di lei in negozio?
«Si, assolutamente. Abbiamo aperto a giugno a Palermo, con 4 mila persone venute all’inaugurazione, e a novembre al centro commerciale Campania a Marcianise». 

Si è mai chiesta perché le persone fanno la fila ai suoi negozi?
«Perché il nostro prodotto è riconoscibile, pensato, differente dalla concorrenza e studiato da un lavoro profondo. New Martina è un brand che veste un cellulare con personalità e stile e rappresenta un modo di essere di chi lo porta. Quello che faccio è un lavoro che esiste da sempre, io l’ho solo valorizzato e ci ho creduto». 

Esiste da sempre e da sempre ci lavora la sua famiglia. Quanto ha contato questo nel suo successo?
«Tantissimo. Ho sempre voluto far conoscere la nostra storia». 

Se lo aspettava che diventasse così grande con milioni di follower, folle ad aspettarla e notorietà?
«A dire la verità no. A me bastava che lo store fosse conosciuto a Napoli e magari lavorare con le vendite online, tutto il resto non me lo aspettavo».

Qual è la strategia vincente?
«Non c’è nessuna strategia. Sono semplicemente me stessa». 

Solo spontaneità?
«Non solo, è fondamentale credere in quello che si fa. In quello che ho costruito ci credo io, ci crede il mio staff e la mia famiglia e questo arriva anche sui social. New Martina è un’azienda che ha alla base le dinamiche familiari, i ragazzi che lavorano per noi diventano figli per i miei genitori e fratelli o sorelle per me». 

La spontaneità, con 10 milioni di follower, può resistere?
«Io sono come mi mostro. I miei video non hanno sovrastrutture o costruzioni, sono fatti e pubblicati al momento». 

Quanto è stato difficile gestire il successo?
«È nato tutto velocemente, un giorno avevamo un negozio normale, il successivo c’era la fila di clienti che bloccava la strada, le fotografie e la notorietà. Ho vissuto questa sovraesposizione in maniera naturale, non mi è mai pesata, l’unica cosa che mi ha dato fastidio è l’odio che sui social purtroppo esiste». 

All’odio degli hater come risponde?
«Non sono laureata, non sono un medico e nemmeno un avvocato ma creo posti di lavoro attraverso un percorso onesto e una vita di sacrifici e rinunce. I social dovrebbero essere uno svago e invece c’è tanto odio che fa male non tanto a me, ma ai più indifesi». 

E lei cosa risponde?
«Non rispondo. Questi odiatori parlano senza saper nulla di me. Non conoscono la mia storia e il mio mondo. Il fango che provano a lanciare non mi tange, anzi mi spinge a continuare sulla stessa strada perché mi fa capire che sto facendo bene il mio lavoro». 

Qual è il sogno nel cassetto di New Martina?
«Portare New Martina fuori dai confini nazionali, siamo già forti sui social in tante realtà all’estero, quindi possiamo funzionare come retail anche fuori dall’Italia. Per ora, però, stiamo ampliando l’assortimento dei prodotti e siamo alla ricerca di ragazzi e ragazze da assumere perché vogliamo arrivare a 10 punti vendita in tutta Italia». 


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17 settembre 2025 ( modifica il 17 settembre 2025 | 17:57)