Non solo regolamenti tecnici e gare Sprint. Sono tanti gli argomenti sul tavolo di Stefano Domenicali, inclusi quelli di carattere governativo. L’italiano crede fermamente nella necessità di implementare un sistema di commissari di gara professionisti, affermando che la Formula 1 sarebbe anche disposta a investire di tasca propria. A questa si affianca poi un’altra urgenza impellente, ossia la definizione in maniera chiara del ruolo della F1 Commission, come Domenicali ha spiegato nell’incontro di fine agosto con la stampa italiana, inclusa FormulaPassion.

L’investimento sugli stewards professionisti

Negli ultimi anni si è diffusa sempre di più l’opinione circa la necessità di assumere dei commissari di gara professionisti, abbandonando il sistema attuale basato su stewards volontari il cui continuo avvicendamento ha spesso portato a verdetti differenti per episodi molto simili in pista. Domenicali si dice consapevole dell’importanza della questione: “C’è un tema legato a come la Federazione deve e può implementare un sistema di controllo, migliorando quello dei commissari e dando più uniformità di giudizio”.

“Tutti questi spunti si ricollegano al fatto che bisogna discutere delle quote che le squadre devono versare e su cui noi siamo anche disposti a investire con la Federazione per garantire che il campionato venga gestito in maniera migliore”, commenta il CEO. “Noi siamo qui per far crescere il campionato e se c’è bisogno di un sistema di controllo degli stewards all’avanguardia, di far crescere nuovi commissari e direttori di gara, noi siamo i primi a voler investire, perché questo garantirebbe un futuro importante”.

L'incidente di Antonelli in AustriaPhoto by ERWIN SCHERIAU/APA/AFP via Getty Images

Il problema è reperire i fondi necessari a finanziare la retribuzione ma anche la formazione di tali figure, spese che la Formula 1 è disposta in parte a coprire, a detta di Domenicali: “Oggi la Formula 1 è diventata complessa. Prima c’erano solo la dimensione tecnica e quella sportiva, mentre ora c’è anche quella finanziaria. Tutto questo deve avere dall’altro lato un sistema con dei professionisti che, se necessario, vanno retribuiti. Noi siamo disposti a fare la nostra parte, perché credo sia doveroso e che dia credibilità al sistema”.

Il ruolo della F1 Commission

Nell’agenda di Domenicali c’è poi un altro argomento di vitale importanza, legato alle dinamiche tra le varie forze governative del Circus: “Bisogna affrontare un tema strategico per la definizione della parte di governance con la FIA e le squadre. C’è la necessità di definire i meccanismi per i quali da un lato ci sia la garanzia che i regolamenti possano essere cambiati in maniera corretta, nel quale noi e la Federazione dobbiamo camminare mano nella mano, perché noi rappresentiamo una parte e la FIA un altro ruolo, ma con l’obiettivo comune di definire il futuro della Formula 1. Dall’altra parte, serve il supporto delle squadre per affrontare le varie questioni”.

Uno dei temi è la definizione del numero di voti necessari per cambiare eventualmente i regolamenti in futuro. Secondo il CEO, infatti, è importante che le squadre continuino ad avere voce in capitolo, senza concentrare il potere decisionale nelle mani di FIA e Formula 1: “L’idea è quella di trovare un bilanciamento affinché le squadre possano avere una voce in capitolo e discutere con noi gli argomenti da affrontare in F1 Commission. Il vero tema credo che sia cercare di capire qual è la centralità della F1 Commission”.

Domenicali e Ben Sulayem in Texas© Copyright: Moy / XPB Images

Il problema risiede nei rappresentanti con cui alcune squadre si presentano alle riunioni al posto dei responsabili senza libertà decisionale: “Io ho la delega per portare avanti quello che ritengo sia giusto affrontare dal punto di vista commerciale. Nelle altre squadre però non tutti hanno la stessa delega e c’è sempre la necessità da parte di alcuni di verificare prima con i propri azionisti o comunque con chi tira veramente le fila. Sotto questo punto di vista, il meccanismo è un po’ rallentato rispetto ai vecchi tempi”, conclude Domenicali.