Massimo Giletti, da lunedì 22 settembre, torna a condurre «Lo stato delle cose» in prima serata su Rai3. La prima puntata, annuncia il giornalista, si aprirà ospitando Michele Santoro. «E con lui, si potrebbe creare anche un rapporto più intenso, è un mio grande sogno: siamo agli inizi di un percorso, ma il fatto che lui apra la prima puntata del mio programma già dice molto…», anticipa Giletti. E poi, visto che il giorno prima, domenica 21, ci sarà il raduno leghista a Pontida, ecco annunciata anche la presenza in studio di Roberto Vannacci.
Ci sarà più cronaca o più politica nelle puntate del suo programma?
«La tv deve vivere sulle ultime 24 ore, sul tema dominante, anche a costo di scardinare all’ultimo e buttare a mare quel che si è costruito durante l’intera settimana – risponde a Leggo – Del resto, sono nato sull’esperienza di “Mixer” e dei suoi ritmi. Poi, si punterà con forza sui temi, anche quelli più divisivi, stando sempre dalla parte di chi ha il coraggio di denunciare, senza mollare mai la presa, a volte insistendo su un fatto anche per anni e non sfruttando una storia per poi lasciarla lì e passare alla prossima. Parleremo del caso Garlasco, di mafia, di violenza sulle donne, ad esempio. Quanto alla politica, finora sia la Meloni che la Schlein, due donne al potere, da me non sono mai venute: vuol dire che, con l’età, il mio fascino è proprio decaduto…», afferma Giletti con il sorriso e una dose di autoironia.
Che futuro c’è per la tv generalista?
«Non è vero che la tv è fredda, si fa ancora con passione.
Io ho dovuto affrontare sfide difficili nella mia vita professionale, sono stato costretto a fare scelte diverse dalla Rai, sono stato chiuso da La7, con due gruppi di lavoro che si sono smembrati… Dentro la Rai, ci sono realtà molto forti e importanti, ci sono grandi persone, il problema è che tanti in questa azienda hanno perso la passione; ma tanti altri l’hanno conservata. E non è vero che la tv oggi non serva più: serve, ma bisogna vedere come si usa, bisogna saperla usare. Anche con i giovani che oggi vivono spesso in un mondo che per loro è tutto fuori dalla tv e tutto dentro il telefonino: ma se fai una cosa forte, la vedono… magari attraverso il rimbalzo sui social».
Lo spot del programma la inquadra in alto a scrutare l’orizzonte: qual è il messaggio?
«Dall’alto si ha sicuramente una bella visione, ma a me piace stare soprattutto in basso, sotto, in mezzo alla gente, anche avendo il mondo contro, andando là dove nessuno va. Il mio obiettivo è scavare, cercare le cose che si sono smarrite, dare la parola a tutti senza avere linee-guida: questo è il mio mantra. Usciranno anche cose che potranno creare pasticci, apriremo subito problemi … l’importante è non essere ideologici e non andare sempre a destra o sempre a sinistra».
Ultimo aggiornamento: mercoledì 17 settembre 2025, 17:53
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