Alla Vuelta non si è discusso solamente delle proteste popolari contro la presenza della Israel Premier Tech. Né si è pensato solamente a pedalare. Hanno destato scalpore le dichiarazioni di Victor Campenaerts (nella foto di apertura) che per massimizzare i marginal gains, in particolare la respirazione favorita dai cerotti nasali, ha deciso di depilarsi le narici, coinvolgendo anche alcuni compagni di squadra della Visma-Lease a Bike (ma non Vingegaard) e giustificando la sua scelta col fatto che favorendo la respirazione col naso sotto sforzo, si dà al corpo un segnale di rilassamento.

La dichiarazione di Campenaerts a proposito della depilazione interna al naso ha fatto scalpore

La dichiarazione di Campenaerts a proposito della depilazione interna al naso ha fatto scalpore

I pericoli della depilazione del naso

Una scelta sulla quale si è discusso molto con professori di otorinolaringoiatria che hanno sottolineato la pericolosità di queste scelte perché tolgono uno strumento di naturale filtraggio dell’aria, arrivando anche a mettere sotto accusa gli stessi cerotti, da tanti anni di uso comune per chi fa discipline sportive di resistenza.

Per saperne di più ci siamo rivolti a Nino Daniele, medico della Lidl-Trek squadra che utilizza normalmente i cerotti nasali: «Chiariamo innanzitutto che l’utilità dei cerotti è legata a un fatto eminentemente meccanico. Hanno una listarella in plastica all’interno del tessuto e sono adesivi, una volta incollati sul naso all’altezza delle narici, tecnicamente le allargano permettendo l’afflusso di maggiore aria. Questo nel lungo periodo, crea una condizione per cui l’atleta respira meglio e l’effetto è tanto più evidente quando esiste una deviazione del setto oppure comunque un qualche ostacolo all’interno delle cavità nasali».

Gaetano “Nino” Daniele, medico della Lidl-Trek, con un’esperienza quarantennale nel ciclismo

Gaetano “Nino” Daniele, medico della Lidl-Trek, con un’esperienza quarantennale nel ciclismo

L’opera di filtraggio dell’aria

Appare sinceramente difficile pensare a qualche controindicazione, anche perché il loro uso è ormai diffuso già dal secolo scorso: «Credo che i primi cerottini nasali risalgano agli anni Ottanta, in Italia non si trovavano e mi ricordo che eravamo andati a prenderli a Chiasso, ai tempi in cui ero con la nazionale. Stiamo parlando di 40 anni fa, quasi io tutti questi danni onestamente non li ho mai riscontrati».

Come funziona allora il passaggio dell’aria con quello che porta? «Il primo filtro, rispetto alla inalazione di contaminanti, batteri o pollini sono in prima fila i peli che abbiamo all’interno delle narici e poi ci sono i turbinati, cioè c’è tutto un sistema molto più complesso che ha la funzione di ripulire l’aria che entra dal naso».

Giulio Ciccone con il cerotto al naso, per allargare il passaggio dell’aria

Giulio Ciccone con il cerotto al naso, per allargare il passaggio dell’aria

L’azione decisiva dei turbinati

Veniamo quindi al vero nocciolo del discorso e la curiosa scelta di Campenaerts, ma Daniele tende un po’ a “smontare il caso”: «Quel video social l’ho visto anch’io, ma mi sembrava più una cosa scherzosa. Se dobbiamo parlarne seriamente, i peli come detto possono trattenere qualcosa di dimensioni un pochino più ampie, ma se parliamo di microinalanti non sono certamente i peli che interferiscono, sono i turbinati che hanno questa funzione di filtraggio e di regolazione anche in qualche modo della temperatura.

«Ci sono situazioni – prosegue Daniele – in cui magari questi turbinati sono ingrossati per qualche ragione, infiammati e possono invece creare un problema perché a volte sono causa di ostruzione, si fanno anche interventi chirurgici proprio per ridurre le loro dimensioni. Nella mia lunghissima esperienza nel mondo del ciclismo, i risultati sono assolutamente favorevoli a un miglioramento del passaggio dell’aria attraverso vie nasali, alla riduzione di quel senso di ostruzione che molti atleti lamentano, quindi non credo che l’azione di Campenaerts abbia influito più di tanto, né nel bene né nel male».

I cerotti nasali sono ormai di uno comune in moltissimi sport. Qui Alcaraz (foto Getty Images)

I cerotti nasali sono ormai di uno comune in moltissimi sport. Qui Alcaraz (foto Getty Images)

I vari tipi di cerotti

I cerottini sono usati praticamente da tutti nel ciclismo? «Sono in tanti, soprattutto ora che sono usciti in commercio questi cerottini un po’ più ampi, colorati, qualcuno ci si è messo anche a disegnarli e a renderli originali. Prima erano addirittura trasparenti, magari c’erano tanti che li usavano e neanche si vedevano. Da noi diciamo che la metà dei corridori in media li utilizza, ma fanno parte delle abitudini personali, poi magari uno che si sente il naso un po’ chiuso e si mette il cerottino svolta, perché l’effetto è proprio immediato».

Considerando la tua esperienza anche come medico di base, è dallo sport che sono stati poi utilizzati nella vita di tutti i giorni? «Sinceramente non me lo ricordo, so però che hanno benefici limitati. Molti pensano che possano essere utili per curare le apnee notturne, ma non è così. Lì ci sono lavori scientifici che dimostrano come il loro uso non sia tecnicamente sufficiente a dimostrarne l’efficacia, il problema delle apnee notturne va ben oltre le narici, riguarda il palato molle e tutta una serie di altre problematiche che non si risolvono certamente con un cerotto…».