Il Mondiale di volley maschile nelle Filippine continua a regalare colpi di scena, e quello che riguarda il Brasile rischia di diventare il più clamoroso di tutti. I verdeoro, travolti dalla Serbia per 3-0 (22-25, 20-25, 22-25) a Pasay City, hanno visto incrinarsi in maniera drammatica il loro cammino iridato. Un ko netto, che ha messo a nudo difficoltà inattese: ricezione incerta, poca lucidità nei momenti chiave e un attacco che, nonostante i tentativi di Alan e Lucarelli, non è mai riuscito a scalfire la solidità serba.

Il problema è che questa sconfitta rischia di avere conseguenze irreparabili. Con la classifica del Pool H cortissima, il Brasile potrebbe essere eliminato già alla fase a gironi. Tutto dipende dal risultato della sfida tra Cechia e Cina: se gli europei dovessero imporsi per 3-0 contro una selezione asiatica già eliminata e a zero punti, i verdeoro saluterebbero il Mondiale con largo anticipo. Sarebbe un’uscita che avrebbe del sensazionale, per una nazionale che ha scritto pagine leggendarie della pallavolo e che resta la più titolata nella storia della manifestazione. Bisogna dire che l’incontro si è svolto in un’atmosfera mesta e surreale perché poco prima della gara il tecnico brasiliano ha ricevuto la notizia della morte della mamma di 91 anni e non è riuscito a trattenere la commozione.

Il primo set ha visto subito la Serbia imporre il proprio ritmo: Luburić e Perić hanno colpito con continuità, sfruttando anche i tanti errori in ricezione dei brasiliani. Dopo un avvio equilibrato, sul 15-15 un break di tre punti ha spostato l’inerzia, e la Serbia ha chiuso 25-22, respingendo ogni tentativo di rimonta verdeoro. Nel secondo parziale il Brasile ha provato a reagire: Lucarelli ha trovato due ace consecutivi e Alan ha alzato il ritmo in attacco, ma i serbi hanno risposto con pazienza e organizzazione difensiva. Sul 18-18 un muro di Kovacevic e un contrattacco vincente di Luburić hanno aperto il solco decisivo, con la Serbia che ha chiuso 25-20.

Il terzo set è stato quello della resa brasiliana. Nonostante un avvio incoraggiante (10-7), il muro serbo ha fatto la differenza: tre block vincenti in fila hanno ribaltato il punteggio, e da lì in avanti i verdeoro non sono più riusciti a reagire. Gli ingressi dalla panchina non hanno cambiato l’inerzia e il 25-22 finale ha consegnato alla Serbia un successo limpido e meritato.

La sconfitta con la Serbia conferma l’impressione di un Brasile vulnerabile, privo di quella continuità che per anni è stata marchio di fabbrica. La squadra di Bernardinho ha alternato buoni sprazzi a passaggi a vuoto pesantissimi, lasciando campo libero a un’avversaria cinica e solida, capace di chiudere con Luburić (19 punti) e Perić (15) sugli scudi. Se il verdetto della Cechia confermerà lo scenario più temuto, la notizia sarebbe fragorosa: il Brasile, abituato a lottare per le medaglie, eliminato al primo turno. Un terremoto sportivo che si aggiunge alle tante sorprese di questo Mondiale filippino, capace di ribaltare ogni pronostico e di ricordare che, oggi più che mai, nessuna corazzata (forse tranne la favoritissima Polonia) è al sicuro.