Nell’ambito di indagini dirette dalla Procura della Repubblica, militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari di Nola, di beni mobili e immobili per un valore complessivo di 5.740.561 di euro.
Le indagini
“Le indagini sono relative ad una frode all’IVA posta in essere mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, senza applicazione dell’imposta, nei confronti di società “cartiere” prive di dipendenti e di reale operatività e sistematicamente inadempienti agli obblighi tributari”, spiega la Guardia di Finanza.
Il tiktoker
A finire nei guai il noto tiktoker Angelo Napolitano e il Napolitano Store, peraltro già “visitato” lo scorso febbraio dalle Iene che avevano messo in evidenza la tecnica del doppio listino praticato a seconda se il pagamento avveniva in contanti oppure con mezzi tracciabili.
Angelo Napolitano era finito nuovamente sotto i riflettori prendendo parte al siparietto della collega Rita de Crescenzo negli uffici della Regione Campania, che ha scatenato polemiche politiche a livello nazionale.
I mega sconti
Le false fatture e l’evasione dell’IVA erano funzionali a giustificare contabilmente le vendite “in nero” effettuate a privati consumatori a prezzi significativamente inferiori rispetto a quelli proposti dalla Grande Distribuzione Organizzata e dalle stesse società produttrici, spiegano gli inquirenti. “Ad esempio – precisano i baschi verdi – per uno smartphone di ultima generazione, il prezzo proposto al pubblico era inferiore anche di 400 euro rispetto a quelli mediamente praticati sul mercato”.
La vendita alla clientela a condizioni illecitamente vantaggiose di telefonini o elettrodomestici tuttavia si concretizzava, spiegano i baschi verdi, solo se il pagamento avveniva in contanti e, preferibilmente, con banconote da 100 euro. In questo caso, al cliente veniva consegnata una “bolletta” priva di validità fiscale (molto simile ad un normale scontrino), elaborata con un apposito software gestionale.
Tale “doppia contabilità” permetteva di giustificare l’uscita dal magazzino della merce, monitorare le vendite effettuate e assicurare agli acquirenti l’eventuale sostituzione dei prodotti.
Il boom del fatturato
La società oggetto d’indagini, con sede a Calsanuovo, che pubblicizzava quotidianamente la propria attività sul socia[ “Tik Tok”, ha così conosciuto, negli ultimi anni, una “esponenziale e anomala crescita del fatturato” passata – precisano gli inquirenti – da 2,2 milioni di euro nel 2017 a 20,8 milioni di euro nel 2023.
Lo yacht
Su queste basi, accogliendo la richiesta della Procura, il G.I.P. del Tribunale di Nola ha disposto il sequestro preventivo dei beni della società e del suo rappresentante legale, A.N., formalmente nullatenente, tra cui un immobile sito a Napoli, nel quartiere Gianturco, ed uno yacht (che si vede nel video della GdF) di 16,5 metri, entrambi risultati intestati fittiziamente a terzi.