«Per me l’aspetto più attuale, forse è vedere che la rabbia non deve essere assolutamente stupida, come oggi nel tempo del populismo; può essere una rabbia creativa, bella, produttiva, intelligente, che dà idee, invece solo di vendere paura».
Argomento i manifesti dell’arte del Novecento, materia prima nelle mani dell’artista e filmaker tedesco Julian Rosefeldt, ospite a Piacenza con la video installazione multicanale “Manifesto”, ideata nel 2015, appositamente ridisegnata per gli spazi di Xnl e realizzata in collaborazione con la casa editrice Electa.
Tredici cortometraggi per altrettanti personaggi, che abitano ruoli e contesti differenti: in scena l’attrice australiana Cate Blanchett, chiamata a dar vita a testi ideati da Rosefeldt, attingendo dalle dichiarazioni d’intenzione dei movimenti artistici del secolo scorso.
Una sorta di “metamanifesto” spiega l’artista nell’intervista rilasciata ai giornalisti, in occasione dell’anteprima dell’esposizione – aperta al pubblico dal 18 settembre al 25 novembre – riservata alla stampa, seguita dalla conversazione di Rosefeldt con Leonardo Bigazzi, curatore della Fondazione In Between Art Film e la direttrice artistica di Xnl Arte Paola Nicolin.
Espressionismo, arte concettuale, situazionismo, sono alcuni dei movimenti i cui manifesti sono finiti nella selezione compiuta da Rosefeldt, partendo da un bacino – spiega alla stampa – che ne conta più di sessanta nel XX secolo. Contenuti – sottolinea – che forse avevano un senso allora e ce l’hanno ancora oggi dal punto di vista concettuale e sociale, anche al di fuori dalle circostanze in cui sono stati creati. Spesso ci si dimentica – aggiunge – che si tratta di testi scritti quando gli artisti erano molto giovani e non avevano ancora definito il proprio linguaggio, monito a non compiere lo sbaglio di glorificarli o dare loro troppo potere.
La conoscenza di Cate Blanchett – ricorda Rosefeldt – risale a una dozzina di anni fa, incontro terminato con l’idea lavorare in futuro insieme: «Ha una versatilità eccezionale e tecnicamente è straordinaria, molto intelligente. È difficile spiegare a parole il suo talento; per me è stato un onore».
La sfida è quella di portare i manifesti nel nostro tempo; a renderli un’opera contemporanea e attuale «forse è il vedere che la rabbia non deve essere assolutamente stupida, come oggi nel tempo del populismo; può essere una rabbia creativa, bella, produttiva, intelligente, che dà idee, invece solo di vendere paura. Quello che succede, secondo me nell’Italia di oggi, ma anche in Germania, Francia è che si vende paura per dividere la società e non mi sembra molto creativo. Però questa rabbia, questa collera, che osserviamo in questi testi è tutto il contrario del populismo, perché è piena di energia, tutti i pensieri sono produttivi e creativi».