Quale sarà il futuro di San Siro? Vorrebbero saperlo in tanti, Inter e Milan in primis. In Italia però accadono cose che altrove possono solo immaginare. Ristrutturare, abbattere e ricostruire uno stadio può diventare un caso politico molto spinoso. Poi ci si chiede perché il nostro calcio si poggi ancora sui lavori di Italia ’90.

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala però non molla. Ha annunciato d’aver trovato un accordo per la vendita dell’impianto con le due società (comprendendo anche le aree limitrofe di interesse). Tutto fatto quindi? Neanche per sogno. Come nei migliori romanzi fantasy per ragazzi, sta per giungere il momento del grande esame. Quella prova che potrebbe realizzare o distruggere i propri sogni. In questo caso si chiama Consiglio comunale.

La conta dei voti

È tutto nelle mani del centrosinistra ma, per quanto possa sembrare strano, il risultato non è scontato. Nonostante si tratti della fazione del sindaco Sala, i conti non tornano per il passaggio di proprietà del Meazza.

Tra la prossima settimana e l’ultima di settembre dovrebbe concretizzarsi la delibera. Resta però da valutare la possibile strategia adottata. In caso di documento presentato in prima convocazione, infatti, saranno necessario 25 consiglieri in aula per la validità. In seconda convocazione, invece, non c’è numero minimo richiesto. Ciò vuol dire che quest’altra opzione impedirebbe ad alcuni di sabotare il progetto a monte.

Ma facciamo un po’ di calcoli nella maggioranza:

  • 48 consiglieri;
  • il sindaco, presente in aula per votare, sarà il 49esimo soggetto;
  • 22 voti sicuri in favore della vendita di San Siro nel centro-sinistra;
  • 6 i consiglieri contrari, come da dichiarazioni;
  • 1 astenuta;
  • 3 indecisi.

Com’è invece la situazione nel centrodestra?

  • 16 contrari;
  • 1 non presente (potenziale).

Il risultato è 22 possibili no, a fronte di altrettanti potenziali sì. Una parità perfetta, che trasforma i tre indecisi nella chiave di volta del progetto.

Vendita San Siro, sconto ridotto a Inter e Milan

Accordo trovato tra Sala, Inter e Milan. I passaggi preliminari ci sono tutti, dunque, e non resta che attendere la mossa politica del Consiglio comunale. L’offerta è senza margini di modifica, con il Comune che parteciperà alle spese di bonifica e demolizione.

Una mossa non nuova, anzi. Nelle ultime settimane si era infatti parlato molto dell’intervento della municipalità dal punto di vista economico. La cifra è stata però ridotta. Non saranno più garantiti 36 milioni, come richiesto da Inter e Milan (in base alla legge sugli stadi). La cifra sarà di 22 milioni di euro.

Rispetto a quanto preventivato, dunque, le società dovranno spendere ulteriori 14 milioni (7 a testa). Una differenza che, nello specifico, riguarda il costo per la demolizione parziale e la rifunzionalizzazione di San Siro.