Un fenomeno preoccupante che segna inesorabilmente i destini della Puglia e dell’intera Italia. La crisi demografica che attanaglia tutta l’Europa, conosce il suo apice all’interno dei confini della Penisola, generando (a cascata) problemi sociali ed economici di difficile soluzione. Uno dei maggiori campanelli d’allarme è stato portato alla luce oggi, in un convegno tenutosi nella Fiera del Levante di Bari, intitolato ‘Denatalità e lavoro’.
La crisi demografica italiana
Nel corso del dibattito sono state analizzati i drammatici numeri legati al ‘sistema Italia’: Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e Statistica sociale nella Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano, ha spiegato i motivi della preoccupazione. Il docente, in collegamento web con gli altri relatori e la platea, ha precisato che la crisi demografica ha assunto livelli tragici in Italia da quando (nel nuovo secolo) si è scesi sotto la soglia di 1,5 bambini per ogni donna nell’età consona alla fase riproduttiva. Il dato è sceso, in pochi decenni da 2 bambini per ogni donna a meno di 1,5. Il professor Rosina ha precisato che alcune nazioni del Vecchio Continente, pur condividendo la stessa problematica italiana, hanno ovviato con una politica migratoria tendente a occupare i settori economici in cui manca forza-lavoro. Accanto a questa soluzione immediata, altri Stati hanno programmato una serie di politiche sociali tendenti a favorire l’aumento della natalità.
Le iniziative in Puglia
La situazione pugliese rispecchia quella dell’intera nazione, ma con l’aggravante delle problematiche tipiche del Mezzogiorno: il difficile inserimento delle donne nel mondo lavorativo peggiora ulteriormente la tendenza a ‘metter su famiglia’ e diventare genitori. Le vicende complesse legate all’inclusione dei migranti nei settori lavorativi regionali rendono oscuro il futuro.
Le politiche sociali avviate dalla Regione Puglia si intersecano con quelle sanitarie: accanto a iniziative di welfare, legate a una gestione più flessibile degli orari e delle condizioni del lavoro, sono state sviluppate procedure del Servizio Sanitario Pubblico che permettono di accedere a percorsi di Procreazione Medicalmente Assistita.
I risultati ottenibili tramite l’accesso gratuito e pubblico alle tecniche di procreazione assistita garantiranno un miglioramento della situazione nel lungo periodo. Nel medio e breve termine, i vertici pugliesi di Arpal, hanno sottolineato quanto sia importante avviare dei corridoi lavorativi che rimpolpino nell’immediato la forza-lavoro presente nella regione.