TERMOLI. Fredy Luciani non si limita a dipingere, ma ascolta e traduce in immagini la vita e la storia.
La sua arte, che non cerca la perfezione formale, si nutre dell’imperfezione poetica del quotidiano, narrando con delicatezza e forza le ferite e le speranze dell’esistenza umana.
Le sue tele sono finestre sul mondo, capaci di raccontare i mutamenti sociali, le illusioni perdute e il degrado ambientale con una profonda autenticità.
Nato con l’arte nel sangue e formatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma, Luciani ha iniziato la sua carriera internazionale a Parigi negli anni ’70, respirando l’atmosfera vibrante di Montmartre.
Da lì, il suo percorso lo ha portato a esporre in Europa, Medio Oriente e Giappone, con tappe a Breda, Firenze e Roma. Il suo debutto ufficiale risale al 1968, in una galleria romana.
Nel corso degli anni ha condiviso spazi con artisti di fama come Tana Fesci, Angeli e Mario Santafini, mentre la sua esperienza in Turchia lo ha avvicinato all’ambiente artistico fiorentino, dove è stato accolto in importanti gallerie.
L’arte per Luciani è indissolubilmente legata alla vita, come lui stesso afferma: “Non posso vivere fuori dalla storia di tutti i giorni”.
Le sue opere sono dei veri e propri indicatori di pericolo, un grido d’allarme per l’ambiente e la natura.
La sua autenticità e la sua forza espressiva sono state riconosciute da critici di spicco. Vittorio Sgarbi ha lodato la sua forza espressiva, mentre Palma Picasso ha descritto la sua sensibilità “priva di incarti”.
Alessandro Masi ha definito il suo linguaggio “rivoluzionario”, e figure come Ibrahim Kodra, Carmine Benincasa e Antonello De Oto hanno contribuito a confermarne la statura artistica.
Dopo aver trovato ispirazione in luoghi come Forte dei Marmi, le Alpi Apuane e Barcellona, oggi Luciani divide il suo tempo tra le Isole Tremiti, Termoli e Roma.
E in questo viaggio, il mare diventa l’elemento centrale e ricorrente della sua pittura. Le sue vele sono “fiamme di colore”, i silenzi dell’acqua si alternano a barche in viaggio, e il paesaggio si fa metafora universale dell’uomo e della sua tensione verso l’infinito.
Chi osserva un suo dipinto non si limita a guardare un’opera, ma “ascolta il mare” che da sempre accompagna il suo cammino artistico.
In questi giorni, nel suggestivo Borgo Antico, è possibile ammirare l’evento “Arte – Moda” di Luciani. L’esposizione, allestita in un locale di via Duomo, rimarrà aperta fino al 30 settembre.
Inoltre, l’artista ha annunciato una prossima esposizione personale che si terrà presso il Castello Svevo di Termoli, dal 18 ottobre al 2 novembre, offrendo un’imperdibile occasione per scoprire le sue nuove creazioni.