Il Consiglio di Stato ha sospeso l’espressione del parere sullo schema di regolamento delle nuove Indicazioni Nazionali per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo d’istruzione, evidenziando gravi carenze nell’analisi di impatto della regolamentazione presentata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.

La decisione della Sezione Consultiva per gli Atti Normativi è stat resa nel parere numero 1017/2025 del 17 settembre.

AGGIORNAMENTO ore 14.58 Valditara: “Nessuna bocciatura da parte del Consiglio di Stato. Chi lo dice strumentalizza la realtà”.

In una nota interviene anche il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: “A proposito del parere consultivo del Consiglio di Stato sulle nuove Indicazioni Nazionali, è del tutto errato parlare di bocciatura delle Indicazioni da parte del Cds, chi lo fa non conosce le procedure amministrative e strumentalizza la realtà. Il Consiglio di Stato ha richiesto soltanto delle integrazioni tecniche e delle specificazioni che accoglieremo volentieri nello spirito di una leale collaborazione istituzionale. Nessun rilievo, ovviamente, sul contenuto delle nuove Indicazioni. Si tratta dunque di un consueto confronto istituzionale rispetto ad un provvedimento così importante per la nostra scuola”. 

AGGIORNAMENTO ore 13.40 Ministero precisa: nessuna bocciatura dal Consiglio di Stato. 

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito precisa che “il parere cui ci si riferisce ha natura interlocutoria e si limita ad indicare al Ministero di fornire ulteriori dati ed informazioni da inserire nelle relazioni a corredo del provvedimento”.

“Il parere – prosegue il Ministero – lungi dal costituire una bocciatura, si inserisce pertanto nel fisiologico svolgimento delle interlocuzioni, ispirate ai principi di leale collaborazione, tra l’organo consultivo e le amministrazioni titolari del potere regolamentare”.

Ecco cosa ha detto il Consiglio di Stato

La documentazione predisposta dal Ministero, secondo quanto si legge nel dispositivo, presenta lacune strutturali che compromettono la valutazione della proposta normativa. L’analisi di impatto della regolamentazione risulta inadeguata sotto molteplici profili: mancano evidenze misurabili delle carenze delle attuali Indicazioni, non emergono le ragioni specifiche delle modifiche introdotte e risultano assenti indicatori quantitativi per misurare l’efficacia degli interventi proposti. La relazione illustrativa si limita a evocare genericamente i “cambiamenti epocali” dell’ultimo decennio senza fornire una puntuale descrizione delle inadeguatezze normative riscontrate.

Particolare attenzione meritano alcuni concetti utilizzati nel testo, come la “dispersione digitale” e la “rigenerazione del paradigma formativo“, che necessitano di definizioni univoche e della portata dimensionale del fenomeno. Il Consiglio di Stato rileva inoltre l’incompletezza dell’analisi di compatibilità con il diritto dell’Unione europea, nonostante il testo delle Indicazioni contenga numerosi riferimenti ad atti comunitari.

Problematiche organizzative e finanziarie

Significative perplessità emergono riguardo l’insegnamento del latino per l’educazione linguistica, introdotto come disciplina facoltativa nelle scuole secondarie di primo grado. Le criticità riguardano sia l’aspetto dell’equità educativa, con il rischio di aumentare il divario tra studenti, sia questioni organizzative concrete: i docenti di lettere potrebbero non possedere i requisiti necessari per l’insegnamento del latino, mentre un docente della classe di concorso specifica potrebbe teoricamente insegnare in diciotto classi diverse. La neutralità finanziaria dell’intervento, pur essendo sancita da una clausola di invarianza, solleva dubbi circa l’effettiva disponibilità di mezzi e risorse per il conseguimento degli obiettivi delineati. La relazione tecnica non contiene una formale verifica positiva da parte della Ragioneria generale dello Stato, limitandosi alla bollinatura del documento.

Richieste di integrazione documentale

Il Consiglio di Stato richiede una rinnovazione complessiva dell’analisi preventiva di impatto, con eventuale riscrittura di parti del testo delle Indicazioni. Necessaria risulta l’integrazione dell’analisi di compatibilità con gli atti dell’Unione europea e una maggiore considerazione delle osservazioni formulate dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. La documentazione presenta errori formali e refusi che richiedono correzione, dalla mancata menzione del controllo preventivo della Corte dei Conti nel preambolo alle incongruenze terminologiche nelle disposizioni transitorie. La sospensione del parere comporta il rinvio dell’iter di approvazione fino al completamento degli adempimenti richiesti dalla Sezione Consultiva.

Le modifiche effettuate a luglio dal Ministero

Come già avevamo avuto modo di scrivere, il Ministero dell’Istruzione e del Merito, nel mese di luglio, rispetto alla prima bozza, aveva effettuato alcune modifiche. Ad esempio, la premessa culturale è stata ampliata con una riflessione più articolata sul ruolo della comunità educante e sull’integrazione tra scuola, famiglia e territorio. Viene rafforzato il concetto di “comunità educante” e si sottolinea il coinvolgimento del terzo settore, non presente nel primo testo. Nella seconda versione, si trova un’esplicita valorizzazione della figura del docente come “Magister”, con un accento sull’autorevolezza ritrovata e sulla funzione di valorizzazione dei talenti. La sottolineatura non era presente nel primo testo, dove la figura del docente era trattata in modo più tradizionale.

Nel testo definitivo, come aveva già scritto, si introducono due nuovi paragrafi: uno dedicato all’internazionalizzazione come dimensione trasversale del curricolo (con riferimenti a gemellaggi, CLIL, uso delle tecnologie per l’apprendimento collaborativo), e uno sull’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale come parte integrante dell’educazione civica e delle discipline STEM. Nella versione finale, la sezione sugli obiettivi generali del processo formativo è stata riformulata per chiarire che la scelta degli obiettivi educativi generali deve essere annualmente adattata dal team docente alla realtà della classe. Si specifica, poi, che tali obiettivi guidano la progettazione didattica, la formulazione dei giudizi e la certificazione delle competenze.

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