Due giovani musicisti di Boves hanno ammaliato pubblico e la giuria con la propria esibizione durante le audizioni inaugurali di XFactor Italia, il celebre talent musicale di Sky. Alessandro Varrone e Davide Giordano, entrambi 20enni, sono saliti sul palco dell’Allianz Cloud milanese nella serata dell’11 settembre (puntata registrata a giugno) davanti alla presentatrice Giorgia e ai quattro esperti della giuria: Francesco Gabbani, Jake La Furia, Paola Iezzi e Achille Lauro.

I due artisti hanno condiviso la propria storia, un’amicizia nata tra i banchi di scuola e cresciuta grazie alla comune passione per la musica. Alessandro ha rivelato di aver cominciato a comporre e cantare durante le pause dal suo impiego nell’edilizia. Questa dedizione ha spinto il duo a convertire una vecchia stalla in uno studio musicale.

I due artisti hanno interpretato “Riptide” di Vance Joy, convincendo la giuria a farli avanzare “sotto osservazione”, con tre voti favorevoli (Iezzi, Gabbani e La Furia) contro una sola opposizione (Lauro). La commissione all’unanimità ha deciso di voler riascoltare il duo bovesano.

E noi li abbiamo incontrati per un’intervista.

Come vi sentite dopo l’esperienza?

“Diciamo che ci sentiamo increduli, è stato difficile prendere coscienza di quel che è successo, sembra che sia stato quasi un sogno.”

Qual è stato il momento in cui avete pensato “Cavolo, ce l’abbiamo fatta davvero”?

“Dopo i pre-cast. Mi hanno chiamato – dice Alessandro – mentre ero in scuderia. Stavo andando a cavallo e mi è arrivata questa chiamata. Lì, si sono aperte le speranze, per affievolirsi subito dopo però: dovevamo imparare 10 cover in tre giorni! Ho chiamato Giordi. Ci siamo trovati con l’acqua alla gola, ma ci siamo preparati, facendoci in quattro tra studio e lavoro, senza sapere quale sarebbe stato poi l’esito.”

Cosa porterete al bootcamp?

“Porteremo ‘La Nuova Stella di Broadway’ di Cremonini in versione acustica, quindi solo voce e chitarra, perché vogliamo smorzare il lato scenico e concentrarci di più sulla parte canora e le qualità musicali. E poi, sicuramente, il buonumore.”

Cosa rappresenta per voi questa opportunità?

“È un’opportunità che ci può portare a diversi sbocchi su Milano, magari a qualche contrattino discografico. Sicuramente, se riusciamo, vorremmo andare avanti, crescere. Trovare una ‘fan base’ di livello provinciale sarebbe più che interessante per noi. Ci impegneremo, ma senza forzare.”

Qual è stata la critica più assurda o inaspettata che vi hanno fatto?

“Ci hanno detto che ci muoviamo troppo. In più, la dedica che ha fatto sul palco Alessandro – dice Giordano – è stata criticata, come se fosse una scenetta costruita, invece è stata una cosa uscita in modo naturale. Sicuramente non era quello che avevamo concordato prima della performance.”

Avete dei rituali scaramantici prima di esibirvi?

“Prima dei concerti ci piace cercare la nostra atmosfera casalinga, rilassarci suonando come se fossimo nella nostra stalla, cercando di rilassarci. Niente di strano.”

Ansia da prestazione prima del palco?

“No, almeno non la prima volta, forse per ingenuità e incoscienza. Solo arrivati lì abbiamo capito la grandezza del palco. La seconda volta è stato diverso, c’erano aspettative più alte, contando anche che rimanevano solo 30 concorrenti rispetto ai 150 iniziali, quindi un po’ di pressione è salita. Però ci siamo nascosti un momento in bagno a provare, per sciogliere la tensione.”

Qual è la cosa più imbarazzante che vi è capitata durante le prove?

“Non ho riconosciuto Giorgia – confessa Alessandro -. Ero confuso, ci stavano microfonando, ci ho parlato per una decina di minuti, quando mi ha raggiunto Giordi dicendole che la salutava sua madre. Allora ho capito di chi si trattava.”

Se doveste cantare per salvare il mondo, quale canzone scegliereste e perché?

“La colonna sonora di ‘Lo chiamavano Trinità’,  perché se ognuno riuscisse a vivere la vita come lui, un personaggio conservativo, lontano dall’idea di consumismo, non ci sarebbero problemi. Vedere quel film e sentirne la musica aiuterebbe ad aprire la mente a molte persone.”

Se poteste duettare con un artista, chi scegliereste?

“Sceglierei George MC Anthony, che fa solo cover country – dice Alessandro -, anche perché è morto proprio prima del concerto che dovevo andare a vedere.”

“Sicuramente mi piacerebbe anche Dalla”, aggiunge Giordano.

State lavorando a nuovi inediti?

“Intanto ci stiamo preparando per XFactor. Non abbiamo mai fatto cover prima di questo talent,  per cui è un bell’esperimento. Però sì, stiamo lavorando a un LP, dove sperimenteremo nuovi generi e nuovi stili di scrittura, arricchiti da una nuova consapevolezza musicale e dimestichezza delle note. Ci stiamo avvicinando a un lato pop su testi più ‘conscious’, parlati. E poi, c’è anche il cantautorato, vogliamo creare un album completo di tutti i generi.”

Cosa vi porta ispirazione?

“La natura sicuramente. L’unico pezzo che abbiamo scritto in città è un pezzo su Boves, che ci mancava. Il nostro studio musicale è un ambiente perfetto per noi, essendo una vecchia stalla, guardiamo i cavalli, i castagni e i campi.”

Dove vi vedete tra qualche anno? 

“Sempre a Boves, anche partendo magari per un tour, per poi tornare sempre qua. Ma sembra ancora tutto troppo lontano.”

Tra 10 anni, quando rivedrete le vostre esibizioni, cosa pensate che proverete?

“Malinconia e un po’ di rammarico, avremmo potuto viverla un po’ meglio, ma rimarrà un ricordo felice di una bella prova.”

Il programma (trasmesso gratuitamente su TV8 ogni martedì alle 21.30) proseguirà con le fasi del bootcamp e della “last call”, che precederanno gli show dal vivo. Le performance in diretta partiranno da Milano il 23 ottobre e culmineranno con la finale del 4 dicembre nella napoletana piazza del Plebiscito.