Una selezione di rari esemplari delle prime edizioni del Furioso e di manoscritti, incunaboli e cinquecentine rappresentativi della cultura in Italia del tardo Quattrocento e del Cinquecento per rendere omaggio a Ludovico Ariosto che con il suo “Orlando furioso”. Dal 25 settembre 2025 al 10 gennaio 2026 la Biblioteca nazionale centrale di Firenze con “La biblioteca di Ariosto” rende omaggio alla figura di Ludovico Ariosto (1474-1533) che con il suo Orlando furioso – pubblicato nel 1516, e quindi nel ’21 e in edizione definitiva nel 1532 – ha dato vita non solo al più importante poema cavalleresco italiano, ma ad uno dei romanzi più letti della nostra tradizione narrativa.

Nata dalla collaborazione tra Biblioteca nazionale centrale di Firenze e il gruppo di italianisti e filologi impegnati nel Progetto di Ricerca di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) 2022 La biblioteca di Ariosto. Verso un nuovo commento all’Orlando furioso del 1532 (Università di Ferrara, Università di Firenze, Università Milano Bicocca), la mostra valorizza rari esemplari delle prime edizioni del Furioso, manoscritti, incunaboli, cinquecentine significativi per la cultura del tardo Quattrocento e primo Cinquecento, i poemi cavallereschi di maggior successo nell’Italia del tempo, i prodotti più notevoli della ricezione del Furioso fino alla Gerusalemme di Torquato Tasso.

Ludovico Ariosto era un ‘lettore forte’? Che cosa sappiamo dei suoi gusti di lettura? Rispondere a questi interrogativi non è facile.

La mostra La biblioteca di Ariosto si propone di ricostruire – attraverso i manoscritti e i numerosi libri a stampa rinascimentali della Biblioteca nazionale centrale di Firenze – le letture che idealmente avrebbero potuto figurare sugli scaffali del poeta ferrarese durante la composizione dell’Orlando furioso e su quelli dei suoi lettori cinquecenteschi, fino a Tasso. Se Ariosto certamente non fu un ‘bibliofilo’ in senso stretto, fu però senz’altro un grande lettore. E benché non sia semplice risalire con certezza ai volumi che alimentarono la sua memoria letteraria, tuttavia, la ricostruzione di una sua ipotetica biblioteca consente di comprendere meglio di che cosa si nutrono la materia e lo stile dell’Orlando furioso.

Gli studi attuali confermano che, sia in presenza di grandi modelli, classici e volgari, da Virgilio a Ovidio, da Dante a Petrarca, sia di autori a lui più vicini, come Boiardo e Pulci, Ariosto rielabora e mescola i testi altrui: è una continua sfida al lettore a cogliere le diverse tessere che compongono tali ardite contaminazioni.

L’esposizione si articola in tre sezioni (più un focus centrale nel cuore di Sala Dante dedicato alle prime edizioni del Furioso): la prima dedicata ai classici latini e volgari e alla cultura umanistica del poeta ferrarese; la seconda riservata alle letture cavalleresche, di opere maggiori e di poemi meno noti, che certamente Ariosto avrebbe potuto conoscere; e infine l’ultima destinata ai commenti cinquecenteschi al poema e le sue principali edizioni a stampa, fino ad arrivare a un lettore e commentatore molto speciale del Furioso, ovvero Torquato Tasso.

Ingresso gratuito

Per maggiori informazioni: www.bncf.cultura.gov.it