Il sindacato esulta, Mélenchon si congratula e Lecornu assicura: quello che i manifestanti chiedono “è al centro delle consultazioni con sindacati e partiti”. “Siamo più di un milione in piazza”, hanno detto gli organizzatori proclamando vinta la scommessa della vigilia.
Per il governo invece sono stati “oltre 500.000 i manifestanti”, la metà rispetto alla fotografia dei sindacati. E il primo ministro, con un inatteso e inconsueto comunicato post cortei, ha assicurato di essere concentrato sui temi portati in piazza annunciando nuove consultazioni con i sindacati nei prossimi giorni. Bruno Retailleau, ministro dell’Interno, ha proclamato con soddisfazione:
“La Francia non è stata bloccata”. Soltanto qualche incidente ha macchiato la giornata di mobilitazione contro “il rigore della finanziaria”, con Emmanuel Macron e “i ricchi” nel mirino di slogan e striscioni.
A Parigi, il corteo è stato pacifico fino alla conclusione, a place de la Nation, quando sono scattate le abituali scene di guerriglia fra polizia – forte di uno schieramento massiccio di uomini e mezzi – e black bloc che non obbedivano all’ordine di dispersione.
Prima di questi scontri in coda al corteo – con i manifestanti già rientrati a casa – c’erano stati lungo il percorso danneggiamenti a vetrine di negozi, soprattutto banche, oltre a pensiline spaccate e qualche falò acceso nelle strade.
Il bilancio definitivo di Retailleau – apparso molto sollevato rispetto alla tensione evidente della vigilia – è di 309 fermati in tutta la Francia, 10 feriti tra i manifestanti, uno tra i giornalisti (di France TV) e 26 fra poliziotti e gendarmi, un bilancio lontano dalle giornate di violenza dei gilet gialli o delle manifestazioni contro la riforma delle pensioni del 2023.
Tassa sui ricchi, riforma delle pensioni, inflazione e carovita, i temi dominanti nei circa 250 cortei che hanno percorso le strade di grandi città e piccoli centri del Paese. Numerose le bandiere palestinesi e gli inviti per Macron a dimettersi. I sindacati erano in testa al corteo, riuniti per la prima volta dopo il 2023, quando si separarono sulla strategia da seguire nella battaglia contro la riforma delle pensioni. Si sono rallegrati per il successo della giornata, “oltre il doppio della gente in piazza rispetto alla manifestazione di 8 giorni fa”.
La partecipazione allo sciopero c’è stata nei trasporti e nel settore pubblico, ma meno importante rispetto alle previsioni. Alla fine, i leader sindacali si sono riuniti ma non sono riusciti a mettersi d’accordo su una nuova data per tornare a sfilare in piazza, iniziativa che pure era stata annunciata. L’impressione generale è che si attenda l’esito delle consultazioni del primo ministro Sébastien Lecornu. Se, per evitare un fallimento e conseguenti elezioni anticipate, Lecornu avrà davvero avuto carta bianca da Macron – come dicono alcuni analisti – per importanti concessioni, se ne avrà la prova nei prossimi giorni. Abile negoziatore e tessitore di accordi, Lecornu ha un canale aperto con Marine Le Pen e con i socialisti, che minacciano ogni giorno la sfiducia, ma non hanno chiuso la porta alle trattative.
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