Con l’approdo alla Jayco-AlUla, Vendrame ricomincerà la sua collaborazione con Fabio Baronti, conosciuto prima da corridore e poi ritrovato quando per farsi preparare si rivolse al CTF Lab di Martignacco, alle porte di Udine. Baronti da quest’anno ha lasciato la… nave madre del CTF Friuli, assorbito nel frattempo dal Team Bahrain Victorious, e ha intrapreso la via australiana. Da corridore a massaggiatore, questo il suo percorso, poi la laurea in Scienze Motorie e ora il ruolo di allenatore WorldTour nel gruppo di lavoro coordinato da Marco Pinotti.
Alcuni spunti nelle parole del corridore trevigiano hanno fatto pensare a piccole variazioni di rotta, che Baronti ci ha aiutato a decifrare, in attesa che il rapporto entri nel vivo e alle ipotesi si sostituiscano dei programmi tangibili.
«Conosco Andrea da una vita – conferma – abbiamo persino corso insieme, ma non siamo stati mai compagni di squadra. Lui è del 1994, io del 1995, abbiamo fatto le giovanili insieme. Quando era junior di secondo anno e io di primo, lui era al Veloce Club Bianchin, io alla Rinascita Ormelle. Ci siamo incrociati anche negli under 23, sfasati di un anno. Ma alla fine siamo della stessa zona, per cui è capitato che qualche volta ci allenassimo insieme. Finché nel 2022-2023, passato dall’Androni alla Ag2R, decise di cambiare allenatore e fu seguito dal CTF Lab. Non da me personalmente, però comunque dal centro e alla fine credo che si sia trovato bene».
Fabio Baronti è approdato alla Jayco-AlUla all’inizio della stagione 2025: proveniva dal CTF Friuli
Fabio Baronti è approdato alla Jayco-AlUla all’inizio della stagione 2025: proveniva dal CTF Friuli
E’ più facile iniziare a lavorare con un corridore che già si conosce?
Molto. Abbiamo già avuto in passato modo di conoscerci, quindi la fase iniziale di creazione del rapporto anche personale sarà molto più semplice, perché di fatto in tante componenti è già stata fatta. Il processo iniziale sarà più veloce.
Che idea ti sei fatto di Andrea Vendrame atleta, a questo punto della carriera?
Sicuramente un corridore versatile, dal punto di vista prettamente atletico. Tiene bene su salite di media lunghezza e ha un ottimo spunto veloce, per cui si comporta bene nei percorsi misti, dove magari c’è della selezione e poi bisogna far valere lo spunto veloce nel finale. In più, ha il vantaggio di essere molto intelligente.
Quindi?
Quindi uscendo dalla questione puramente legata alla performance, ha l’occhio per entrare nella fuga giusta, per fare l’azione nel momento giusto. Sono elementi che spesso sono difficili da quantificare, che però fanno la differenza tra giocarti una vittoria o rimanere tagliato fuori, anche se avresti le gambe per giocartela.
Giro d’Italia 2023, già dall’anno precedente, Vendrame è allenato dal CTF Lab alle porte di Udine
Giro d’Italia 2023, già dall’anno precedente, Vendrame è allenato dal CTF Lab alle porte di Udine
Secondo te c’è un fronte su cui può ancora migliorare?
Ogni allenatore ha le sue metodologie, per cui fatta la base, trova la chiave di lettura e il modo di lavorare sui piccoli dettagli. Dal punto di vista della performance, io credo che a 31 anni Andrea non possa avere cambiamenti macroscopici, la sua tipologia di atleta è quella. Credo che il miglioramento auspicabile sia legato a un piccolo margine a livello di rapporto potenza/peso, per essere ancora più resistente e avere un ventaglio di gare che si amplia leggermente. Resistere in gruppi ancora più ristretti di quelli in cui si trova adesso e questo chiaramente sarebbe positivo, senza però compromettere l’ottimo spunto veloce. E poi credo che l’altro risvolto della medaglia, che non è legato unicamente alla performance, sia il fatto di trovare un calendario adeguato che riesca a mettere in luce le sue qualità.
Anche Andrea ha parlato di calendario da rivedere…
Tante volte lo stesso atleta fa una progressione di gare, in cui si mette alla prova nel modo giusto e in cui trova anche la confidenza giusta, esprimendosi al miglior livello. Invece magari scelte sbagliate possono portarti a perdere un po’ di sicurezza o ti impediscono di esprimerti al meglio. Si tratta di unire i due aspetti. Farsi trovare nella forma giusta negli appuntamenti che verranno stabiliti insieme alla squadra.
Alla luce di questo, troveresti curioso sapere che Vendrame ha corso raramente la Sanremo e mai l’Amstel Gold Race?
Credo che in Italia ci sia più di qualche atleta che ha dimostrato di poter essere competitivo anche su questo tipo di palcoscenici, che invece a volte vengono visti come troppo grandi. Penso a uno come Velasco, che bene o male quest’anno si è portato a casa un quarto posto alla Liegi. Per quanto riguarda Vedrame, ancora non abbiamo parlato nello specifico di calendario e appuntamenti principali della stagione, però credo che quelle siano gare che gli si addicono. Anche quest’anno, con la forma che aveva alla Tirreno dopo aver vinto la tappa di Colfiorito, penso che alla Sanremo sarebbe potuto essere competitivo. Almeno avrebbe potuto provare a dire la sua.
Dopo un’ottima Tirreno-Adriatico 2025, Vendrame si è rassegnato a non correre la Sanremo. Meglio il Catalunya per fare punti…
Dopo un’ottima Tirreno-Adriatico 2025, Vendrame si è rassegnato a non correre la Sanremo. Meglio il Catalunya per fare punti…
Secondo te, il suo spunto veloce è altrettanto temibile dopo i 250 chilometri?
Sicuramente, anche per quello che ha dimostrato negli anni, Vendrame è un corridore resistente anche lungo le gare. Per capirci, al Giro d’Italia è uno che magari, senza avere numeri strabilianti o molto al di sopra della media, riesce ad esprimerli anche nella terza settimana quando gli altri sono più stanchi. Se becca l’azione giusta, è sempre uno molto pericoloso anche in queste gare più lunghe. Chiaramente nel momento in cui venisse deciso di puntarci seriamente con obiettivi chiari, è chiaro che ci sarà da lavorare sull’essere resistente anche dopo cinque o sei ore di gara e riuscire a fare gli stessi numeri che ha anche quando è fresco.
Si parla di lavoro da fare: che rapporto c’è fra Vendrame e l’allenamento?
Mi sembra uno che si conosce. Non è un esecutore, un robottino che fa e basta. E’ uno che riesce a relazionarsi nel modo giusto con le figure che ha intorno e a dare dei feedback super precisi sulle sue cose. Per quanto mi riguarda, parlando da allenatore, è sempre una cosa positiva. E’ il tipo di atleta che ti dà qualcosa indietro, il riscontro per essere ancora più a fuoco quando si va nello specifico e avvicinandosi agli eventi.
Parlando per un attimo di Fabio Baronti, com’è stato questo primo anno WorldTour lontano dagli amici del CTF?
Sono super contento dell’ambiente che ho trovato. Ho accettato la sfida di uscire dalla mia comfort zone e ho avuto la fortuna di trovare un altissimo livello di professionalità e di empatia dal punto di vista personale con tantissimi dei miei colleghi, a partire da Pinotti. Da un punto di vista professionale chiaramente è un bel salto, che mi ha messo nella condizione di dimostrare di essere all’altezza. Mi stimola a cercare cose nuove, a farmi delle domande in più.
La vittoria di Sappada al Giro del 2024 ha confermato la resistenza di Vendrame nella terza settimana
La vittoria di Sappada al Giro del 2024 ha confermato la resistenza di Vendrame nella terza settimana
Cosa ti pare del gruppo atleti?
Quest’anno tutta la squadra ha fatto un percorso, anche il gruppo performance si è messo in discussione. Abbiamo cercato di farci le domande giuste in modo da darci delle risposte che ci permettano di avvicinarci a chi al momento è un gradino sopra di noi. Io credo alle potenzialità in questo gruppo. Tante volte è chiaro che avere atleti forti aiuta, avere il talento è un bel vantaggio. Però è una bella sfida anche tirare fuori il massimo da un gruppo di atleti forti e motivati. Gente che abbia la maturità per ascoltare le istruzioni e metterci quel qualcosa in più, che permette di cogliere il risultato. Quello che Andrea Vendrame sa fare molto bene, per questo credo che il suo profilo sia adattissimo alla nostra squadra.