Il “pasillo de honor” che le hanno riservato compagne e colleghe al Tour de Ardeche è il meritato tributo che si è guadagnata negli anni di carriera. Sulle strade di una gara che l’ha vista vincente e protagonista nel 2023 in un tentativo del proprio rilancio, Marta Cavalli ha salutato il ciclismo come avevamo potuto intendere dopo averla incontrata all’Italian Bike Festival di Misano.
Possiamo solo immaginare quanto sia costato a Marta prendere una decisione simile in termini di sentimenti legati al suo sport e, aggiungiamo noi, anche in termini di risultati sottratti dopo l’incidente patito al Tour Femmes 2022. Le botte fisiche e morali conseguenti a quel brutto episodio sono state le sue “porte girevoli”. C’è un gran bel prima e un complicato dopo da quel pomeriggio vissuto in mezzo alla campagna a pochi chilometri da Provins.
Adesso però c’è un presente, anzi ci sarà un futuro tutto nuovo per la 27enne cremonese di San Bassano, come riporta una frase del suo messaggio d’addio pubblicato sui profili social: «E’ il momento di scoprire il mondo da un’altra angolatura e di vivere una vita sicuramente più “normale”».
Il “pasillo de honor” tributato a Marta all’Ardeche, l’ultima gara della sua carriera (foto Florian Frison)
Il “pasillo de honor” tributato a Marta all’Ardeche, l’ultima gara della sua carriera (foto Florian Frison)
Cruccio di Sangalli
Chi l’ha conosciuta bene e non è mai riuscito a convocarla per varie contingenze è l’ex cittì Paolo Sangalli. Abbiamo chiesto all’attuale diesse della Lidl-Trek di tracciare un ritratto del percorso di Cavalli.
«Nelle tre stagioni da cittì – racconta – il mio più grande rammarico è stato quello di non aver mai avuto Marta a disposizione per europeo o mondiale. Il 2022 lo aveva iniziato in modo incredibile con una primavera splendida vincendo Amstel, Freccia Vallone e la classica in vetta al Mont Ventoux. Al Giro Donne era stata protagonista, chiudendo seconda dietro Van Vleuten. Tutte quelle prove mi avevano ampiamente convinto a portarla al mondiale di Wollongong. Nei miei piani iniziali, lei e Longo Borghini erano le due punte su cui fare la corsa.
«L’avevo seguita da vicino al Giro – prosegue Sangalli – e sapevo, speravo che avrebbe fatto bene anche al Tour Femmes. Poi alla seconda tappa arriva quello che per me è stato un attentato più che un incidente. L’australiana Frain non ha frenato e ha travolto Marta che stava ripartendo da ferma dopo aver evitato una caduta. Se andiamo a rivedere le immagini, vengono ancora i brividi. Rispetto alla botta che ha preso, le è andata bene, l’ho sempre detto. Quello è stato l’anno zero di Marta».
Esultanza marchio di fabbrica. Cavalli vince il tricolore nel 2018 con un colpo da finisseur (foto Twilcha)
Esultanza marchio di fabbrica. Cavalli vince il tricolore nel 2018 con un colpo da finisseur (foto Twilcha)
Voglia di non mollare
Se il 2022 si era rivelato come l’apice, il cammino per toccare quel livello aveva attraversato fasi non semplici da cui Cavalli era sempre uscita.
«Conosco Marta – ricorda Sangalli, che è stato per tanto tempo il vice dell’ex cittì Salvoldi – da quando era allieva ed è sempre stata una ragazza che mi è molto piaciuta, sia in bici che giù dalla bici. Ho sempre avuto un bel rapporto con i suoi genitori, anche perché ci siamo sempre ritrovati nei momenti difficili. Già al secondo anno da juniores Marta era stata capace di superare le conseguenze di una brutta caduta in pista che l’aveva tenuta ferma per sei mesi (e più di venti giorni di ospedale, ndr).
«Nel 2018, a soli due anni da quel giorno – va avanti – e quindi al secondo anno da elite, seppe vincere il campionato italiano con un colpo da finisseur negli ultimi metri anticipando nell’ordine Bertizzolo, Bronzini e Bastianelli che erano pronte alla volata generale. Fu un numero da grande atleta. Questo è il ricordo più bello proprio perché aveva dimostrato un grande carattere dall’incidente in pista. Certo bisogna riconoscere che Marta è stata tanto sfortunata nell’arco della sua carriera».
Le Fiamme Oro, per cui è tesserata, sono nel futuro di Cavalli, ma per Sangalli la sua esperienza può essere utile per le giovani
Le Fiamme Oro, per cui è tesserata, sono nel futuro di Cavalli, ma per Sangalli la sua esperienza può essere utile per le giovani
Momenti sbagliati
Ha ragione Sangalli, il credito di Cavalli con la buona sorte è davvero alto. E naturalmente tutto ciò avrebbe minato la solidità mentale di qualunque persona, anche non necessariamente un’atleta.
«Dopo l’incidente al Tour 2022 – riprende il tecnico milanese – sembrava sulla via del recupero, invece è iniziato un mezzo calvario perché con una certa frequenza saltavano fuori nuovi problemi ed altre complicazioni. Nonostante tutto Marta nel 2023 era riuscita a ritrovare un buon livello vincendo quattro gare, per nulla semplici (tappa e generale sia al Tour des Pyrénées sia all’Ardeche, ndr), andando sul podio ai campionati italiani a crono e in linea e disputando sia Giro che Tour. L’anno scorso invece, un paio di giorni prima del Giro Women, è stata investita da un automobilista finendo all’ospedale.
«E’ ovvio – dice con amarezza Sangalli – che tutte queste circostanze ti destabilizzano, alla luce dell’attuale ciclismo. Marta è stata un corridore completo, ma ha dovuto sempre inseguire la migliore condizione dal 2022 in poi. Mi sento di dire, se mi concedete un gioco di parole, che la grande sfortuna di Marta è stata quella di essere sfortunata nel momento sbagliato. Nel ciclismo di adesso è molto difficile recuperare bene ed in fretta da un qualsiasi infortunio, a maggior ragione se pesante. Penso anche a Elisa Balsamo, ad esempio. Per tornare a livelli veramente alti ci vuole tempo e ora non si riesce a correre per prepararsi. Devi essere già pronta».
Nel 2017 a Sanremo arriva la prima vittoria da elite di Cavalli dopo un brutto incidente in pista avvenuto l’anno prima (foto Ossola)
Nel 2017 a Sanremo arriva la prima vittoria da elite di Cavalli dopo un brutto incidente in pista avvenuto l’anno prima (foto Ossola)
Tesoro da non perdere
Quando una persona smette presto di essere un’atleta, l’obiettivo potrebbe essere non sperperare tutto quello che ha imparato e che ha da insegnare alle giovani leve.
«Marta è estremamente intelligente e preparata – sottolinea Sangalli – e potrà fare ciò che vuole lontana dalle corse. Teniamo conto che essendo tesserata per le Fiamme Oro, quindi con la Polizia di Stato, sono certo che saprà portare avanti un certo ruolo. E’ per questo che il suo ritiro dalle gare mi lascia sereno e contento per lei. Ha saputo risolvere problemi molto seri da corridore e per questo penso che la sua vita sarà più in discesa.
«Magari – chiude Sangalli, facendo poi un augurio proveniente dal profondo – convertirà la passione per la cucina e la panificazione ereditata da sua madre in un lavoro (sorride, ndr). Battute a parte, auspico il meglio possibile a Marta, ma soprattutto mi piacerebbe che venisse presa da esempio per le categorie femminili giovanili. Ricordo che nei ritiri della nazionale e dopo le gare, mi confrontavo spesso con lei sulla sua visione. Era un riferimento anche sotto questo aspetto. Non so se qualcuno vorrà coinvolgerla in futuro, però la sua esperienza non deve andare persa».