Ancona, 19 settembre 2025 – È ricercato da cinque giorni, dopo l’evasione dagli arresti domiciliari fatta nella notte di domenica scorsa, eppure usa i social come se niente fosse e anche il cellulare.

Diversi sono stati i post pubblicati sulla sua pagina Facebook, a partire da martedì scorso, appena due giorni dopo aver tagliato il braccialetto elettronico che aveva al piede e facendo perdere le sue tracce. Così il 41enne siciliano, accusato di stalking, lesioni e minacce nei confronti della sua ex compagna e dell’avvocata che tutelava la donna in un procedimento civile, sta passando il tempo mentre polizia e carabinieri lo stanno cercando in lungo e in largo.

L’uomo si trovava ai domiciliari in un paesino vicino Siena, ospite a casa di una amica che gli aveva dato ospitalità per fargli ottenere i domiciliari dopo due mesi passati in carcere per l’aggravamento di una misura cautelare nei confronti della ex compagna (aveva un divieto di avvicinamento e di comunicazione e a fine aprile scorso non si era presentato per mettere il braccialetto elettronico). In questi giorni di latitanza ha trovato il tempo anche di rilasciare una intervista al Fatto Quotidiano che poi ha condiviso sul suo profilo Facebook. “Sono andato via perché voglio che sia detta la verità, quella finora uscita non lo è perché le denunce sono strumentali”.

Il braccialetto elettronico lo avrebbe smontato e prima di staccarlo avrebbe anche scritto ai carabinieri che andava via per la sua libertà. L’avvocata aggredita e presa per il collo sarebbe stato “solo un gesto di rimprovero” perché gli viene impedito di vedere la figlia. A portarlo a rompere il braccialetto sarebbe stata “una relazione psicologica del tribunale che dice che sono ossessivo, narcisista, con manie di grandezza e socialmente pericoloso. Io non ci sto”.

Il siciliano dice di trovarsi all’estero “in uno stato dove posso difendermi” e di muoversi “con mezzi misti”. Due giorni fa, quando aveva fatto già perdere le proprie tracce, il siciliano ha postato sempre su Facebook le tappe della sua vicenda a partire dal novembre del 2024. “Prima che lo leggiate sui giornali – ha scritto – vi faccio un quadro fedele delle varie fasi di un vero e proprio inferno”. Spiega una istanza avviata dal legale della compagna, l’avvocata che poi ha aggredito, aggiunta durante una causa di affidamento della figlia minorenne, dove chiedeva che la bambina fosse vaccinata. Da lì in poi i rapporti peggiorano, ripercorre i mesi di battaglie per opporsi al vaccino e anche al braccialetto elettronico “avevo visto che si tratta di onde elettromagnetiche multiple, anche da satellite, considerate cancerogene”. Nel posto spiega “ho preso le forbici e tagliato il braccialetto, non è una fuga è una rivolta della verità e della giustizia, il grido della libertà ferita che genera una rabbia che si eleva a ira e che se necessario travolgerà un intero sistema di corruzione insito nel modo di operare del tribunale”.