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IL MEDAGLIERE DEI MONDIALI DI ATLETICA

IL PROGRAMMA DI OGGI E GLI AZZURRI IN GARA

Buongiorno e benvenuti alla DIRETTA LIVE della settima giornata dei Mondiali 2025 di atletica. Dopo sei giorni molto positivi con ben cinque medaglie (l’oro di Furlani, gli argenti di Battocletti e Palmisano e i bronzi di Fabbri e Aouani) e tante finali conquistate dalla spedizione italiana, la rassegna iridata prosegue a Tokyo con un venerdì ancora ricco di eventi e con quattro italiani protagonisti, che andranno a caccia di nuove medaglie e risultati di prestigio.

In apertura di giornata l’eptathlon torna al centro della scena e per l’Italia il nome da segnare è quello di Sveva Gerevini. La primatista nazionale rientra in una grande rassegna internazionale all’aperto forte della maturità accumulata nel pentathlon, dove a Glasgow ha sfiorato il podio mondiale indoor. La sua marcia comincia alle 10.33 con i 100 ostacoli, primo esame tecnico e mentale, e prosegue alle 11.20 con il salto in alto, banco di prova chiave per costruire punti pesanti. Dopo la pausa di metà giornata, alle 13.30 tocca al getto del peso, spesso discriminante negli equilibri della classifica, e alle 14.38 i 200 metri chiudono la prima tappa del suo viaggio: sette prove in due giorni, la sintesi più pura dell’atletica. Il contesto è di livello stellare: l’era recente ha parlato soprattutto belga e britannico, con Nafissatou Thiam e Katarina Johnson-Thompson a spartirsi i grandi ori dal 2016, mentre Anna Hall s’è issata oltre i 7000 a Götzis candidandosi a terza forza. Sullo sfondo, l’Europa giovane (Dokter, Vanninen, O’Connor) e l’orizzonte che resta il faro del 7.128 di Jackie Joyner-Kersee firmato Roma ’87.

Alle 12.30, entra in pedana il giavellotto femminile per la qualificazione. Il Giappone trattiene il fiato per Haruka Kitaguchi, iridata a Budapest e oro a Parigi, chiamata però a ritrovare stabilità dopo settimane complicate. La capofila stagionale è l’austriaca Victoria Hudson, ma le onde lunghe arrivano dalle nuove leve: Elina Tzengko e Adriana Vilagos guidano un ricambio che promette misure importanti. Attenzione alle sempre solide Mackenzie Little e Jo-Ané Du Plessis-Van Dyk, all’asse cinese Dai Qianqian–Su Lingdan e alla veterana colombiana Flor Ruiz. La storia recente dice che si vince poco sopra i 66,50: soglia che potrebbe bastare anche qui.

Nel pomeriggio il focus si sposta sulla mezzofondo: tra le storie del giorno aleggia il “caso” Jakob Ingebrigtsen. L’uscita al primo turno nei 1500 ha certificato una condizione imperfetta; il norvegese proverà a rimettere insieme i pezzi nei 5000, distanza su cui ha costruito due titoli mondiali e l’oro olimpico di Parigi con lo stesso copione tattico: controllo, elasticità, spunto feroce. Se il ritmo resterà “umano”, lo scenario potrebbe ancora sorridergli; ma la concorrenza è fitta. L’Europa risponde con George Mills, Andreas Almgren, Jimmy Gressier e Isaac Kimeli; gli USA, a secco d’oro dal 2007, schierano Grant Fisher, Cole Hocker, Nico Young; l’Etiopia mette sul tavolo Biniam Mehary, Hagos Gebrhiwet, Kuma Girma (e l’opzione Kejelcha), poi Oscar Chelimo per l’Uganda, Mohammed Ahmed per il Canada, Birhanu Balew per il Bahrain. Sulla parete del sogno, lo storico 12:52.79 di Eliud Kipchoge (Parigi 2003).

Alle 13.43 il baricentro emotivo diventa l’ovale: semifinali degli 800. Qui l’Italia porta Eloisa Coiro, passaggio del turno conquistato con testa e gambe, ora chiamata a un ulteriore salto di qualità in mezzo a giganti del doppio giro. In cima alla lavagna c’è l’olimpionica Keely Hodgkinson, due argenti mondiali persi al fotofinish e una fame mai sopita; la campionessa in carica Mary Moraa difende il trono; crescono Audrey Werro e Georgia Hunter Bell, mentre l’Africa alza la voce con Oratile Nowe e Lilian Odira. L’Etiopia cala la coppia Tsige DugumaWorknesh Mesele; dagli USA attenzione a Halimah Nakaayi… pardon, Uganda: la regina di Doha 2019 porta sempre esperienza da spareggiare nei momenti caldi. L’Australia mette in pista la brillante Claudia Hollingsworth e la polivalente Jessica Hull. Servirà lucidità: qui un micro-errore vale un Mondiale.

Poi, alle 13.50, arriva la gara che accende il cuore azzurro: la finale del salto triplo. L’Italia presenta due carte vere da medaglia, Andy Díaz Hernández e Andrea Dallavalle. Il primo, campione del mondo indoor, europeo indoor e campione di Diamond League, è il faro tecnico della specialità; il secondo, bronzo europeo indoor, ha ritrovato continuità ed efficacia nei salti “buoni”. Il copione s’è fatto ancora più intrigante per l’assenza forzata del campione olimpico Jordan Alejandro Díaz: il forfait per infortunio spalanca la corsa al podio. A contendere il metallo ci saranno il portoghese Pedro Pablo Pichardo, maestro dell’arte lunga oltre i 18, il burkinabé Hugues Fabrice Zango, iridato in carica e primatista indoor, il cubano Lázaro Martínez, il giamaicano Jordan Scott, il cinese Zhu Yaming e l’algerino Yasser Triki. Outsider caldi: l’americano Salif Mane e il francese Jonathan Seremes. Il record dei campionati coincide con il mondo di Jonathan Edwards: quota siderale; negli ultimi vent’anni è spesso bastato un 17,57 per l’oro. Per l’Italia è un’occasione che profuma di storia.

La sera giapponese scivola nel territorio delle leggende con il doppio atto dei 400 ostacoli. Tra gli uomini va in scena l’ennesimo capitolo della trilogia: Karsten Warholm – primatista mondiale (45.94, Tokyo 2021) – contro Rai Benjamin, oro olimpico a Parigi e serial-medagliato mondiale; terzo incomodo Alison Dos Santos, iridato di Eugene con record dei campionati (46.29), tornato affilato. A fare volume competitivo, l’esperienza di Abderrahman Samba e la freschezza del nigeriano Ezekiel Nathaniel; curiosità per Emil Agyekum, Caleb Dean e Ismail Doudai Abakar, volti nuovi pronti a prendersi un fotogramma nell’ora blu di Tokyo. Il tempo potrebbe volare; il titolo, come sempre, passerà dal ritmo tra la 7ª e la 9ª barriera. Subito dopo, il 400 ostacoli femminile consegna il proscenio a Femke Bol, dominatrice dell’anno, favorita per un secondo titolo mondiale che ufficializzerebbe una leadership tecnica già evidente. Sul blocco opposto, la grande signora della disciplina, Dalilah Muhammad, oro a Rio ed ex primatista del mondo, saluta la scena cercando l’ultimo acuto. Gli USA schierano anche Anna Cockrell e Jasmine Jones; la Giamaica conta su Shiann Salmon; l’Europa porta in alto la rinata Emma Zapletalová e la solida Naomi Van Den Broeck; l’esperta Gianna Woodruff può inserirsi. Il vecchio primato mondiale di Sydney McLaughlin-Levrone (50.58) è il record dei campionati: faro lontano, ma la qualità per scendere forte c’è.

A chiudere, il doppio spettacolo dei 200 metri. Tra gli uomini la narrazione è chiara: Noah Lyles rincorre il poker iridato, ma la minaccia più concreta, stavolta, ha la maglia della Giamaica e il volto di Bryan Levell, autore di una semifinale scintillante per autorità e fluidità. Non mancano i co-protagonisti: l’oro olimpico Letsile Tebogo, lo statunitense Kenneth Bednarek, il dominicano Alexander Ogando, l’europeo Zharnel Hughes, più gli outsider africani Tapiwanashe Makarawu e Sinesipho Dambile. Sarà gara “a elastico”: chi uscirà meglio dalla curva, e chi terrà più composta la frequenza negli ultimi 60, si prenderà la luce del titolo. La finale dei 200 femminili mette di fronte l’oro uscente Shericka Jackson – primatista dei campionati in 21.41 – e un blocco USA profondo con Brittany Brown, Melissa Jefferson-Wooden, McKenzie Long e Anavia Battle. L’Europa oppone Dina Asher-Smith, regina di Doha 2019, e la giovane Amy Hunt; l’Africa alza la voce con Marie-Josée Ta Lou-Smith. Anche qui la soglia del podio scenderà ben sotto 22: per vincere servirà la curva di una vita.

OA Sport vi propone la DIRETTA LIVE della settima giornata dei Mondiali 2025 di atletica: cronaca in tempo reale, minuto dopo minuto, gara dopo gara, risultato dopo risultato, per non perdersi davvero nulla. Si incomincerà alle ore 10.33 di venerdì 19 settembre per l’unica sessione giornaliera, che si concluderà alle ore 15.30 circa. Buon divertimento a tutti.