Vent’anni fa in Formula 1 finiva l’era dei V10 aspirati, motori che ancora oggi fanno vibrare il cuore degli appassionati con il loro urlo inconfondibile. L’ultimo e più potente di tutti fu il Honda RA005E del 2005, montato sulla BAR di Jenson Button e Takuma Sato.

Si tratta di un capolavoro di ingegneria: tre litri di cilindrata, 968 cavalli spremuti fino a 19.000 giri al minuto e un peso di appena 88,6 chili. Numeri che oggi sembrano quasi fantascienza, soprattutto se si pensa al baricentro abbassato a poco più di 16 centimetri, un record per l’epoca. Honda era pronta a far cadere quel muro tecnico, ma il regolamento cambiò le carte in tavola: dal 2006 arrivarono i V8 da 2,4 litri, meno potenti di circa 200 cavalli. La rivoluzione era finita sul nascere, e il canto dei V10 divenne un ricordo da custodire su VHS e, oggi, su YouTube.

Certo, la concorrenza non stava a guardare. BMW aveva dettato legge nei primi anni 2000, Ferrari difendeva il suo regno con la forza di Bridgestone e un telaio perfetto, Renault e Mercedes alimentavano una sfida tecnica senza esclusione di colpi. In questo scenario, Honda si impose poi come l’outsider capace di dare filo da torcere ai giganti.

Ma fu nel 2004 che la BAR vide il suo anno migliore con Button terzo in campionato e la squadra seconda tra i costruttori, dietro ovviamente a Ferrari che con la F2004 aveva creato qualcosa di inarrivabile. Nel 2005 poi la promessa di lottare per il titolo si scontrò con una realtà più dura: affidabilità ballerina, aerodinamica incerta e normative che imponevano a un motore di durare due Gran Premi interi, quando fino a poco prima ne bastava uno.

Eppure, nonostante quelle fragilità, il V10 Honda resta un simbolo. Non solo per i dati tecnici, ma per ciò che rappresentava: un’epoca in cui la Formula 1 era pura sinfonia meccanica, capace di farsi sentire a chilometri di distanza (a partire dal 2026 i carburanti per la Formula 1 costeranno una fortuna). Oggi, con regolamenti sempre più attenti all’efficienza e al contenimento delle emissioni, il ritorno dei V10 è un sogno che difficilmente si avvererà. Resteranno nella memoria come i dinosauri di cui parlano gli appassionati: estinti, ma ancora capaci di far sognare chi li ha vissuti dal vivo e chi li scopre in rete, con le cuffie a volume massimo.