Gli infermieri della provincia vogliono incontrare i candidati alle regionali. L’appello alla politica arriva dall’Ordine delle professioni infermieristiche di Massa Carrara, in qualità di ente sussidiario dello Stato, in rappresentanza degli oltre 1800 infermieri della provincia e a garanzia della sostenibilità del Servizio sanitario nazionale. “Gli infermieri hanno sempre avuto a cuore la salute pubblica, ci sono e ci saranno in futuro per i cittadini – dice Luca Fialdini, presidente dell’Ordine e segretario dell’Opi Toscana –. Siamo al fianco, ogni giorno, delle persone in ospedale, nel territorio, nelle Rsa, nonostante la carenza di professionisti, le difficoltà, la mancata valorizzazione economica e professionale”.

Fialdini, quali saranno i temi da condividere con la politica?”In Toscana non partiamo dal punto zero. Nella scorsa legislatura abbiamo mantenuto un dialogo aperto con l’assessorato e la terza commissione. La nostra Regione, per quanto riguarda i Lea (Livelli essenziali di assistenza) si trova in seconda posizione a livello nazionale, ma questo non significa che non possiamo migliorare i servizi e, soprattutto, trovare strategie per valorizzare il personale. Penso alle liste di attesa, nuovi modelli organizzativi, potenziare lo staffing, nuovi strumenti di welfare. Occorre continuare a diffondere e sviluppare l’infermieristica di famiglia e comunità nel territorio, garantendo prossimità, e riorganizzare le cure domiciliari. Sono sicuro di una cosa: l’obiettivo principale 2025-2030 dovrà essere quello di valorizzare gli infermieri della clinica, quelli presenti in prima linea tutti i giorni nei reparti”.

Quali i dati più preoccupanti per la professione?”In primis il trend in forte discesa del numero complessivo di domande di iscrizione al test delle professioni sanitarie, evidentemente percorsi accademici non più appetibili per i giovani. A Pisa ci salviamo ancora, ma occorre lavorare per il futuro. Il tutto aggravato dalla gobba pensionistica della professione: a Massa Carrara più del 50% degli iscritti all’Albo ha più di 50 anni. Poi c’è un trend in crescita da attenzionare: l’intenzione degli infermieri di cambiare lavoro a causa dei ritmi insostenibili e dei bassi stipendi, fra i più bassi in Europa. Un infermiere a fine carriera, dopo anni di esperienza, guadagna poco di più di un neolaureato e continua a fare turni notturni”.

Recentemente l’Ordine degli infermieri è stato ascoltato in Prefettura in merito agli episodi di violenza verso gli operatori…”Grazie al Prefetto abbiamo incontrato il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica con cui abbiamo condiviso alcune riflessioni. A breve partiranno i corsi di formazione, condivisi fra forze dell’ordine e professionisti della sanità. Poi ci saranno interventi strutturali, ma sono sempre più convinto che la causa è multifattoriale e culturale. Sicuramente occorre continuare a rafforzare l’assistenza territoriale, alleggerire i pronto soccorso e applicare la legge, ma per creare cittadini rispettosi delle strutture di cura bisogna ripartire dalle scuole e dalla cultura del rispetto. Gli infermieri sono li per curare e prendersi cura delle persone”.