Sostenere l’invecchiamento attivo e la salute cognitiva degli anziani fragili grazie all’intelligenza artificiale, la robotica e la realtà virtuale. È questo lo scopo del progetto Daisi&Ron, coordinato dal Dipartimento di Neuroscienze Rita Levi Montalcini dell’Università di Torino, in collaborazione con Teoresi Group e Intravides Srl (spin-off di UniTo) e NICO – Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi.

Il progetto è finanziato nell’ambito del Piano Nazionale Complementare (PNC), attraverso un bando a cascata dell’Università di Milano-Bicocca, e sviluppato all’interno dell’iniziativa ANTHEM – AdvaNced Technology for Human centEred Medicine.

Un robot assistenziale, AI e realtà virtuale per monitorare le funzioni cognitive degli anziani

Attraverso l’suo di strumenti digitali avanzati, Daisi&Ron permetterà di monitorare e stimolare le funzioni cognitive di persone anziane, sia a domicilio sia all’interno delle RSA.

Il sistema prevede, infatti, l’impiego combinato di robot con funzioni assistenziali (Teo), intelligenza artificiale conversazionale per l’interazione utente-macchina e ambienti immersivi in realtà virtuale, come escape room digitali, utili per potenziare memoria, attenzione e orientamento.

I sensori di cui è dotato il robot vengono istruiti per gestire la navigazione autonoma e l’interazione vocale, anche grazie a modelli linguistici avanzati. L’utente può quindi svolgere esercizi cognitivi – anche in forma di giochi – tramite visore VR; in seguito i dati raccolti vengono analizzati e restituiti in forma comprensibile dal robot.

Secondo alcune ricerche, inoltre, circa l’85% degli utenti è accompagnato da un caregiver coetaneo: per questo motivo, il robot sarà progettato per assistere sia l’utente fragile sia il suo accompagnatore, guidandoli entrambi attraverso un percorso che include attività interattive.

Robotica assistenziale: Teo e l’innovazione di Teoresi per gli ambienti sanitari

Teo è stato progettato per svolgere funzioni di accoglienza e supporto nei contesti clinici e assistenziali.

Il Gruppo Teoresi – società internazionale di ingegneria con sede a Torino – ha curato lo sviluppo delle funzionalità di AI conversazionale e gestione autonoma dei percorsi del robot, progettato per svolgere funzioni di accoglienza e supporto nei contesti clinici e assistenziali: programmato per operare in condizioni di sicurezza, si muove a velocità limitata (0,4-0,7 m/s) ed è provvisto di segnalazione acustica, al fine di renderne sempre percepibile la presenza. I sensori attivi a 360° consentono inoltre il movimento esclusivamente in avanti.

Teoresi ha avviato una prima fase di test sperimentale in ambienti reali presso l’headquarter di Torino, trasformando il piano terra della propria sede in un vero e proprio laboratorio tecnologico per Teo.

Qui il robot viene osservato mentre svolge attività di interazione e accompagnamento tra cui recepire e rispondere a semplici domande, guidare i visitatori lungo percorsi predefiniti e muoversi autonomamente.

Scopo del test è valutare in condizioni reali l’affidabilità delle funzionalità sviluppate, dalla navigazione controllata alla comunicazione con gli utenti, simulando le sfide di un ambiente complesso e dinamico che anticipa la sua applicazione clinica.

Il tutto avviene nel rispetto della privacy: TEO, infatti, non registra dati personali né effettua riconoscimenti facciali. Il contesto aziendale offre così un terreno ideale per mettere a punto le tecnologie alla base di un nuovo approccio all’assistenza: più empatico, automatizzato e personalizzato.

I partner del progetto

Oltre al Gruppo Teoresi, il progetto vede il coordinamento clinico dell’Università di Torino, dove i ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze Rita Levi Montalcini valuteranno in condizioni controllate (i living labs) quanto i robot possono essere accettati e utilizzati dai soggetti anziani, dagli operatori sanitari e dai caregivers così da ottimizzare i livelli di assistenza, stimolare i soggetti e monitorare le loro condizioni e i loro bisogni.

“In una società che invecchia, con un continuo aumento dei bisogni di assistenza, è necessario ideare nuove soluzioni a supporto del sistema sanitario nazionale e dei suoi operatori”, commenta Alessandro Vercelli, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze e del NICO dell’Università di Torino.

“Inoltre è necessario identificare sistemi che si possano integrare con quelli della sanità pubblica, fornendo dati clinici e comportamentali per un follow-up dei pazienti e una terapia, anche non farmacologica, personalizzata. Tutto ciò permetterà anche di elaborare e analizzare questi dati. Non possiamo pensare che i robot sostituiscano i caregiver, ma di sicuro potranno integrare e supportare il personale, raccogliendo inoltre dati utili per l’assistenza e la cura dei soggetti”, aggiunge.

All’interno del progetto Intravides srl si è occupata invece dell’integrazione di dispositivi VR e AR. Nello specifico, l’azienda ha lavorato sull’implementazione dei “serious games” per il monitoraggio e potenziamento delle attività cognitive degli utilizzatori della piattaforma.

La robotica a servizio dell’assistenza sanitaria: la roadmap del progetto

Il progetto prevede una roadmap pluriennale. La fase di sperimentazione tecnologica sul campo è in corso e proseguirà almeno per tutto il 2025.

Nel 2026 seguiranno test con utenti anziani in ambienti controllati – i laboratori di Teoresi e dell’Università di Torino e del NICO (Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi) – e la sperimentazione presso la Clinica Neurologica del prof. Rainero (esperto di Alzheimer e demenze senili), presso i laboratori di Anatomia Umana del dott. Paolo Pacca e del Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi, in cui operano studenti e ricercatori nell’ambito delle neuroscienze.

I risultati serviranno a definire modelli di intervento replicabili su scala nazionale, con particolare attenzione alla sostenibilità e all’impatto sociale dell’adozione tecnologica nella cura degli anziani: nel 2027, infatti, potrebbe partire una fase clinica rivolta anche ad anziani con patologie neurodegenerative.