I governi di Cambogia e Thailandia si sono detti disponibili ad un dialogo per porre fine agli scontri nati sul confine, che durano da giorni, dopo un intervento del presidente statunitense Donald Trump. Il primo ministro cambogiano Hun Manet ha accolto con favore la proposta di cessate il fuoco con la Thailandia, avanzata dal tycoon Donald Trump. “È una buona notizia per i soldati e per il popolo di entrambi i Paesi”, ha dichiarato in una nota. Manet ha incaricato il ministro degli Esteri Prak Sokhonn di discutere la questione con l’omologo statunitense Marco Rubio, con l’obiettivo di porre fine al conflitto iniziato giovedì scorso.
Nel frattempo, il premier thailandese ad interim Phumtham Wechayachai incontrerà domani a Kuala Lumpur lo stesso Hun Manet, per affrontare la crisi. L’incontro, ha spiegato il portavoce Jirayu Houngsub, punta a “ripristinare la pace” tra i due Paesi. I colloqui si svolgeranno in Malesia, che detiene la presidenza di turno dell’ASEAN, l’organismo regionale a cui sia Thailandia che Cambogia appartengono. Ma, al momento, i colpi di artiglieria sono ripresi per il quarto giorno consecutivo. Giornalisti dell’AFP nella località cambogiana di Samraong, a circa 20 Km dalla zona di conflitto, hanno infatti riportato all’alba i rumori assordanti legati a nuovi attacchi. Una portavoce del ministero della Difesa di Phnom Penh ha confermato che gli scontri sono ripresi vicino a due templi contesi. Il conflitto ha causato finora 33 morti e oltre 170.000 sfollati.

La disponibilità di Bangkok

Nonostante la ripresa delle ostilità, anche Bangkok ha confermato “in linea di principio” la propria disponibilità ad una tregua, mentre Trump, in visita in Scozia, ha dichiarato di aver parlato con i leader dei due Paesi, annunciando che sono pronti a incontrarsi e “raggiungere rapidamente un cessate il fuoco”. La diplomazia thailandese ha poi fatto sapere che il premier ad interim, Phumtham Wechayachai, ha chiesto allo stesso Trump di “trasmettere alla Cambogia la volontà di convocare un dialogo bilaterale al più presto per definire le procedure di una tregua e una soluzione pacifica del conflitto”.

L’intervento di Trump

Come detto, per cercare di arrivare ad un cessate il fuoco, è intervenuto anche Donald Trump.  Thailandia e Cambogia “auspicano un cessate il fuoco immediato e la pace” e “hanno concordato di incontrarsi immediatamente”, ha annunciato il presidente americano su Truth dopo due telefonate con il premier cambogiano Hun Sen e quello ad interim thailandese. Da giorni, al confine tra i due Paesi si stanno registrando violenti scontri che hanno causato morti da entrambe le parti, decine di feriti e oltre centinaia di migliaia di evacuati. Al centro della disputa, il tempio di Preah Vihear, conteso per decenni e la cui sovranità è stata assegnata dal 1962 alla Cambogia da una sentenza della Corte internazionale di giustizia dell’Aja, confermata nel 2013 dopo il sanguinoso conflitto di due anni prima.   Il caso risale al periodo coloniale francese agli inizi del 1900, ed è riesploso poi a maggio quando uno scontro armato al confine ha provocato la morte di un militare cambogiano. Il conflitto sembrava essersi ridimensionato dopo una telefonata tra l’allora premier Paetongtarn Shinawatra e Sen. Ma dopo che i cambogiani hanno diffuso la registrazione del colloquio in cui la premier chiamava l’omologo cambogiano “zio”, i militari di Bangkok si sono infuriati. Hanno deposto Shinawatra, gettato il Paese nel caos politico e aspettato l’occasione giusta per riaprire le ostilità con il nemico. A poco sono valsi gli appelli di Cina, Malaysia, dell’Onu e dello stesso dipartimento di Stato americano.   Ma Trump ha giocato, ancora una volta, la carta dei rapporti commerciali. In questo momento “per coincidenza, stiamo attualmente trattando di scambi con entrambi i Paesi, ma non vogliamo concludere alcun accordo con nessuno dei due se stanno combattendo”, ha avvertito il tycoon. E ancora: “Intendono tornare al tavolo delle trattative commerciali con gli Stati Uniti, cosa che riteniamo inappropriata finché i combattimenti non cessano”. Secondo il presidente la cessazione delle ostilità tra Cambogia e Thailandia sarebbe imminente, ma bisognerà aspettare qualche giorno per capire gli sviluppi di questo conflitto.

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