Un cold case irrisolto per anni e di cui ora sono stati uniti i punti che hanno svelato il disegno preciso di quanto accaduto. E ora si va in Tribunale. La gip di Milano, Francesca Ballesi, ha disposto il processo con rito immediato per l’omicidio del capo ultras interista, Vittorio Boiocchi, ucciso il 29 ottobre 2022 sotto casa, a Milano. 

Gli imputati

Imputate cinque persone, tra cui gli ex leader della Nord, Andrea Beretta e Marco Ferdico. Era stato proprio Beretta, già in carcere per l’omicidio di Antonio Bellocco avvenuto a settembre 2024 a Cernusco sul Naviglio, divenuto collaboratore di giustizia, a confessare agli inquirenti di essere stato il mandante dell’uccisione di Boiocchi. Ha raccontato l’intera vicenda, di come l’omicidio fosse stato ‘affidato’ a Marco Ferdico che a sua volta aveva inviato a uccidere il capo ultras il suocero e Daniel ‘Bellebuono’ D’Alessandro. 

Poi erano scattate le manette e alcune ammissioni di colpa, confermando la versione di Beretta. Intanto, la data di inizio del processo è stata fissata per il prossimo 10 dicembre, davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Milano. 

Le ragioni dell’omicidio

Secondo quanto riferito dalla questura, Beretta avrebbe pagato 50mila euro per far assassinare Boiocchi. Non solo, l’omicidio sarebbe stato “ordito e condiviso, come atto strategico, nell’ambito delle dinamiche del tifo organizzato interista”.

In particolare, il delitto sarebbe la risposta alle aspre contestazioni mosse “dalla vittima sulla corretta contabilizzazione e quindi divisione dei proventi derivanti dalle attività economiche e illecite connesse al tifo ultras”.