Un tesoro. Un appartamento a Grosseto, due ville in una zona residenziale di Pomezia, una serie di garage e appartamenti anche a Roma, uffici, terreni, auto e disponibilità finanziarie. Tutto per un valore complessivo di circa quattro milioni di euro.

Beni che sarebbero stati comprati con i soldi sporchi del malaffare e che la direzione investigativa dell’antimafia di Roma, la Dia, ha sequestrato a Pasquale Lombardi, amico e sodale di Antonio Nicoletti detto ‘Tony’, figlio di Enrico Nicoletti, l’uomo considerato il cassiere della Banda della Magliana. 

Chi è Pasquale Lombardi

Lombardi, 68 anni, è sempre stato un faccendiere. Un uomo fidato di chi ha avuto e ha un peso criminale. Lo dimostrerebbero una serie di indagini sul suo conto, come quella che smantellò il clan Fragalà tra Pomezia, Torvajanica e Ardea nell’inchiesta ‘Equilibri’ e come, appunto, l’indagine ‘Assedio’ che ha ne ha raccontato la vicinanza con Nicoletti. Come si legge nell’ordinanza di quest’ultima indagine, Lombardi risulta condannato con sentenza definitiva per detenzione di armi clandestine, rapina, furto aggravato, porto di armi, minaccia e ricettazione.

Per anni è stato detenuto nel carcere di Ascoli Piceno per i reati di associazione a delinquere, usura, riciclaggio e tentata estorsione, e anche sottoposto ai arresti domiciliari per usura ed estorsioni aggravate. Accuse che, negli anni, anni sarebbero state aggravate dal metodo mafioso. Anche grazie ai suoi rapporti con l’associazione mafiosa della Sacra Corona Unita.

Il figlio del cassiere della Banda, la mafia siciliana, il papà della consigliera. Il patto per “strozzare” un costruttoreAntonio Nicoletti e gli altri

Un uomo considerato di “elevata pericolosità sociale”, ha scritto di lui il giudice Francesco Patrone proprio nell’indagine Assedio ricostruendone il ruolo in una parte dell’inchiesta che ha visto come vittima Emanuele Rossi, costruttore edile finito nel mirino di due gruppi criminali, come abbiamo riportato in questo articolo della sezione Dossier.

Non solo, secondo gli investigatori dell’antimafia, Lombardi emerge come “figura di spicco, sovrintendendo e coordinando” e “gode di potere ampiamente affermato nel territorio di Pomezia e del consolidato rapporto con Antonio Nicoletti, così da rappresentare il punto di riferimento di dinamiche delittuose qualificate sulla Capitale e anche un punto di riferimento per altre organizzazioni criminali con interessi sull’area metropolitana romana e della città di Pomezia”.

Ha avuto un ruolo nelle dinamiche del riciclaggio dei soldi messi a disposizione dal clan D’Amico-Mazzarella, si è occupato della protezione di una serie di sodali minacciati dai napoletani, confrontandosi per questo con Salvatore Iovine, rappresentante del clan dei casalesi a Romа. Ha fatto da paciere con altri per minacce ricevute degli albanesi. Senza dimenticare il suo supporto a Salvatore D’Amico detto ‘O’ Pirata’ nelle sue trasferte romane, gli affari con Daniele Muscariello

Denaro senza fine e legami pericolosi. Gli affari dei figli del cassiere della Banda della MaglianaIl tesoro sequestrato

Intrecci e servizi che gli avrebbero fatto mettere da parte soldi. Tanti. Milioni di euro che poi sarebbero stati ripuliti e quindi reinvestiti. Non è un caso che le indagini della Dia hanno ricostruito “una notevole sproporzione tra i redditi dichiarati” e i beni acquisiti nel periodo in cui Pasquale Lombardi “si era reso responsabile dei gravi reati”.

Lombardi, oltre a una serie di uffici e appartamenti, era riuscito a comprare un terreno da 4.716 metriquadri e un altro da 284 a Pomezia, una Bmw da 25mila euro, case a Casal Bernocchi e Pomezia e quote di 4 società. 

“Il valore delle società, il ruolo assunto nello specifico settore ed i livelli occupazionali verranno tutelati attraverso l’amministrazione giudiziaria disposta dal tribunale di Roma, che ripone massima attenzione per questi aspetti al fine di salvaguardare i valori positivi dell’impresa”, spiega l’antimafia.

Il video del sequestro