Il punto sui prossimi avversari del Toro: conosciamo tutti i segreti dell’Atalanta grazie a chi la segue sempre da vicino

Ritornano all’Olimpico Grande Torino i granata di Baroni, ma non solo… Ecco che il pubblico tifoso del Torino avrà la possibilità di rivedere dal vivo Ivan Juric. Nella sfida delle 15 di domenica 21 settembre si affrontano Torino e Atalanta, con Juric che cerca di rifarsi dopo la roboante sconfitta in casa del PSG e i granata che cercano conferme dopo l’ottima vittoria dell’Olimpico a Roma.  Analizziamo i punti di debolezza e di forza e in generale la situazione dell’Atalanta grazie a chi la segue ogni giorno da vicino. Si tratta di Alessandro Pagliarini, giornalista di Prima Bergamo e Atalantini.com, intervistato nel corso dell’ultima puntata di TN Radio, podcast settimanale in onda ogni martedì sera: lo ringraziamo per averci introdotto la gara dal punto di vista dei nerazzurri.

L’Atalanta arriva alla partita in ripresa a livello di campionato? “Direi. Dopo il successo con il Lecce si è tolta un peso importante. Nelle prime tre partite l’Atalanta ha affrontato le ultime tre della Serie A e ha racimolato 5 punti. È ancora imbattuta, però dopo i pareggi contro Pisa e Parma, contro il Lecce è arrivata una bella reazione. Nel secondo tempo, perché nel primo tempo si è comunque vista una Dea molto in difficoltà. Juric nei primi tempi sta facendo molta più fatica”.

Si può immaginare un po’ di turnover, viste le sfide contro PSG e Juventus? “Juric ha detto che non è uno che si tira indietro quando bisogna fare giocare le seconde linee. Ha detto che alternerà i suoi giocatori. L’Atalanta adesso ha dei problemi di infortuni: non ha ancora Kolasinac, non ha Scamacca, che forse tornerà in panchina con il Toro, Ederson, De Ketelaere, Scalvini, la situazione Lookman, ancora da sciogliere. Quindi le assenze ci sono, i giocatori da girare anche, perché c’è un parco esterni ricco e anche in mezzo al campo, dietro non si è ancora visto Ahanor. Insomma, ci sono valide alternative. Davanti va visto Samardzic, che ricorda Radonjic, che ad ogni conferenza viene elogiato però poi non vede il campo. Si potrebbe vedere anche lui proprio contro il Toro”.

Juric, allievo di Gasperini ma con tante differenze…—  

Juric a Torino lo conoscono molto bene, dopo i tre anni di guida tecnica. Quando è arrivato all’Atalanta il mondo del calcio italiano l’ha visto con un po’ di diffidenza. A Bergamo? “Ha destato stupore, un po’ di perplessità, tantissimi dubbi. Perché vai a lasciare uno dei migliori allenatori del mondo come Gasperini, che ha portato l’Atalanta da essere la regina delle provinciali a una delle migliori in Europa, a vincere l’Europa League, ha trasformato tanti giocatori in campioni per prendere un allenatore che ha fallito miseramente nelle ultime due esperienze. A Verona ha fatto molto bene, con il Torino un lavoro di crescita, a Roma è arrivato in un contesto molto difficile, con la squadra contro l’esonero di De Rossi e con il Southampton aveva una rosa non all’altezza del campionato. L’Atalanta l’ha presentato come un solco nella continuità di Gasperini, forse perché suo allievo, forse perché il modulo è simile, forse perché l’approccio al lavoro è simile…io non vedo tutte queste similitudini al momento: sembra un’Atalanta molto diversa, sia come costruisce dal basso, sia per il giro palla, sia per il tipo di gioco che vuole mettere in campo. Sta cercando di portare qualcosa di suo, nel bene e nel male. Se non avesse fatto risultato a Lecce sarebbe già stato traballante su una panchina che scotta tanto. Con il PSG non penso faccia troppo testo: è la squadra più forte del mondo. Con il Toro sarà una prova di maturità, perché il Toro ha individualità importanti ma è ancora in fase di assestamento”.

Juric ha la nomea di principale allievo di Gasperini, invece ci sono tante differenze? “Sì, assolutamente. Si provano tantissimi lanci lunghi, cosa vietata con Gasperini. Si cerca un fraseggio che non ha i risultati sperati perché manca un regista. Negli anni Juric ha sempre avuto un regista, cosa che all’Atalanta, invece, manca. L’unico giocatore con queste caratteristiche era Sulemana, che è stato prestato al Bologna. Prova a farlo De Roon, ma non è il suo: è un mediano di rottura. C’è Pasalic che è più mezzala/trequartista. Mi sorprende che non sia arrivato dal mercato. È arrivato Musah ma non è un regista. Tant’è che i nomi fatti da Juric sono suoi ex giocatori: Ricci, Gineitis, Ilic. Juric cercava un elemento che lo conoscesse bene a centrocampo, dove l’Atalanta sta facendo tanta fatica, anche perché manca l’elemento più forte: Ederson. E poi la mancanza di Lookman è pesata tanto, perché nel tridente titolare sono apparsi Maldini e Sulemana, che non sono all’altezza del resto dei titolari. Se poi si aggiunge l’assenza di Scamacca, che ha fatto vedere buone cose… C’è Krstovic, che lavora per la squadra ma finora non ha visto la porta”.

Punti di forza e di debolezza della Dea—  

C’è qualcosa del Toro che l’Atalanta dovrebbe temere? “Il Toro ha un valore aggiunto: ha tutti giocatori con caratteristiche differenti, e anche quelli che entrano dalla panchina danno qualcosa in più. Specie davanti, perché tutti gli elementi hanno la possibilità di mettere in difficoltà qualsiasi tipo di difesa. L’Atalanta subisce tanto sui lanci lunghi, subisce gli 1 contro 1 dietro, in velocità. Giocare davanti con un 9 vero, anche se Simeone non è proprio tale, può mettere in difficoltà lo stesso Hien, che quando gioca contro un attaccante fisico va benissimo, quando gioca contro un attaccante con caratteristiche diverse va in difficoltà. Poi a centrocampo il Torino ha caratteristiche che l’Atalanta non ha: giocatori in grado di fare filtranti e lanci per gli attaccanti, cosa che i nerazzurri non sono ancora in grado di fare e contro i quali vanno in difficoltà”.

E viceversa, qualcosa su cui il Toro deve stare attento? “La fascia destra. Biraghi non ha più il passo di una volta e l’Atalanta va forte: c’è Kossounou che attacca forte, Bellanova che è un treno e De Keteleare che sta esplodendo, se sta bene. E poi c’è il nodo Krstovic: gli manca solo di sbloccarsi, fa tanti assist e gioca bene. E a sinistra comunque c’è Zalewski, che sembra un altro giocatore: sempre tra i migliori in campo nelle prime tre in Serie A. Questi sono punti un po’ critici, anche perché il Toro a differenza delle stagioni passate sembra lavorare più centralmente e con verticalizzazioni”.

Juric esonerato a breve?—  

Concludendo, viste le previsioni non rosee che si sono lasciate andare nel mondo del calcio: è possibile a breve un esonero di Juric? “Secondo me sta pagando tanto anche la situazione Lookman. Questa Dea con Lookman è tranquillamente da lotta Champions. Non ha fatto grandi acquisti ma ha puntellato la rosa: ha preso l’attaccante di riserva che mancava, si è migliorata a sinistra perché tra Zalewski e Ruggeri secondo me ci sono due categorie di differenza, mancava un altro centrocampista e ha preso Musah, dietro si è dimostrata solida, ha riscattato Kossounou. La rosa non è male. Il tema è: cosa sarà in grado Juric di tirarci fuori e come riuscirà a farla giocare? Se ha preso la scelta di cambiare stile rispetto a Gasperini, questo cambio radicale deve portare i suoi frutti. Per adesso lo si è visto a sprazzi, la speranza è che arrivi ad essere tutte le partite come il secondo tempo con il Lecce. Ancora un mese o due vanno dati a Juric, perché qualcosa di positivo si è visto. Per ambire a grandi traguardi, però, ha bisogno di Lookman o di un giocatore di quel livello”.