Tutti, comprensibilmente, vorremmo chiudere il capitolo della pandemia: lockdown, isolamento, conflitti sociali, obblighi sanitari e incertezze. Ma alcuni segnali clinici ed epidemiologici ci dicono che non possiamo permetterci di archiviare tutto — almeno non ancora, e non così in fretta.

L’incremento anomalo della mortalità per neoplasie maligne tra i 0 e i 54 anni, osservato nei dati CDC dal 2021 in poi, non può essere ignorato. I decessi settimanali per cancro (C00-C97) hanno superato il trend pre-pandemico con un +44,2% medio, totalizzando oltre 37.000 decessi in eccesso nella fascia 0-54 anni, secondo i dati del CDC/NCHS (USA). Istituzioni assicurative come Voya Financial riportano un aumento delle richieste di risarcimento per diagnosi tumorali tra i giovani, ci si chiede: Cosa sta succedendo?

https://x.com/EthicalSkeptic/status/1946286355148898543

Le iniezioni a mRNA: davvero “vaccini” convenzionali?

Fin dall’inizio, i prodotti a mRNA sono stati presentati come vaccini, inseriti in percorsi regolatori accelerati per emergenze sanitarie. Ma dal punto di vista scientifico e normativo, la loro struttura e il loro meccanismo d’azione li avvicinano molto di più alle terapie geniche.

Secondo la definizione della FDA stessa, una terapia genica è un trattamento che introduce materiale genetico per alterare l’espressione di geni o produrre una funzione terapeutica. Questo è esattamente ciò che fanno le iniezioni a mRNA.

Eppure, non sono mai state valutate come terapie geniche e non è stata esaminata la possibilità che favoriscano l’insorgenza di tumori.

Una deroga di questo tipo ha permesso di aggirare le garanzie normative previste per ogni intervento genico sull’essere umano.

DNA residuo, SV40 e rischio oncogeno

Recenti analisi indipendenti, confermate anche da laboratori ufficiali, hanno rilevato frammenti di DNA sintetico nei preparati a mRNA, ben oltre i limiti di sicurezza stabiliti.

Questi frammenti:

  • sono incapsulati nelle stesse nanoparticelle lipidiche che trasportano l’mRNA
  • possono entrare nel nucleo delle cellule umane
  • potrebbero, in alcuni casi, integrarsi nel genoma, con effetti potenzialmente gravi: instabilità genomica, mutazioni, oncogenesi.

Ancora più preoccupante è la scoperta di sequenze promotrici SV40 (virus noto per la sua relazione storica con lo sviluppo di tumori) nell’iniezione Pfizer, in grado di interferire con i meccanismi di soppressione tumorale, come la via p53.

Non si tratta di accusare, ma di porre domande scientificamente legittime

Il principio di precauzione e l’etica della medicina basata sulle prove ci impongono oggi di non girare lo sguardo altrove, ma di approfondire, chiedere, indagare.

Le domande da porsi sono molte, ma almeno tre sono urgenti:

  1. È stata opportuna la scelta di evitare il percorso regolatorio delle terapie geniche?
  2. Cosa comporta la presenza di SV40 e DNA residuo nei preparati?
  3. Stiamo davvero monitorando con rigore gli effetti a medio e lungo termine di queste tecnologie?

Non si tratta di essere “contro i vaccini”.
Si tratta di essere a favore della trasparenza scientifica, del rigore metodologico, e della tutela della salute pubblica basata su dati, non su dogmi.

In medicina, le certezze non devono essere imposte. Devono essere guadagnate, verificate, discusse.

Finché questo non accadrà, dimenticare sarà impossibile.

 

Fonti:
CDC WONDER, 2018–2025 (settimana 15)

Voya Financial, Q3 Report, 2024

Se sei un medico, ricercatore o clinico e stai osservando segnali simili nella tua pratica, condividi la tua esperienza. Serve un confronto aperto e fondato sui dati.