Se sabato 20 settembre in prima serata doveste passare in zona Aurelio, precisamente alla “Fattorietta”, vi potreste imbattere in un talk su Roma con ospiti interessanti. Ci sono Alleanza Verdi-Sinistra, Aurelio in Comune, il Movimento Cinque Stelle e il Pd, a parlare di Roma. Non solo di quella “che c’è”, ma anche di quella “di cui c’è bisogno”. 

L’evento degli anti-Gualtieri

A primo impatto si potrebbe pensare a un evento politico che celebra il campo largo, sull’onda di quanto sta accadendo a livello nazionale con Schlein, Conte, Fratoianni e Bonelli tutti insieme a sostenere le candidature di centrosinistra nelle Regioni prossime al voto. E invece no. Perché andando oltre le sigle, leggendo i nomi, ci si rende conto che “Facciamo breccia”, titolo evocativo vista la data, cioè quella della presa di Roma nel 1870, ospita un futuro candidato sindaco, un “dissidente” del Pd ed esponenti di Sinistra Italiana ed Europa Verde più critici che amici della giunta Gualtieri. 

Marino, Miccoli e gli “alleati” col mal di pancia

Partiamo da questi. Il primo citato è Ignazio Marino, ex sindaco di Roma dal 2013 al 2015, defenestrato dalla sua stessa maggioranza, mai guarito dalla sete di vendetta. Oggi è deputato europeo, vicepresidente del gruppo dei Verdi. Il secondo, il “dissidente”, è Marco Miccoli. Ex deputato, da oltre due anni vero e proprio militante del fronte contrario alla realizzazione del termovalorizzatore (lui, e gli altri, lo chiamano inceneritore) a Santa Palomba. Costantemente in polemica con il Campidoglio, con il deputato Claudio Mancini, con il sindaco Gualtieri, lanciando l’evento della “Fattorietta” non ha perso occasione per tirare una stilettata al primo cittadino: “Se volete discutere di Roma, non andate alla festa dei giovani meloniani”. Riferimento chiaro al duetto tra Gualtieri e Rocca sul palco di “Fenix”, l’evento di Gioventù Nazionale andato in scena al laghetto dell’Eur.

Lo strano modo di Avs di sostenere Gualtieri e il Pd a Roma

Poi ci sono Filiberto Zaratti, deputato dei Verdi, e il segretario romano di Sinistra Italiana, Mauro Coldagelli. Il primo è rappresentato in consiglio comunale da Nando Bonessio, membro della maggioranza, ma perplesso sul progetto stadio a Pietralata e ancor di più sull’impianto di Santa Palomba. Ultimamente ha anche partecipato a una conferenza stampa in cui si sono sottolineate ampiamente le mancanze del Sindaco nei confronti dell’ex residence Bastogi. Il secondo in assemblea non ha nessuno (se non consideriamo la coordinatrice dell’ufficio Lgbtqia+, Marilena Grassadonia), ma rappresenta un partito ancora scottato dai rimpasti di giunta che hanno premiato Massimiliano Smeriglio, il leader di un’area con la quale Avs ha definitivamente rotto. 

Marino sindaco di Roma

Ecco, questa è buona parte della platea presente. La “star”, però, è lui: il “marziano”. Ignazio Marino da Genova, che dopo dieci anni di oblio autoinflitto dovuto alla caduta della sua giunta a fine ottobre 2015, è tornato decisamente alla carica. Prima facendosi eleggere a Strasburgo, poi lanciando l’assalto al Campidoglio. Da mesi ha iniziato a girare per la città facendo capire di essere pronto, di sentirsi in dovere di farlo. Il 17 maggio a RomaToday, che lo intercettò al mercato di Valmelaina, non escluse la possibilità di candidarsi: “Non ho mai detto no a nulla”.  A distanza di quattro mesi, la musica è cambiata. Ed è un rock bello spinto. 

“Bisogna pensare agli ultimi, non ai gruppi finanziari”

“Serve un candidato sindaco di sinistra, che prima ancora di fare gli interessi dei grandi gruppi finanziari pensi agli ultimi”. Lo ha dichiarato a Will Media, che riporta le dichiarazioni nella sua ultima newsletter “In Camera!” su Substack. L’eurodeputato non usa mezzi termini e prosegue: “Altrimenti non c’è bisogno neanche di una candidatura di centrodestra, visto che l’attuale giunta trova il plauso anche dei media di centrodestra. Giustamente, porta avanti gli stessi programmi in maniera subdola”. Non osiamo immaginare la faccia di Gualtieri e del suo staff leggendo una considerazione del genere, soprattutto all’indomani del duetto con Rocca, con tanto di t-shirt di Gioventù Nazionale mostrata ai fotografi. 

L’interesse del M5S

Tornando all’evento del 20 settembre (ore 19), vi dobbiamo la citazione di un altro ospite. Si tratta di Dario Tamburrano, romano, anch’egli eurodeputato. Nel 2020 consigliere politico nella giunta della Raggi, è legato politicamente all’ex sindaca. E insieme a lei ha firmato un articolato e pesante esposto contro il termovalorizzatore di Roma. La sua presenza non si può considerare un caso. Perché da tempo gira voce che l’area della Raggi (sì, anche tra i grillini ci sono le “correnti”, anche se difficilmente gradiranno questa definizione) non disdegnerebbe affatto una candidatura di Marino a sindaco di Roma. Una candidatura progressista in netta antitesi a Gualtieri. Un nome che rappresenta tutte le critiche di una parte della base pentastellata all’operato dell’attuale sindaco: no allo stadio, no alle compensazioni urbanistiche, no al termovalorizzatore, no a nuove discariche di servizio a Roma sud. 

Stadio della Roma, Marino e M5s chiedono lo stop: “Lì c’è un bosco”Il campo largo a rischio

Quindi, dicevamo: Avs, elementi civici progressisti (Aurelio in Comune, ma anche Volt che all’evento è rappresentato da Daniela Patti), un pezzettino (ma di peso) del Pd, e i “raggisti”. Un fronte che in barba a ogni previsione potrebbe tastare il terreno e nei prossimi due anni prepararsi al distacco, alla rottura del campo largo che a Roma, bisogna dirlo, non sembra avere ottime premesse. 

Dipende (anche) dal ballottaggio

Tutto, però, sotto lo schiaffo del Governo: se passa la riforma che elimina il ballottaggio nei comuni oltre i 15mila abitanti, dividersi sarebbe un suicidio. E allora non resterebbe altro che sperare in ulteriori ritardi nella costruzione del termovalorizzatore, magari anche in quella dello stadio a Pietralata. E in nome dell’unità, contro “l’avanzare delle destre”, correre insieme. Con buona pace di Marino.