Per oltre tre decadi è stato un punto di riferimento per la notte veronese (e non solo), facendo ballare intere generazioni con la sua musica elettronica.
Si è spento Marco Dionigi, classe 1970 di Sommacampagna, storico dj resident all’Alter Ego. Proprio la pagina del locale che fino a qualche anno fa era situato sulle Torricelle, a Verona, ne ha dato notizia nella giornata di martedì: «Questa mattina abbiamo appreso la notizia che Marco Dionigi ci ha lasciato. Siamo increduli e distrutti. Ciao Marco, adesso fai sentire la tua musica agli angeli. Ora avrai tutte le risposte che hai sempre cercato», si legge sul post pubblicato sui social.
All’alba degli anni ’90, insieme ad Adrian Morrison, iniziò a farsi largo nel panorama musicale elettronico veronese, supportato da Andrea Oliva, che aveva assunto la direzione artistica dell’Alter Ego. Dopo i primi mesi di gavetta, cominciò ad affermarsi alla console, debuttando anche al Mazoom a Desenzano del Garda il venerdì sera. Il sabato invece divenne la serata di punta sulla collina veronese, dove sperimentava spaziando tra più generi. Partito dalle mitiche cassettine si è spinto sempre più in avanti, passando dalla “Slow Motion” ai cd numerati, dalle produzioni agli arrangiamenti di altri brani (chi li ha sentiti ricorderà ad esempio le versioni di “On the road again” dei Rockets o di “Da Da Da” dei Trio): Marco Dionigi ha segnato le tappe del clubbing di Verona e non solo.
Il suo nome è indissolubilmente legato a quello dell’Alter Ego e alle atmosfere delle sue notti, che richiamavano pubblico da tutta Italia: gli eventi come l’Orbit sono rimasti impressi negli appassionati del genere.
Dopo la chiusura del locale, ha continuato a suonare nelle serate targate Alter Ego che Andrea Oliva ha continuato a portare avanti.
La sua improvvisa scomparsa ha lasciato senza parole molti addetti ai lavori e tutti i suoi fans, che per anni si sono “cibati” delle sue evoluzioni alla consolle.
Damir Ivic, giornalista che tra gli altri scrive anche su Rolling Stone Italia, gli ha dedicato un articolo su Soundwall, dove si legge: «Davanti a lui, nelle serate dell’Alter Ego e non solo, è passata la storia dei dancefloor italiani: dalle serate più selvagge a quelle più “discotecare” (o entrambe le cose assieme), dalle serate private più nascoste ad avanguardistici party underground capaci nel nuovo millennio di guardare con un occhio intelligente e preparato alla storia del clubbing italiano originario. Marco c’era, con piglio sicuro, con un amore verso la musica immenso, con savoir faire a tutto tondo».