Credit Agricole si spinge oltre il 20 %, Mps punta al colpo grosso: scontro tra finanza e istituzioni, mentre la Procura apre il dossier Casse.

(Foto: Brasseur Hughes, Ceo di Credit Agricole Italia).

Banco BPM, quando l’apparenza rassicura

Il 26 luglio 2025 Unicredit ha ritirato l’offerta pubblica di scambio (Ops) su Banco BPM, liberando il board dalle restrizioni e aprendo la porta a nuovi scenari strategici. Subito dopo, la banca francese Crédit Agricole – già socio con il 19,8 % – ha annunciato formalmente la richiesta alla BCE per salire oltre il 20 %, restando però sotto la soglia dell’Opa obbligatoria. L’obiettivo è ottenere lo status di “azionista di influenza significativa”, per potersi affermare come partner industriale di lungo termine.

Crédit Agricole prevede anche circa 500 esodi incentivati in Italia, preludio a un nuovo piano industriale atteso entro fine anno.

L’ombrello francese su Piazza Meda

Superare il 20 % darebbe alla Banque Verte diritto di parola su ogni operazione di crescita di Banco BPM, rafforzandone la posizione nella banca-assicurazione e nel credito al consumo, già gestiti in sinergia.

Il ruolo dei grandi soci istituzionali

Parallelamente, MPS prepara la sua offensiva su Mediobanca: l’ad Luigi Lovaglio punta a un’Ops da almeno il 35 %, sostenuto da azionisti come Delfin e Caltagirone (insieme quasi al 30 %) e, potenzialmente, da Enpam ed Enasarco, ciascuno con circa il 2–2,5 % del capitale.

La soglia minima sembra raggiungibile: l’adesione congiunta dei soci forti potrebbe attirare ulteriori investitori e far decollare l’operazione.

Procura in azione: finanza e magistratura

Ma il risiko si sposta anche sul terreno giudiziario. Il 26 luglio la Procura di Milano ha aperto un’indagine, incaricando la Guardia di Finanza di acquisire documentazione sulle operazioni effettuate da Enpam ed Enasarco su Mediobanca e MPS.

Le Fiamme Gialle hanno effettuato accessi nelle sedi delle due casse, indagando sulle motivazioni, le tempistiche e la trasparenza degli acquisti.

Enpam risponde: rendimenti e legittimità

L’Enpam – Cassa dei medici e odontoiatri – risponde con fermezza: gli investimenti sono strategici, affidati da anni a operatori specializzati, e generano “cospicui rendimenti” a vantaggio degli iscritti. Oggi detiene circa l’1,98 % di Mediobanca ed è salita progressivamente, senza ambizioni di controllo né logiche speculative.

Il presidente Alberto Oliveti dichiara: “Sulle banche siamo accusati di partecipare a scorribande finanziarie, mentre invece continuiamo a pensare alle pensioni dei medici… Il valore del nostro investimento in Banco BPM è quintuplicato”.

Il contesto più ampio: dubbi e vigilanze

Già a giugno 2025, il senatore Mario Turco (M5S) aveva sollevato interrogativi sulla coerenza tra la missione previdenziale delle Casse e le partecipazioni in Mediobanca, chiedendo se non fosse il caso di rafforzare controlli e limiti normativi.

Il governo ha risposto che le Casse operano in autonomia e in attivo, senza mettere a rischio l’equilibrio previdenziale, e sono soggette a controllo ex post secondo i criteri ordinari.

Una nuova fase   

Il risiko bancario entra in una nuova fase, tra capitali transalpini e regia tricolore. Da un lato Crédit Agricole avanza con cautela ma decisione su Banco BPM, rafforzando la sua influenza industriale. Dall’altro, MPS tenta la scalata a Mediobanca, con l’appoggio di storici azionisti italiani e fondi previdenziali. Nel mezzo, la magistratura fa il suo ingresso, accendendo i riflettori su operazioni finora considerate legittime.

La posta in gioco non è solo finanziaria: è il disegno futuro del sistema bancario italiano. E la partita è appena cominciata.