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Un ricercatore che studia la fusione dei ghiacciai in Alaska, Mauri Pelto, ha detto che il ritiro del ghiacciaio di Alsek ha creato una nuova isola lacustre nel sudest dello stato. Il ghiacciaio finisce in un lago, chiamato anche quello Alsek: fino a poco fa lambiva uno sperone roccioso chiamato Prow Knob, che quindi era circondato dal lago su un lato e dal ghiaccio sull’altro. Ora il ghiacciaio si è ritirato, lasciando Prow Knob totalmente circondato dalle acque, e quindi tecnicamente ora è un’isola. Ha una superficie di circa 4 chilometri quadrati, più o meno come Procida o Monte Isola (l’isola lacustre più grande d’Italia, nel lago d’Iseo).
Mauri Pelto, che documenta le sue ricerche anche su un blog, ha scoperto la nuova isola analizzando le immagini satellitari, un lavoro che fa da anni: il distacco del ghiacciaio di Alsek da Prow Knob è avvenuto fra la fine di luglio e l’inizio di agosto. Il ricercatore aveva previsto già da qualche tempo la formazione della nuova isola, e controllava periodicamente le immagini della zona, che fa parte del Parco nazionale di Glacier Bay. Secondo l’organizzazione del Parco al suo interno si trova un migliaio di ghiacciai, molti dei quali si stanno ritirando come quello di Alsek.
Il lago e il ghiacciaio di Alsek (che lambisce Prow Knob) in una foto satellitare del 1984 (NASA Earth Observatory via AP)
Pelto ha detto che all’inizio del Novecento il ghiacciaio circondava totalmente Prow Knob. Negli anni Ottanta si era già ritirato fino a esporre una parte dello sperone all’acqua del lago, e nel 1999 sempre a causa della fusione aveva perso il contatto con un altro ghiacciaio che si affaccia sul lago, il Grand Plateau. La perdita del contatto fra il ghiacciaio di Alsek e il Prow Knob non è solo un’indicazione di quanto si sia ritirata la lingua di ghiaccio, ma può anche contribuire ad accelerarne la ritirata, dato che l’ha resa meno stabile.
La fusione dei ghiacciai è un fenomeno comune in tutto il mondo, e l’Alaska è la zona in cui c’è stata la maggiore perdita di massa di ghiaccio, secondo uno studio pubblicato a febbraio. Secondo lo stesso studio, dal 2000 al 2023 i ghiacciai in tutto il mondo hanno perso il 5 per cento del loro volume (escludendo le calotte polari). Per effetto del cambiamento climatico causato dall’uomo, nel periodo considerato la velocità con cui stanno fondendo è aumentata del 36 per cento.
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